Ultime della sera: “Il ricordo del muro di Berlino”

Democrazia e libertà attraversano e distruggono gli infiniti muri costruiti dagli uomini

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
09 Novembre 2021 19:00
Ultime della sera: “Il ricordo del muro di Berlino”

Era il 9 novembre 1989 quando il ministro tedesco della Propaganda Gunter Schabowsky nel tardo pomeriggio annunciò improvvisamente la decisione di garantire la libertà di viaggio verso l'Ovest. "Da stasera la frontiera è aperta". Con questo annuncio si dà il via allo smantellamento del Muro di Berlino, il principale simbolo della Guerra fredda, fatto costruire nel 1961. Appena appresa la notizia, gli abitanti di Berlino Est iniziarono ad arrampicarsi sul muro e ad oltrepassarlo. In tre giorni, due milioni di persone passano il confine sancendo la fine di un'epoca segnata dalla Guerra Fredda e dalla contrapposizione tra le due superpotenze egemoni sulla scena mondiale: Stati Uniti e Unione Sovietica.

La verità, racconta la storia, è che il muro cadde quando nessuno se l'aspettava anche se in qualche modo era stato preannunciato dalle fughe estive di tedeschi orientali attraverso Ungheria e Cecoslovacchia e dalle dimissioni, il 18 ottobre, del leader della Ddr, Erich Honecker, che ancora a gennaio aveva preconizzato vanamente altri "cento anni di Muro". Accadde che dopo diverse settimane di disordini pubblici, il Governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse.

Le guardie, colte di sorpresa da un afflusso così massiccio, chiesero ordini su come comportarsi, ma comunque alzarono le sbarre bianche e rosse permettendo a tutti di passare senza controlli: una resistenza senza equipaggiamenti anti-sommossa, del resto, era tecnicamente impossibile o sanguinosamente inutile.

Per tutta la notte, ci fu solo la grande festa di un popolo riunito. Per 28 anni questa barriera di cemento armato lunga 155 chilometri aveva diviso fisicamente la capitale tedesca in due parti: la Berlino Est, controllata dall'Unione Sovietica e la Berlino Ovest, zona di occupazione americana, britannica e francese. La costruzione era iniziata nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 per bloccare il flusso di cittadini che dall'est emigravano verso ovest, in cerca di condizioni di vita migliori. Inizialmente costituito da pali e filo spinato, negli anni successivi il muro era stato ampliato e reso sempre più impenetrabile.

Due lunghe file di blocchi prefabbricati di cemento armato alti 3 metri correvano parallele lungo il confine, controllate da torrette e posti di blocco. Nel mezzo, una lingua di terra nota come "la striscia della morte", presidiata da cecchini. Si stima che oltre duecento persone siano state uccise dalle guardie mentre provavano a fuggire verso Berlino Ovest. In cinquemila circa riuscirono a varcare il confine, utilizzando diversi stratagemmi tra cui bagagliai con il doppio fondo e tunnel scavati al di sotto del muro.

La caduta del muro di Berlino aprì la strada per la riunificazione tedesca che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.

La caduta del muro di Berlino, simbolo della vittoria della democrazia, della riapertura dei confini, del ricongiungimento e della libertà, non segnò solo la storia della Germania ma anche dell'Unione Europea e del mondo intero.

Data fondamentale anche ai giorni nostri, per non dimenticare mai quanto la storia sia maestra ed elemento di grande importanza per comprendere il presente. Un presente in cui le parole Democrazia e Libertà devono ancora raggiungere il loro pieno significato non sempre compreso da tanti sia in Europa che nel mondo intero.

Passi avanti sono stati sicuramente fatti e rispetto a 30 anni fa molto è cambiato, ma altrettanti passi in avanti vanno ancora effettuati.

di Roberto MARRONE

La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

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