Ultime della sera: “Stato di emergenza!”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
31 Luglio 2020 18:26
Ultime della sera: “Stato di emergenza!”

La presenza del Coronavirus e la sua pericolosa diffusione, ci hanno fatto misurare con la necessità di riconsiderare tante manifestazioni ordinarie del nostro vivere. Senza entrare nel merito di quelle che possono apparire speculazioni politiche, sappiamo tutti come il sottostante dibattito scientifico sia stato costellato di messaggi, inviti, ricerche, modalità di affrontare lo spinoso nemico con il poco invidiabile compito di non creare allarmi da una parte e di determinare la giusta tensione dall’altra.

Del resto la lotta al virus è nuova per tutti, e i tanti approcci medico scientifici che abbiamo inteso hanno dovuto fare i conti con la vera e unica emergenza di salvaguardare la vita di chi si è ammalato, cercando di attuare prassi e condizioni che non mettessero in pericolo quella di tutti gli altri che si trovassero consapevolmente o meno ad entrarne in contatto (medici e operatori sanitari in primis). A qualche mese di distanza sappiamo tutti come questa cosa non sia facile da praticare ma sappiamo anche che molta responsabilità e capacità di limitare la diffusione della malattia sia in realtà lasciata e sia a carico di noi tutti.

Per emergenza siamo stati chiamati a dure ristrettezze che hanno limitato che le nostre capacità e libertà di movimento; tuttavia consapevolmente e in maniera ordinata le abbiamo fatte nostre e questo comportamento ha senza dubbio limitato l’aggressione del virus. Per emergenza abbiamo chiuso attività, frontiere, spazi, collaborazioni, accordi scoprendo le infinite potenzialità del digitale, dello smart, dell’agile e del razionale. Ovviamente a tutto questo non eravamo e non siamo ancora preparati in un mondo di relazioni ravvicinate dove, per fortuna, il contatto e la vicinanza non possono ancora essere del tutto abbandonati.

Per emergenza il lavoro di tanti è sospeso; l’economia mondiale vacilla; il supporto degli stati e delle comunità sovranazionali è di natura eccezionale con misure mai viste prima; la misurazione di tali interventi ovviamente avrà una durata non facilmente determinabile e gli strascichi andranno molto aldilà dei tempi immaginati. Ebbene, in questo scenario ci siamo noi, la nostra vita, la nostra estate. Senza dubbio tutti noi avevamo bisogno di allentare, di sdrammatizzare, di riprendere, di continuare: tutto ciò è giusto, umano e non sindacabile.

Quello di cui, forse, non abbiamo esatta contezza è che la nostra emergenza non è conclusa e lo sentiamo da tutto quello che accade intorno. Ho avuto spesso la sensazione che in questo tempo ci siamo affidati un po’ alla fortuna (che non guasta) per valorizzare molto più quello che ci interessa e i pregi che il nostro bel paese offre tralasciando in varia misura ogni comportamento che la responsabilità sociale ci affida. L’emergenza ci fa paura ma non ci  puo’ sottrarre alle nostre responsabilità.

Il futuro della nostra salute, del nostro vivere, del nostro lavoro, delle nostre relazioni sono anche nelle nostre mani. L’estate, l’euforia, il caldo ci lasceranno presto e torneremo a misurarci con la vita più ordinaria e con quanto avremo nel frattempo concorso a determinare. Cerchiamo di “emergere” in maniera differente e di farci riconoscere per la nostra capacità di essere “responsabili”. Mare calmo

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza