Ultime della sera: "La Blue Cafè"

La barca a vela etica per sogni “speciali”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Settembre 2022 18:40
Ultime della sera:

In una mattina d’estate Gianni, Gabriele, Luca, Vito, Giulia, indossano le loro magliette blu, il costume e i pantaloncini. “Mollo tutto e vado in barca a vela” recita il loro motto stampato a chiare lettere sulle magliette. Ognuno di loro prepara meticolosamente il proprio zaino. Telo mare, cambio, solari, occhiali scarpe da barca. Gianni ha preparato il pranzo a sacco. “Gianni è un cuoco provetto”, mi dice Andrea Pennisi lo psicologo de La Casa di Toti, “ama il dolce e il salato e ha fantasia, lo aiuta Luca che è diventato il suo braccio destro, a bordo però Luca per Gianni, è una sorta di Allievo Ufficiale di Coperta indisciplinato, preferisce prendere il sole”.

Intanto ci si imbarca sul pulmino. La musica a palla, ciurma ed equipaggio cantano a squarcia gola e la canzone su Spotify va per fatti suoi. Anche il pulmino è una sorta di laboratorio su strada. I ragazzi se ne prendono cura meticolosamente: lo puliscono dentro e fuori, l’Allievo Ufficiale di Macchina Gabriele si assicura che ogni cosa sia al posto giusto. “Il nostro pulmino fa il suo dovere. Non ci ha mai lasciato a piedi, come accadeva con quello di prima”, puntualizza Gabriele.

“Anche il pulmino è frutto di un dono di imprenditori della nostra isola”, “ma la barca solidale è merito principalmente delle SIFI di Catania” precisa Muni Sigona ideatrice del progetto. Si parte. Chi sta nei posti davanti, accanto al conducente chiacchiera sereno, chi sta nei posti centrali fa un po’ fatica a sentirsi l’uno con l’altro ma capta l’intera discussione, chi siede nei posti dietro ha l’impressione di viaggiare in un’altra vettura a metà tra un carro armato e una diligenza.

Ma la meta è distante solo mezz’ora di auto. È un tempo necessario anche quello però. Si ribadiscono i compiti, si ripetono le regole, si stempera l’ansia. Gabriele prenderà la carriola per i bagagli, a spingerla nella giusta direzione saranno in due: lui e Luca che si accerterà che non finisca in acqua lungo il tragitto sul pontile galleggiante. Vito terrà per mano Giulia che ha timore: “Vito è un bravo ragazzo, dice Giulia, mi tiene la mano e mi rassicura”. La ciurma sfila sul pontile e saluta tutti gli altri ospiti proprietari delle barche ormeggiate.

“Com’è il mare? Com’è il vento? L’Inter che ha fatto? E il Napoli?”. Davanti alla poppa della barca ormeggiata tutti si fermano. Aspettano Gianni con le chiavi. Lui sale a bordo per primo insieme a Corrado Paternò, responsabile della Blue Cafè. Accendono il motore, aprono il portellone per entrare all’interno, Gianni apre gli oblò e l’aria circola. Poi prende i cuscini e aspetta che salga anche Luca per sistemarli. A uno a uno, avvicinata la poppa al pontile, con l’aiuto di tutti si sale a bordo.

“È un’operazione delicata”, sottolinea Pennisi, “ciascuno di questi ragazzi ha il suo drago da sconfiggere, un po’ come tutti noi del resto, ma la vera impresa è provarci ogni giorno”. E inizia un’altra avventura. La Blue Cafè, la vela sottratta al traffico umano e assegnata alla Casa di Toti è diventata un vero e proprio laboratorio galleggiante. Paternò afferma: “A casa di Toti si diventa un po’ tante cose. Siamo giocatori di una piccola squadretta di calcio, siamo diventati bravissimi nel riordinare il nostro garage pieno di mille cianfrusaglie, siamo esperti nel pulire il giardino e a volte diventiamo pirati.

Proprio così, pirati. A bordo della nostra barca etica siamo al sicuro nel nostro rifugio galleggiante in cui noi, un po’ ciurma, un po’ capitani di lungo corso, ciascuno col suo ruolo, ci inventiamo la gioia di progettare le nostre uscite in mare. Kambusa, acqua potabile, letti per chi non si sente proprio al top e una gran voglia di metterci in gioco, ciascuno con la propria consapevolezza di essere parte di un equipaggio un po’ speciale in cui ognuno è indispensabile nel proprio semplice ruolo, ma anche spalla dell’altro.

A sera poi, sul prendisole che diventa un tappeto magico, accompagnati dal rumore delicato del mare, è bellissimo stare a guardare le stelle e ricominciare a sognare”. In un angolo della prua Muni e Michele, mamma e papà di Toti, si tengono per mano e guardano lontano: sperano che questo sogno continui e sappia camminare sulle proprie gambe.

di Marcella BURDERI

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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