Ultime della sera: “Invito e Risposta”

O degli ‘ammortizzatori sociali’, diversamente intesi, in particolare nelle relazioni tra i due sessi…

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
22 Dicembre 2021 19:00
Ultime della sera: “Invito e Risposta”

Ci sono motivetti musicali che ronzano nella testa di tutti senza che nessuno ne conosca il titolo, tantomeno, l’autore.

Per esempio, se vi chiedessi: “come fa ‘Il tangaccio’?” forse riceverei solo occhiate interrogative in risposta…

Ma se mi mettessi a canticchiare: “Scusi, vuol ballare con me?” tutti rispondereste “grazie, preferisco di no”.

Che poi sarebbe, più o meno, la risposta che, quando si ballava in coppia, i maschietti ricevevano quasi sempre, a meno che non si chiamassero John Travolta, nel qual caso, secondo la leggenda, non solo non se la tirò manco la compianta principessa Diana, ma fu proprio lei a proporsi, in onta a qualunque regola o convenzione.

Nei precisi termini di cui sopra, invece, fu ricevuta da un giovanissimo Giulio Rapetti che, non si sa bene se per vendetta, o per guadagnarsi il pane, dato che all’epoca scriveva testi per lire 5.000 cadauno, o se per entrambe le ragioni, ci scrisse su una canzone: ebbene sì, anche il testo del tangaccio (non proprio una lirica in verità), è stato scritto dal grande Mogol.

“Tratto da una storia vera”, quindi, come ha raccontato di recente in TV, intervistato da Luca Barbarossa: domanda così di rito formulata e riscontrata in un modo che, acutamente, Barbarossa ha qualificato come “offensivo, ma gentile”, come denuncia l’uso del verbo ‘preferire’

Ove la signora si fosse premurata di non urtare l’invitante, infatti, avrebbe avuto a disposizione una marea di altri verbi, a cominciare da “dolere” (i piedi, la testa, la schiena per tacere di altre parti meno nobili) fino ad “impegnare” (sono già impegnata per questo ballo, ho già impegnato tutto il carnet, ho preso l’impegno di non ballare stasera).

Tutte fesserie, si capisce, ma che fanno parte del gioco: vere e proprie schermaglie, tra le infinite che, per secoli, hanno caratterizzato gli approcci tra maschietti e femminucce: non è un caso che “invito” e “risposta” sono pure figure della scherma.

Ma rispondere “preferisco di no” significa apertamente: “non voglio perché me lo stai proponendo tu”: una risposta dritta al ‘bersaglio grosso’, per restare in tema di lame impugnate.

Una mancata carineria gratuita? O è sempre meglio evitare giri di parole? Meglio la diplomazia o la schiettezza?

Non è certo un tema che si può affrontare ed esaurire in queste poche righe. O, se preferite: “Ma che pretendete? Che la risolva ora io ‘sta questione in piedi da secoli?”

Per tacere delle vie di mezzo tra franchezza ed ipocrisia, sempre a forte rischio di comico o grottesco, salvo offrire, ma di rado, spunti di geniale ironia: come in quella formidabile battuta di non so quale film, ove un giovanotto propose sfacciatamente ad una ragazza appena conosciuta qualcosa come “sesso selvaggio a base di pratiche estreme” già dallo stesso pomeriggio e lei, di rimando: “sarei tentata ma….no, grazie!”

Tranchant, ma anche no….buone feste a tutti!

di Danilo MARINO

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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