Ultime della sera: “La Sicilia pura nella sua voce ”

Redazione Prima Pagina Mazara
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24 Agosto 2020 19:24
Ultime della sera: “La Sicilia pura nella sua voce ”

“L'estate appassisce silenziosa foglie dorate gocciolano giù apro le braccia al suo declinare stanco e lascia la tua luce in me.” Inizia così una delle più emozionanti canzoni scritte da Giuni Russo cantautrice palermitana morta prematuramente nel 2004. Voglio ricordare la sua grandezza come cantante, compositrice e come donna piena di coraggio, in grado di combattere da sola per la sua musica e per la sua vita.  Gli ultimi anni della sua vita  sono contraddistinti da una cercata e ritrovata spiritualità carmelitana dopo che l’artista  era venuta a contatto con i testi di San Giovanni della Croce e di Santa Teresa D’Avila e ne era rimasta fortemente impressionata.

Da quegli scritti derivarono due bellissime canzoni che costituiscono anche il testamento spirituale di una grande artista: “ La sua figura” ( di cui sopra)  e “Morirò d’amore”. Quest’ultima segnò il ritorno di Giuni alla ribalta dopo anni di silenzio e di delusioni. La storia della  cantautrice siciliana infatti è contraddistinta da clamorosi successi ma anche da molte porte chiuse in faccia e di rapporti conflittuali con le case discografiche  che, pur riconoscendo le sue importanti doti canore, non le diedero la possibilità di esprimersi nel modo che le era più congeniale.

Giuni lottò strenuamente per la sua musica che era essenzialmente ricercatezza e sperimentazione e  non volle per nessun motivo caratterizzarsi come  cantante di hit estive, anche dopo il successo di “Un’estate al mare “ e di “Alghero”. Del resto aveva lottato sempre, fin da ragazzina, per seguire la passione del canto, svolgendo dei lavori temporanei , pur di riuscire a pagarsi le lezioni. La storia di Giuni Russo, all’anagrafe Giuseppa Romeo, inizia a Palermo nel 1951, nel quartiere  di Borgo Vecchio,  nona di dieci figli  in una famiglia di umili pescatori, dotati però di potenti voci liriche.

Il padre baritono, la madre soprano che la cullava interpretando  per lei le più famose arie napoletane. Giovanissima, vinse il Festival di Castrocaro con la canzone “A chi” di Fausto Leali e questa vittoria le aprì le porte di Sanremo. La canzone però non ebbe successo e Giuni, trasferitasi nel frattempo a Milano, iniziò una lunga gavetta, coadiuvata da Maria Antonietta Sisini, sua collaboratrice e amica per tutta la vita. Il successo arrivò tardi, ma fu strepitoso. “ Un’estate al mare” fu il tormentone dell’estate del 1982 e rimase nella top ten fino a novembre di quello stesso anno.

La canzone suggellò inoltre una grande amicizia oltre ad un sodalizio professionale e artistico con Franco Battiato. - Ancora oggi la considero una parentesi felice e niente di più - rivelò la cantante alcuni anni dopo riferendosi al successo di quegli anni: - Io avevo voglia e ho ancora voglia di proseguire la mia ricerca vocale, di spaziare in musicalità nuove, diverse e così ho fatto. - E finalmente, dopo trent’anni, arrivò “ Morirò d’amore”, il brano che Giuni Russo presentò a Sanremo nel 2003 .

Un brano che mette insieme musica leggera, elettronica e musica classica e che si posizionò al settimo posto. - E’ una canzone scritta da tre donne, una poesia d’amore senza pretese - così la definì l’autrice in un’ intervista. Aggiungendo: - Quando la verità esce da un’artista, non c’è niente da fare, la verità incontra il pubblico. L’autenticità fu  per lei un valore imprescindibile, al quale non rinunciò, pur mettendo a rischio la sua carriera, sapendo di scegliere la strada più difficile e tortuosa.

Purtroppo , dopo aver lottato per sconfiggere il cancro, nel 2004 la cantante non ce la fa a vincere sul male e lascia questo mondo all’età di 53 anni e viene  sepolta, come aveva richiesto, nel cimitero del Convento di Santa Teresa del Bambin Gesù a Milano. Franco Battiato la definì “piena di energia, vitale e quindi contagiosa… in possesso di un’estensione vocale veramente impressionante… Ci univa qualcosa che hanno solo gli isolani, dei sentimenti che nella terraferma non si trovano…forse perché siamo isolati, contornati dal mare”.

  Josepha Billardello

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