“Una punta di Sal”. Eroi non si nasce, si diventa

Vi sono esempi di eroi nell’antichità ma anche nel recente passato. Ma chi sono gli eroi oggi?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
20 Novembre 2022 12:47
“Una punta di Sal”. Eroi non si nasce, si diventa

Eroi di ieri eroi di oggi. C’è un eroismo quotidiano che consiste nell’essere pronti a evadere dalle proprie zone di comfort per andare incontro alle chances che la vita può offrirci. Trovo affascinanti gli eroi della cultura omerica e greca più in generale, ma sostengo l’idea che l’eroe non è un essere superiore agli altri, egli non ha superpoteri, quindi l’eroismo è alla portata di tutti, l’eroe è l’uomo comune che, però, ha la capacità di anteporre a se stesso l’interesse della comunità; egli è, infatti, la fonte della virtù e del coraggio.

Sempre sostenendo questo pensiero, credo che l’eroe possa essere ognuno di noi, capace di pensare per un attimo prima al prossimo che a se stesso; quell’essere umano che dona la sua vita per salvare quella degli altri e per far sì che proprio questi altri possano vivere in armonia. Un grandissimo esempio sono i due giudici antimafia Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, uccisi dalla mafia nel 1992, i quali nel Luglio 2017 sono stati ricordati dall’Associazione Nazionale Magistrati con un murales realizzato nella borgata della Cala, a Palermo.

Ma tanti altri, pur senza essersi svelati alla gente, sono diventati eroi per moltissimi; ad esempio le innumerevoli persone che nel corso della Seconda Guerra Mondiale hanno rischiato la vita, pur di risparmiare il tragico destino dei campi di sterminio a moltissimi ebrei, ospitandoli e nascondendoli nelle proprie case. Il 31 Gennaio 2010 la Repubblica Italiana ha celebrato il centenario dalla nascita di Giorgio Perlasca dedicandogli un francobollo. Nella Budapest occupata dai nazisti, nel 1944, Perlasca salvò migliaia di ebrei fingendosi console spagnolo.

Finita la guerra, rientrò in Italia e non rivelò a nessuno la sua storia, finché, alla fine del 1987, fu ritrovato da alcune donne che gli dovevano la vita; gli fu dedicato anche un film, “Perlasca – Un eroe italiano”. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deciso di premiare quaranta “eroi” di tutti i giorni, conferendo loro al Quirinale le Onorificenze al merito della Repubblica Italiana. Uomini e donne “comuni” che con il loro lavoro si sono distinti per l’impegno nella solidarietà, nell’integrazione, nel soccorso, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella promozione della cultura, della legalità e per il contrasto alla violenza.

Tra questi vi è il vigile del fuoco, che si è calato nel pozzo, per salvare due bambini e il camerunense che, arrivato in Italia per studio, ha imparato a conoscere il significato del caporalato e a combatterlo in prima linea; e poi, l'imprenditore che assume persone con disabilità e malattie terminali e il medico chirurgo, che opera bambini cardiopatici nei Paesi in guerra o devastati dalla povertà.Tanti altri eroi servirebbero, per combattere le immani ingiustizie che vengono commesse ai giorni nostri, e un fenomeno che tocca ognuno di noi personalmente è la dispersione in mare di migliaia di vite in cerca di salvezza che, speranzosi di condizioni migliori, abbandonano le proprie famiglie, il proprio Paese e rischiano la vita.

Un gesto d’amore nei confronti di questi uomini, donne, bambini che arrivano da luoghi violenti e che hanno assistito, la maggior parte delle volte, a spettacoli brutali, è un eroismo che può salvare il prossimo proprio perché: “Aiutare un solo essere umano dà senso a tutta una vita”. Ogni eroe che si rispetti incontra delle difficoltà e si trova costretto ad affrontare delle sfide. Gesù, Buddha, Prometeo, Ulisse (in copertina Kirk Douglaus, splendido interprete dell'eroe greco nel film del 1954), Enea: ogni eroe protagonista di qualche storia, vera o immaginaria che sia, ha un percorso comune di sofferenza che lo porta poi a incontrare una gioia più grande.

Eroe non si nasce, lo si diventa. Per questo ognuno di noi, a modo suo, può essere un eroe. Forse aiuta ricordare che il contrario di un eroe è un codardo, un vigliacco, uno che scappa davanti alle sfide, ma anche davanti alle possibilità che la vita gli offre. L’eroe è colui che sa scendere negli abissi per toccare il fondo e spingersi con forza verso il cielo. Il codardo, invece, è quello che finisce con l’affogare proprio per la sua paura di andare a fondo. L’eroe è colui che usa la sofferenza come mezzo di arricchimento, mentre il codardo è colui che non ha coraggio di soffrire e quindi rimane schiavo del suo stesso terrore.È logico, la vita non è solo bianco o nero.

Noi tutti siamo un po’ eroi e un po’ codardi. Tuttavia, coltivare una cultura dell’eroismo coincide perfettamente con lo stimolare ognuno a non sprecare la propria esistenza. Sì, perché se c’è una cosa che caratterizza l’eroe è proprio questa: vivere appieno la propria esistenza abbracciando rischi, scelte, divisioni e allontanamenti perché consapevole che dietro ogni svolta ci può essere un mondo migliore.

Salvatore Giacalone

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