“Una punta di Sal”. Bambini abbandonati

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Marzo 2021 10:09
“Una punta di Sal”. Bambini abbandonati

C’è una canzone ma c’è anche un film sui “I figli di nessuno”, la canzone è di Fabrizio Moro del 2019, il film è del 1951 diretto da Raffaello Matarazzo, con Amedeo Nazzari ed Yvonne Sanson, ricordati ancora oggi da antichi spettatori. Il film, ascrivibile al filone dei melodrammi sentimentali, comunemente detto strappalacrime (poi ribattezzato in seguito dalla critica con il termine “neorealismo d'appendice”), filone di cui Matarazzo fu il maggiore esponente, venne girato per gli interni negli studi romani della Titanus e per gli esterni a Carrara e nei suoi dintorni.

E’ una storia tragica di passione e di vendette che ruota attorno ad un bambino abbandonato, poi ritrovato ma che alla fine perde la vita tragicamente. “I figli di nessuno” nonostante i pareri negativi espressi dalla maggior parte dei critici italiani, fu un grandissimo successo di pubblico, incassando ben 958.000.000 di lire dell'epoca, risultando il secondo maggior incasso dell'annata 1951-52, preceduto solo dall'analogo “Anna” di Alberto Lattuada. Il film detiene ad oggi il 45º posto nella classifica dei film italiani più visti di sempre con 8. 397. 465 spettatori paganti.

Ancora oggi, forse più di ieri, la cronaca è piena  di “Figli di nessuno”. Cosa spinge un genitore ad abbandonare il proprio figlio? I casi di abbandono infantile sono tanti, diversi e unici così come lo sono le persone coinvolte. Un’esperienza simile rappresenta un trauma per il bambino, ma è anche vero che alcune situazioni possono avere alla base delle ragioni.  La povertà e le scarse risorse a disposizione sono spesso le motivazioni principali che spingono a prendere questa difficile scelta.

In altri casi, si tratta di genitori molto giovani che decidono di dare i propri figli in adozione o di affidarli a membri della famiglia. In questi casi non possiamo parlare di abbandono vero e proprio, ma di certo la società tende a giudicarli come tali. Siamo dinnanzi a una realtà dura e dalle mille sfaccettature in quanto a motivazioni, situazioni e realtà particolari. Nonostante i progressi della società, l’abbandono dei bambini è ancora una realtà. Ancora oggi ci sono neonati che vengono trovati nei luoghi più assurdi spesso in seguito a tristi realtà di madri che hanno toccato il fondo, lì dove i servizi sociali non sono riusciti ad arrivare.

E’ accaduto anche in piccole comunità, per non dire dei bambini e ragazzi extracomunitari di cui cooperative o associazioni ed anche la “Comunità Speranza” di Mazara sono attenti testimoni dei drammi dei figli abbandonati. Perché una madre o un padre arrivano a questi gesti, a buttare il bambino, in alcuni casi nel contenitore della spazzatura? A Trapani, nello scorso mese di novembre  una madre diciassettenne ha gettato dalla finestra il bambino appena partorito. A Ragusa è stato trovato un neonato, pieno di sangue, infreddolito e spaventato, ancora con il cordone attaccato e dentro un sacchetto della spazzatura.

A Palermo una madre ha abbandonata la figlia all'ospedale dei Bambini di Palermo e risultata positiva al Covid. Si è salvata e la donna arrestata. La povertà e l’emarginazione sociale sono le principali ragioni che spingono un genitore (o entrambi) ad abbandonare i propri figli. È fondamentale che la società individui e intervenga in queste situazioni estreme. L’abuso di droghe e l’emarginazione sociale di solito vanno di pari passo. Eppure, può anche verificarsi il caso di una coppia in cui uno dei genitori è diventato alcolista.

Si dice che i figli di genitori alcolisti vivono due tipi di abbandono. Il primo avviene tra le mura domestiche, quando la mancanza di cure, la mancanza di affetto o persino la violenza possono agire da prologo per quello che accadrà a breve. Seguirà, di fatto, l’abbandono definitivo da parte della famiglia. Quando ci si chiede perché esistono genitori che abbandonano i figli è importante tenere conto anche delle gravidanze indesiderate. In questo contesto potrebbero presentarsi le situazioni più disparate.

Come quella della diciassettenne di Trapani. I casi di violenza sono un esempio, così come le gravidanze portate avanti da minori. Si tratta di situazioni estreme, nelle quali molte giovani si sentono sole e non sanno come agire. D’altra parte, potrebbero presentarsi altre situazioni, come coppie che scoprono di aspettare un figlio. Mentre uno dei due genitori accetta con entusiasmo questa notizia, l’altro non la vive allo stesso modo. Prima o poi potrebbe optare per l’abbandono definitivo di casa.

Esistono padri immaturi e madri prive di istinto materno, non tutti sono pronti ad assumersi una tale responsabilità e per quanto si cerchi volontariamente un figlio, la realtà dimostra che ne vengono travolti. In linea di massima, l’abbandono è più comune entro il primo anno di vita, ma il padre o la madre immaturi possono prendere tale decisione in qualunque momento. Poco importa che i figli abbiano tre, cinque o dieci anni, la decisione è già stata ponderata e si sceglie di fuggire da qualunque legame.

Tra i vari motivi per cui alcuni genitori abbandonano i figli, bisogna scavare più a fondo anche nei problemi di coppia. I disaccordi, le separazioni, i divorzi complicati, le difficoltà riscontrate nei tentativi di accordo sul mantenimento dei figli o sulla custodia portano molti genitori alla soluzione più estrema: l’abbandono definitivo. Queste realtà sono particolarmente difficili per i bambini, che non assistono solo all’allontanamento, ai litigi e alle tensioni tra i genitori. In alcuni casi, possono persino sentirsi in colpa per la fuga di uno dei genitori.

È drammatico, nonché quasi incomprensibile, che si scelga di non fare più parte della vita dei figli a causa dei dissapori con il partner. Chiaramente ci sono situazioni comprensibili, altre invece sono da condannare. Per un bambino o ragazzo abbandonato, c’è la condanna, ma può esserci il perdono? Ecco l’interrogativo angosciante. Salvatore Giacalone

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