Ultime della sera: giù le mascherine per ritrovare i segni ed incrociare i volti

La veglia e la qualità della nostra attenzione, in un’epoca di distrazione di massa, sono espressioni davvero importanti

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Luglio 2022 18:40
Ultime della sera: giù le mascherine per ritrovare i segni ed incrociare i volti

Se stiamo attenti ai segni che ci arrivano dall’ambiente, allora la vita diviene un viaggio di conoscenza e ci desta e si disvela con i suoi mille segreti.

L’immenso azzurro del cielo che sfiora quello del mare, è un panorama povero?

Il silenzio di un bosco ignaro del frastuono urbano, è una condizione imbarazzante?

Sono situazioni che invitano la persona attenta a sfiorare il segreto della vita, a toccare il centro della verità.

Tali interpretazioni fatichiamo a farle ed a volte ci mancano, anche perché la vita ci riporta rapidamente in mezzo alle strade trafficate, agli scaffali del 3X2, alle code interminabili, alla routine dell’agenda, agli impegni affannosi.

Può accadere invece, che se siamo vigili, da una porta socchiusa il segno si ripresenti, aprendo la nostra anima ad una gioia inaspettata provocata da un concerto di “luce ed energia”.

La realtà non è solo brutale caos, bensì è ricca di segni. Se ci sentiamo in viaggio, possiamo coglierne molti.

La mascherina ci ha fatto provare la siderale distanza dalla realtà, ci ha tolto il sapore delle relazioni, ci ha anestetizzato i sensi e sottratto i volti delle persone. Non potevamo permetterci di sentirci in viaggio verso la vita, attorno a noi c’era una profonda e toccante esperienza di confronto con la morte.

Questo minuscolo arnese sanitario, fatto di “tessuto non tessuto” che si attorciglia dietro le orecchie e si abbarbica sul nostro naso e sulla nostra bocca, spesso appannando la nostra vista, è stato capace di ottundere i nostri sensi e di condizionare tutti i nostri viaggi verso la vita. Un vero simbolo della transizione sanitaria ed aggiungerei antropologica.

Togliere la mascherina è stato un gesto liberatorio per tutti!

L’inibizione dell’uso dei nostri sensi, l’imbarazzo nelle relazioni, la mancanza dello sguardo altrui, la scorta di derrate alimentari, trivellamenti delle vie respiratorie, ipocondrismo cronico, la filtrante presenza tecnologica di uno schermo a proporci un fuori di noi, voci metalliche, l’eleganza nel vestire a mezzo busto, i click spasmodici su device di ogni formato, le zoommate catatoniche, …

Chi non si sente liberato da tutto ciò?

Per riprenderci cosa? Per riconquistare che?

Gradualmente le mascherine saranno parte del passato, ma ora ci fa gioire recuperare i volti della gente, di familiari, amici e conoscenti, ma anche di persone sconosciute, oppure lontane.

Il post pandemia equivale al tempo di ricostruzione di rapporti e allo svelare di volti e al ritrovare segni, perché qualcosa si è frapposto tra noi e gli altri (restrizioni, spazi interdetti, lontananze, assenza di contatto), da quando il volto è stato spesso coperto.

Tutto ciò ha un’enorme portata simbolica, come ci indica Emmanuel Levinas, di cui proponiamo un breve brano. (Totalità e infinito, Jaca Book, Milano 1980)

«Il volto si sottrae al possesso, al mio potere, l’espressione, si muta in resistenza totale alla presa. Infatti, la resistenza alla presa non si produce come una resistenza insormontabile, come durezza della roccia contro cui è inutile lo sforzo della mano, come lontananza di una stella nell’immensità dello spazio. L’espressione che il volto introduce nel mondo sfida il mio potere di potere. Il volto, ancora cosa tra le cose, apre un varco nella forma che per altro lo delimita.

Il volto mi parla e così mi invita ad una relazione che non ha misura comune con un potere che si esercita, foss’anche godimento o conoscenza. Nell’espressione un essere si auto-presenta e quindi fa appello a me, non è il neutro di un’immagine, ma una sollecitazione che mi riguarda con la sua miseria e la sua Maestà. Manifestarsi come volto significa imporsi al di là della forma, manifestata e puramente fenomenica, presentarsi in modo irriducibile, come la rettitudine stessa del faccia a faccia, senza la mediazione di nessuna immagine nella sua nudità, cioè nella sua miseria e nella sua fame.

Manifestarsi equivale ad invocare l’interlocutore e ad esporsi alla sua risposta e alla sua domanda. L’infinito si presenta come volto che paralizza il mio potere e si erge duro ed assoluto dal fondo degli occhi senza difesa. La comprensione instaura proprio la prossimità dell’Altro. L’essere che si esprime si impone, ma appunto facendo appello a me con la sua miseria e la sua nudità — con la sua fame — senza che io possa restare sordo al suo appello.»

Durante la pandemia abbiamo visto persone che si sono prese cura degli altri, con sacrificio e promozione del bene pubblico; ma abbiamo altresì visto anche chi ha dato il peggio di sé in corruzione, illegalità e mancanza di dedizione verso il prossimo.

A ciascuno di noi, spetta, rileggere quante relazioni logore prepandemiche ci trasciniamo dietro, così come le tante mascherine che abbiamo indossato, ancor prima di indossare quelle sanitarie e da quanti volti ci siamo lasciati interrogare, perché l’altro rappresenta la differenza che interroga il nostro io, quella “relazione con l’infinito che si presenta come volto e paralizza il mio potere e si erge dura ed assoluta dal fondo degli occhi senza difesa. La comprensione instaura proprio la prossimità dell’Altro”.

La differenza, la diversità, la dovremmo curare e tenere cara come ricchezza della biosfera.

Si può ripartire solo se abbiamo le idee chiare su ciò che fonda le nostre relazioni come su ciò che le distrugge.

Se stiamo attenti ai segni che ci arrivano dall’altro, dal suo volto, allora la vita diviene un viaggio di conoscenza e ci desta e si disvela con i suoi mille segreti.

di Cinzia ROSSI

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza