Disinformati, distaccati e lontani. Il rapporto tra il mondo giovanile e la politica è principalmente fatto di disinteresse e sfiducia, al punto che oggi è sempre più difficile parlare di politica coi ragazzi e scardinare la convinzione che “i politici pensano solo ai loro interessi o che la politica sia una cosa lontana dalla quotidianità delle persone normali”.Nella maggior parte dei casi, a mancare nei ragazzi sono la fiducia e la speranza che qualcosa possa davvero cambiare: proprio per questa sfiducia generalizzata stiamo assistendo a un drastico calo della partecipazione dei ragazzi alla vita politica del Paese, un progressivo disinteresse. Accanto a chi si dimostra interessato alle informazioni che arrivano dalla politica, c’è una buona parte di giovani che non si informa affatto, come se le decisioni prese nei palazzi del potere non li riguardassero.
A cosa sono dovute tutta questa diffidenza e indifferenza? I giovani non hanno fiducia nella politica e nelle istituzioni perché negli ultimi anni la politica non ha dimostrato di avere a cuore i loro interessi, il loro futuro. Dalle generazioni precedenti hanno ereditato precarietà lavorativa, un mondo sempre più inquinato che provoca crisi climatiche e ambientali. Hanno ereditato una società in cui è sempre più complicato vivere, acquistare una casa, trovare un lavoro dignitoso che abbia la giusta retribuzione.
Hanno rinunciato a credere negli ideali che hanno accompagnato le generazioni precedenti ma che le hanno anche smentite: per molti ragazzi la politica è qualcosa di estraneo, a cui non hanno interesse a partecipare attivamente. I ragazzi oggi non cercano più nei partiti risposte ideologiche - come facevano i loro genitori - e non guardano più come i loro padri ai leader della politica come bandiere dietro le quali militare, ma chiedono una visione nella quale credere, un modello nel quale identificarsi, che dia risposte concrete e faccia proposte che parlino di certezze.
Le promesse non mantenute, gli scandali, l’opportunismo, i giochi di potere: sono queste le ragioni per cui i ragazzi mostrano scetticismo. Si può dire che il coinvolgimento dei giovani nella politica sia quasi inesistente.
Negli ultimi anni sono i temi ambientali che hanno smosso le coscienze, insieme ai movimenti per i diritti civili. Ciononostante sembrano movimenti avulsi dal mondo politico che non raccoglie le loro istanze. La politica non si preoccupa di quello che pensano e la distanza che li divide continua a crescere. Inoltre sembra che chi è interessato a fare politica sia fortemente condizionato da due fattori: la disponibilità di tempo e le condizioni economiche. Secondo molti, la politica ad alti livelli può essere fatta da chi se lo può permettere e da chi ha un posto occupazionale ben definito: non a caso è grande il numero di imprenditori e liberi professionisti che si convertono alla politica.
Cosa si potrebbe fare per invertire la rotta? Gli strumenti per offrire iniezioni di fiducia alle nuove generazioni ci sono, basta utilizzarli. Ma è innanzitutto importante accogliere le loro richieste, non rendere inutile la loro discesa in campo. Il primo argomento da proporre ai giovani è quello del recupero del senso della collettività. Se si comprende l’importanza del proprio rapporto con gli altri e del proprio contributo all’interno della società, si può trovare ottimismo anche nell’approccio con il mondo della politica.
Una seconda strada è quella della lotta. Per lotta ovviamente s’intende quella, cosiddetta, tra il bene e il male. Dicendo che la politica è una cosa irrimediabilmente perversa e disonesta non cambierà niente: si deve invece reagire e fare uno sforzo per penetrare in certi ambienti senza mai lasciare a casa i propri valori e ideali. I giovani devono interessarsi alla politica per cambiarla. L’importante è non scoraggiarsi, anche perché la sconfitta di oggi potrebbe essere la vittoria di domani.
Per i giovani l'informazione politica inizia e finisce sul web, che rappresenta un universo di potenzialità in parte ancora inutilizzate, ma che delineano le sfide future per la politica in rete: il feedback, l’online come strumento organizzativo della politica e propugnatore di temi caldi per l’opinione pubblica. I giovani, amanti dei social, cercano spazi di discussione dove sentirsi protagonisti e parte di una tribù politica. Per internet la sfida è quella di creare un’agorà di discussione virtuale, dove scambiarsi opinioni, parlare di tematiche particolarmente importanti per l’universo giovanile.
Uno strumento dialogico e relazionale Dunque la soluzione per riaprire in modo permanente il dialogo tra giovani e politica sembra proprio quello di moltiplicare il più possibile i luoghi e le occasioni di confronto, garantire processi decisionali democratici e il più partecipati possibile, specialmente nei partiti che rappresentiamo. Senza un coinvolgimento oggi dei giovani nella politica, non potranno formarsi i leader di domani.
Salvatore Giacalone