“Un po’ di scuola”: I DIRITTI DELLE DONNE

Anche in Italia la parità uomo/donna deve ancora arrivare.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
20 Dicembre 2022 10:45
“Un po’ di scuola”: I DIRITTI DELLE DONNE

Circa 50 anni fa, ogni estate, vedevo arrivare in visita la cugina di mia nonna "donna Niní" (alias Antonina), una signora vestita di nero con un fazzoletto nero sui capelli brizzolati acconciati sempre in una grande crocchia.

"Mia cugina", mi ha raccontato la nonna, "è vedova e si veste a lutto da quando le è morto il marito." Alla mia domanda su quanto tempo fosse passato dalla morte del marito, la nonna ha risposto "almeno 10 anni" e la cosa che più mi ha stupito è stato il vedere mia nonna, molto moderna per certi versi, considerare normale lo stile di vita della cugina (che non usciva se non per fare la spesa o andare una volta l’anno dalla sua parente più prossima e vestiva sempre di nero, estate e inverno.) Questo episodio mi è tornato in mente dopo aver visto al tg l'ennesimo atto di violenza contro le donne, perpetrato in Iraq.

A scuola i ragazzi percepiscono che, in un paese molto lontano da loro, il regime maschilista e dittatoriale, impone delle restrizioni assurde alle donne, che sono costrette a vestire con abiti lunghi, spesso neri e con un velo in testa che copra bene i capelli.

In Italia, come nel resto d'Europa, la donna si è emancipata grazie ad anni di scioperi e ribellioni, ma, a ben riflettere, la situazione femminile, da noi circa mezzo secolo fa, non era proprio rosea.

In Sicilia, in particolare, fanalino di coda dello stivale, nei primi anni 70 era ancora difficile vedere donne sole al bar, ed ancora più difficile era vedere donne recarsi in un'officina per riparare l'auto o osare discutere con un capocantiere che magari stava edificando loro la casa. "Sono cose da uomini" era solito dire mio nonno.

Ai ragazzi di oggi manca la percezione del passato, mancano quei racconti fatti dai nonni le sere d'estate, magari seduti davanti alle porte di casa, per approfittare del fresco della sera, per cui i nostri ragazzi non possono comprendere appieno quante lotte e quanta strada abbiano realmente fatto le donne negli anni.

Lo scorso anno un mio ormai ex alunno mi ha detto che lui riteneva inutile la giornata della donna perché "ormai le donne hanno gli stessi diritti degli uomini, anzi di più”. Come già detto e ripetuto i nostri alunni, i ragazzi di oggi, non hanno una reale percezione del tempo e delle differenze tra ieri ed oggi. Sta a noi spiegare ed insegnare quanto l'emancipazione femminile ha fatto e debba ancora fare per diventare realtà.

E come, ancora oggi, alle soglie del 2023, in Stati non molto lontani da noi le donne siano considerate al pari di un oggetto nelle mani degli uomini.

Maria Teresa Carmicio

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