Ultime della sera: “La rivoluzione parte dalle ragazze”

L’emancipazione femminile attraverso la musica rock

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
20 Settembre 2022 18:17
Ultime della sera: “La rivoluzione parte dalle ragazze”

Non è passato tanto tempo dal 1946, anno in cui in Italia fu riconosciuto anche alle donne il diritto di voto. Da allora è stato un susseguirsi di lotte per ottenere parità di diritti e per conquistare pari dignità con gli uomini.

Ancora oggi nel nostro paese si combatte affinché si sradichino certe convinzioni riguardo al mondo femminile e ancor più certe ideologie che le vedrebbero ancora chiuse in casa a sbrigare le faccende, a crescere la prole, a fare le donne devote a uomini cui, secondo alcuni, compete solo il guadagnare dei soldi per poi esercitare in famiglia una forma di autocrazia che troppo spesso non lascia spazio a nessuno dei componenti la famiglia.

Contemporaneamente alle vicende politiche anche l’arte ha contribuito non poco in questa opera di emancipazione femminile: dalle opere figurative a quelle musicali le donne hanno voluto sempre più dire la loro e affermare la propria identità.

Finalmente oggi a scuola si studiano anche le figure di spicco femminili del passato, rivalutandone la capacità intellettiva a discapito della mera questione estetica che vorrebbe le donne relegate a oggetti da mettere in mostra cui il principale obiettivo sarebbe quello di apparire belle, leggiadre, sexy ma sempre sottomesse a qualche figura maschile, secondo un cliché che ormai appartiene a società del passato e non certo a quelle evolute dei nostri tempi.

In tutto questo discutere (a volte animatamente) di diritti ed emancipazione possiamo chiederci come crescono le giovani ragazze italiane cercando in quello che sono oggi le loro attività e le loro ambizioni ed io la risposta l’ho trovata nelle Revolution Girls, una band musicale composta da quattro ragazze dai quattordici ai diciotto anni, studentesse modello a scuola e rocker impegnate quando si riuniscono per suonare, facendo entrambe le cose con estrema professionalità.

Le ho seguite questa estate nel loro tour per le piazze di contrade e comuni siciliani assistendo al successo che stanno conquistando giorno per giorno e raccogliendo il parere del pubblico dopo ogni esibizione, rilevando che viene subito percepita la loro forza emotiva trasmessa dal sound granitico che producono assieme. Ma lasciate che vi parlo un po’ di loro.

La frontwoman del gruppo è Nene Kind, nome d’arte di Irene Gentile, classe 2008, capello fluente con frangetta e occhio birichino, secchiona a scuola ma estroversa e con una voce dalla grande capacità interpretativa già a soli quattordici anni. Ha una personalità che riempie il palco e lascia tutti incollati alle proprie labbra. Intrattiene con la sua verve il pubblico e interagisce con esso come se facesse questo mestiere da sempre. Suona anche il pianoforte e le tastiere e se occorre non te la manda a dire, ha le idee chiare su sé stessa e sul futuro della band con la quale condivide il sogno di un tour oltre oceano.

Alla chitarra c’è Aurora Di Nino, diciotto anni appena compiuti, anche lei cantante e pianista ma in questa formazione sfodera chitarre elettriche mitologiche quali Stratocaster, Telecaster e Diavoletto (SG) tutte con un suono robusto e pregnante. Suona e si agita con Nene sul palco e quando è l’ora di sfoderare il distorsore per gli assoli ha l’abitudine di mettere la gamba destra su una delle casse spia del palco, articolando veloci le dita e facendo ululare la chitarra sotto gli occhi sgranati dei presenti. Tenerla ferma è praticamente impossibile.

Al basso elettrico c’è Chiara Fortunato, quindici anni, aplomb inglese, appassionata di Formula 1, dizione perfetta e colonna portante della sezione ritmica con un suono avvolgente e caldo, una presenza statuaria che domina il palco e tiene tutto sotto controllo dietro un’apparente menefreghismo che non esita a mostrare se viene intervistata, tiene le fila di tutta la performance tessendo le linee melodiche del basso sui colpi sincroni della batterista, Giulia Mangialomini, classe 2004, che è una vera furia dietro i tamburi.

Di Giulia vengono molto apprezzati l’interplay con Chiara e i finali roboanti a suon di doppia cassa e crash colpiti all’impazzata. Ha come hobby i giochi di prestigio ma lamagia vera la fa con la batteria quando costruisce sapientemente la ritmica dei brani. Ama scherzare e sa essere demenziale creando sempre situazioni molto divertenti con le sue gag basate sulla propria ansia, che ormai sono un must della band.

Tutte insieme sono una forza della natura. Femministe, altruiste, egocentriche in modo sano, sagaci, belle e soprattutto vere, sono la rappresentazione delle donne odierne e l’anticipazione di quelle che verranno.

Se chiedi loro qual è la canzone con cui chiudono i concerti, rispondono “…il brano che come titolo ha quello che ci auguriamo sia il continente dove apriremo il nostro tour mondiale, America di Gianna Nannini…”!

Vi do un consiglio: seguite sui social le Revolution Girls perché da loro c’è da molto da imparare, nonostante siano davvero molto giovani.

di Riccardo RUSSO

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

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