«Vorrei che esistessero luoghi stabili, immobili, intangibili, mai toccati e quasi intoccabili, immutabili, radicati; luoghi che sarebbero punti di riferimento e di partenza, delle fonti. Tali luoghi non esistono, ed è perché non esistono che lo spazio diventa problematico, cessa di essere evidenza, cessa di essere incorporato, cessa di essere appropriato. Lo spazio è un dubbio: devo continuamente individuarlo, designarlo. Non è mai mio, mai mi viene dato, devo conquistarlo».
Specie di Spazi - Georges Perec
2021. Globalizzazione. Società fluida.
Un’identità personale, professionale, collettiva che si costruisce su fondamenta fluttuanti, piattaforme in movimento che avvicinano a nuovi orizzonti e che hanno il potere di disorientare.
Identità come evoluzione continua, scoperta come crescita, adattamento come strumento.
La concisa definizione di uno scenario, quello della realtà odierna, che fa riflettere sul valore del tempo e dello spazio nel processo di definizione dell’identità.
2021. Vita lenta.
Un’identità personale, professionale, collettiva, che si definisce con il tentativo di riappropriazione di uno spazio, di un luogo, di un tempo.
Vivere con consapevolezza, con serenità e attenzione alle bellezze della vita, ai dettagli di un luogo, al tempo che si ha a disposizione.
Sperimentare la calma.
Lasciare spazio alla noia, perché possa fare luce, ampliare i desideri.
Conquistare uno “spazio” nel mondo, prendersene cura e farne tesoro.
Godere di ciò che accade, allenarsi a sentire.
Amare la vita con costanza.
di Claudia GARDINETTI SALAZAR
La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.
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Foto di Stefano Simone