Ultime della sera: “Da un’emergenza all’altra…”

Ci sarà una “normalità”?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Giugno 2022 18:40
Ultime della sera: “Da un’emergenza all’altra…”

Mentre mi accingo a scrivere (emergenza di redazione…), attraversa la mia mente un ampio quadro che spazia tra pensieri di normalità e pensieri collegati alla contingenza dei tempi che viviamo.

Mi chiedo, tuttavia, cosa sia realmente la normalità? Abitudine; routine; oppure la capacità di sapere e potere affrontare le situazioni che si presentano aldilà delle attese e della ripetitività delle stesse?

Mentre scrivo sono iniziati gli esami di maturità in presenza e con prove scritte: normale in realtà se non fosse che gli studenti si lamentano di questa normalità che riprende dopo due anni di emergenza pandemica che li ha visti impoveriti sotto tanti aspetti.

Mentre scrivo è tornata l’estate da ieri: il normale alternarsi delle stagioni se non fosse che avvertiamo tutti come il mondo sia ormai oppresso da un soffocante e non consueto calore ma soprattutto dalla siccità che sta sconvolgendo panorami, cicli biologici e naturali e sta provocando catastrofi alimentari che prefigurano all’orizzonte scenari che potrebbero portare a vere e proprie guerre per l’acqua.

Si, guerra ! Mentre scrivo se ne combatte una che, aldilà della ferocia che sta manifestando sul campo e aldilà delle diaspore umanitarie che provoca, sta determinando un antagonismo al quale non eravamo più abituati e che purtroppo fa leva sul controllo e la gestione delle principali e più preziose risorse che caratterizzano la nostra vita: gas, petrolio, grano, vie di navigazione, collaborazioni commerciali.

Mentre scrivo il nostro parlamento è scosso da un ennesimo riassetto degli schieramenti a dimostrazione (se ve ne fosse bisogno) della fluidità delle posizioni, scarsa maturità democratica ed opportunismo spesso orientato a difesa di posizioni personali o di nicchia invece che del bene pubblico. Ma anche questo fenomeno può essere figlio dell’emergenza o trovare in essa buona scusa.

Insomma, da un’emergenza all’altra… Ci siamo dentro e le dimentichiamo velocemente quasi confidando sempre in qualcosa, qualche evento o circostanza, fatto o atto che alla fine ci salverà da ogni situazione. Lo sguardo di tutti appare sempre più proiettato all’oggi che non al futuro. L’emergenza ci fa abbassare pericolosamente lo sguardo !

E ciò senza ascoltare (o facendo finta di ascoltare) le grida che si levano dai giovani per ottenere garanzie sul futuro; dai popoli che da sempre convivono con siccità, denutrizione e guerre.

Forse, in realtà, non siamo mai stati così bravi a rialzare lo sguardo e quasi certamente la colpa delle emergenze sin qui capitate agli altri è da imputare a chi non ha voluto udire o guardare sotterrando la testa sotto la sabbia.

La mia impressione è che tutto questo non sarà ancora a lungo possibile ed esistono importanti segnali che non possiamo sottovalutare che ci devono indurre a cambiare atteggiamento e rotta.

Nessuno è esente da colpe e nessuno si può chiamare fuori da ruoli di responsabilità su come il futuro procederà: ognuno di noi deve cominciare a fare del suo cambiando stili di vita (risparmiando acqua, benzina, gas; attenzionando l’alimentazione, i rifiuti, vivendo responsabilmente e partecipando consapevolmente alla vita democratica etc.).

Le emergenze (persino quelle finanziarie) sono il campanello d’allarme che stiamo tenendo sotto forte stress tanti aspetti della vita quotidiana; che stiamo forzando la mano su tanti comparti che caratterizzano il nostro vivere e il vivere degli altri n..miliardi della popolazione mondiale.

Sarebbe bello riuscire a prevedere in tempo le emergenze. I fatti hanno dimostrato che nessuno è in grado su certi fatti. Tuttavia possiamo migliorare e dobbiamo farlo nel gestire in anticipo tante criticità che abbiamo trascurato e che abbiamo arenato tra le pastoie della burocrazia: prevenire è meglio che curare! Noi italiani siamo molto bravi nelle emergenze ma non altrettanto nella programmazione. Sarà il caso di cominciare a cambiare prospettiva perché altrimenti, un paese che ha come uniche sue grandi risorse il suo ingegno (spesso emigrato), la cultura, la fantasia, il sole, il mare e i mandolini ma non ha materie prime per far girare tutto questo, si troverà sempre più spesso impantanato tra le emergenze ed esse prima o poi sfuggono di mano.

di Mare CALMO

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

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