Non sembra vero, ma è così. Il Mar Mediterraneo, che per millenni ha nutrito con il suo pesce popoli e civiltà, è sempre più vuoto di pesce ma sempre più pieno di traffici illeciti. Un mare brulicante di vita ancora ai tempi dei nostri nonni rischia, dicono gli scienziati, di trasformarsi in un deserto azzurro, ancora più vuoto dei deserti di terra che, come ricorda Braudel, “lo cingono da est, da sud e da ovest”. L’epoca in cui la massaia o il cuoco andavano al mercato del pesce per il pranzo di venerdì e che compravano “ciò che dava il mare” è ormai lontana.
Sono aumentate però le rotte di traffici di armi, droga, materiali inquinanti, è diventato un mare di fuoco il Mediterraneo con caccia anche ad inermi uomini di mare. Pagine di cronaca nera per raccontare le nefandezze che si compiono nel “Mare Nostrum”. Raccontiamo ciò che è accaduto in questi ultimi giorni. Mazara del Vallo e la provincia di Trapani, in particolare, è divisa dalle Tunisia semplicemente da un foglio di mare, una frontiera naturale tra due mondi, ma che sempre più spesso si rivela teatro di traffici illeciti che sfidano la legge e la vigilanza delle autorità.
Proprio in quest’ultima settimana, è emersa tra le acque del Canale di Sicilia, una “via del mare” che collega le coste tunisine con quelle trapanesi. Nella notte dello scorso 20 ottobre gli uomini della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Trapani, impegnati in un servizio di controllo congiunto, hanno notato qualcosa di insolito nello specchio d’acqua di fronte alla costa marsalese; secondo le testimonianze riportate ci sarebbe stato un gommone con un potente motore fuoribordo, partito da terra, si dirigeva verso il largo.
I radar e i sistemi di sorveglianza hanno seguito il natante fino alle acque internazionali, dove è avvenuto l’incontro con un peschereccio tunisino. A bordo vi erano 670 chili di hashish confezionati in panetti (vedi foto di copertina), il più grande carico mai registrato nelle acque della provincia negli ultimi decenni. La Polizia ha bloccato il gommone a Marsala, invece la Guardia di Finanza ha inseguito il peschereccio e la fuga è terminata a poche miglia dal confine marittimo della Tunisia.
Cinque tunisini sono stati posti a fermo di indiziato di delitto per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Una operazione che è la “cartina di tornasole” della quantità di doga che ha bisogno questa provincia per soddisfare le richieste quotidiane di giovani e meno giovani da tutte le città dove i “grossisti” pullulano, che hanno nelle mani centinaia di consumatori che, quotidianamente, non possono fare a meno della dose. In particolare il mercato di Mazara del Vallo fa gola ai “grossisti”, per la forte domanda che ricevono e che viene soddisfatta attraverso centinaia di piccoli e medi spacciatori locali che rivendono la droga a piccole dosi per pochi euro ma con una frequenza quotidiana.
Un reticolo che si allarga sempre più e che ingloba anche giovani della borghesia e disoccupati. La droga leggera o pesante che sia, arriva con auto, pullman ma anche con il treno ed a volte anche con motoscafi che approdano di notte sulle coste mazaresi. I riscontri sono i numerosi interventi delle forze di polizia per terra e per mare in tutti questi anni, i rifornimenti in città non mancano mai. Da un po’ di tempo a questa parte è tornato di moda lo spinello che ha contagiato anche i giovanissimi di 12 e 13 anni, di entrambi i sessi.
I giovani ritengono che non faccia male fumare marijuana. L’uso di questo stupefacente, tra l’altro, forse viene tollerato anche dalle famiglie. Qualcuna di loro dice che “è meglio questo che drogarsi”, come se lo spinello non fosse dannoso come tutte le droghe. Ma è il consumo di cocaina e di crack che preoccupa, che allarga sempre più la fascia di età che tende, anche in questo caso, ad abbassarsi. Per non dire dell’eroina che circola da diverso tempo. Si contano due vittime che risalgono ad alcuni anni fa, nel 2010 e nel 2014.
Cosa fare? “Bisogna attuare politiche sanitarie su tre livelli – dicono gli esperti- prevenzione con interventi anche di natura sanitaria, scolastica, familiare, attività di prevenzione secondaria per interventi di diagnosi precoce, attività di prevenzione terziaria per interventi riabilitativi di natura sociale, economica e di reinserimento”. In questo disagio giovanile è anche da tenere presente il notevole processo di evoluzione che il contesto familiare ha subito all’interno della nostra società.
Nel rapporto giovani-droga il ruolo dell’“agenzia” famiglia e la sua armonia rappresentano variabili importanti. A Mazara del Vallo, negli ultimi due anni si contano una cinquantina di arresti tra piccoli, medi e grandi spacciatori, mazaresi ed extracomunitari. E gli investigatori, grazie a intercettazioni telefoniche ed ambientali, sono riusciti qualche anno fa, anche a risalire ai vertici di una ramificata organizzazione che da Palermo aveva esteso la propria zona di influenza fino a Mazara del Vallo.
Gli spacciatori al dettaglio, spesso incensurati e disoccupati, invogliati ad entrare a far parte dell`organizzazione, grazie alla possibilità di ottenere finalmente un guadagno sicuro. In alcuni casi i proventi dello spaccio sarebbero serviti come "fondo cassa" per il sostentamento della famiglie dei carcerati. Uno degli arrestati per testare la bontà della cocaina, non esitava ad “assaggiarla” vantandone l`ottima qualità. E’ accaduto anche questo.
Salvatore Giacalone