Ultime della sera: “C’era un ragazzo…adesso va nel Vietnam e spara ai Vietcong…”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
26 Agosto 2020 18:12
Ultime della sera: “C’era un ragazzo…adesso va nel Vietnam e spara ai Vietcong…”

Rileggendo i “Dispacci dal fronte” di Steinbeck mi sono ricordato di questa canzone. La cantavano anzi la cantavamo tutti. Lui non aveva fatto le guerre perché non gradito dall'FBI in quanto “sovversivo”. “ Considerando i dubbi sostanziali sulla lealtà e sul riserbo del soggetto, si raccomanda di non esprimere parere favorevole ad una eventuale nomina ad ufficiale dell'Esercito degli Stati Uniti” così recitava la nota G-2: IX-O/S-1043c del 1943 dei servizi segreti delle F.A. Romanzi come Uomini e Topi o Furore non potevano non “pesare” ideologicamente su di lui ma considerato il successo ed il Pulitzer allora conferitogli, il sistema ob torto collo dovette fare buon viso a cattivo gioco.

Ma Steinbeck in guerra ci andò ugualmente. Sia nella Seconda che nel pantano del Vietnam come corrispondente di guerra. Nel '62 gli fu conferito il Nobel per la Letteratura. Addirittura Lindon Johnson lo voleva come come corrispondente della Casa Bianca ma lui rifiutò e vi andò ugualmente per conto del Newsday di Harry Guggenheim suo fraterno amico.

Nonostante legato da una forte amicizia con Johnson non riusciva ad accettare in pieno i motivi di quel conflitto. Non fu tenero neanche nei confronti dei "plodding protest marchers" di allora: “...Un po' dell'energia usata per sostenere cartelloni non potrebbe essere dedicata a vuotare padelle e a pulire ferite infette? Questa sì sarebbe una vera protesta contro la guerra...” Lui l'orrore di quella sporca guerra, la più sporca dopo la Seconda, lo viveva ogni giorno in prima persona armato solo di taccuino, macchina fotografica, un elmetto e giubbotto con scritto PRESS che di certo non fa deviare un proiettile di AK47! A proposito di proiettili; una cosa lo incuriosì molto riguardo a quelli usati dai cecchini VCG.

Alcuni di loro giacevano con la testa fracassata accanto ai loro Kalashnikov con le culatte esplose. Ne dedusse che evidentemente nelle fabbriche di munizioni cinesi disseminate nel Vietnam del Nord qualcuno nel suo piccolo le sabotava aumentandone la dose di esplosivo. Non lo facevano su larga scala per non destare sospetti. Anche questa si chiama resistenza che sebbene ininfluente contribuì però a minare la fiducia dei VCG riposta nell'AK47 considerato ancora oggi il miglior fucile d'assalto mai realizzato.

Il 3 Febbraio 1967 nel suo dispaccio per me più bello scrisse: “Viene sempre il momento di fare i conti e in guerra i conti sono sempre tristi… Per me tutte le guerre sono cattive. Non esistono buone guerre e non credo che esista un soldato pronto a darmi torto.” ma molti di noi allora non la pensavano così. La Cina ed il pensiero maoista affascinava... il professore ed il contadino scambiati nei loro ruoli!!! Ricordo una volta una dichiarazione in particolare da parte di un “gerarca del popolo” che mi lasciò basito: “ Se Beethoven fosse vissuto ai giorni nostri si sarebbe vergognato di ciò che aveva scritto”!!! Per me che non mi perdevo un'opera al Teatro Massimo o un concerto al Biondo era troppo e loro erano troppo cretini agli occhi del sottoscritto per continuare a prestar loro fede.

Il potere alle masse era la frase che in tanti si sbrodolavano addosso senza neanche conoscere il significato della parola oclocrazia che è quanto di più deleterio si possa adottare come forma di Governo. Da 24 secoli circa nessuno è riuscito a smentire Platone: la democrazia degenera in tirannia nel momento in cui il popolo si governa da solo. In termini terra terra qualcuno di voi si sente di asserire che le masse abbiano mai contato qualcosa? Adesso vi starete chiedendo. E la canzone di Morandi che c'entra? C'entra...c'entra e quel povero ragazzo che ci lasciò le penne sparando ai Vietcong per me torto non ne aveva.

Anzi ne doveva ammazzare ancora di più prima di essere abbattuto e se dovessi paragonare il VCG con un soldato del passato non avrei esitazione a definirlo una SS della Divisione Goering. Con questo non vorrei che si pensasse che avessi stima degli americani attenzione. Anche loro ne combinarono e di terribili. Steinbeck morì nel Dicembre del 1968 e pur non avendo assistito all'escalation della guerra è sempre stato un convinto assertore del principio di autodeterminazione di qualsiasi popolo.

Nessuno è esportatore di democrazia e la libertà nella sua vera accezione del termine è un bene che si conquista da soli e senza aiuto alcuno perché questo genere di “aiuti” costa ed è sempre poi soggetto ad un conto da pagare. Ogni conflitto è figlio del suo tempo e quello fu il tempo della Guerra Fredda con il Mondo diviso in due parti ideologicamente contrapposte. La foto a corredo del pezzo, quella con l'elicottero buttato in mare dalla Saratoga risale al 30 Aprile 1975 cioè alla caduta di Saigon.

Si liberava il ponte per permettere di atterrare a quanti fuggivano con i piccoli aerei dal Vietnam del Sud. Steinbeck consapevole che la guerra fu iniziata da J.F. Kennedy e prevedendone forse l'esito finale chiese al suo amico Johnson il disimpegno degli USA già molto prima della sua morte. Non fu ascoltato ma Johnson forse il repubblicano più democratico di sempre ottemperò nonostante le forti critiche e resistenze a quanto programmato da JFK prima del suo assassinio e cioè a conferire allo scrittore la massima decorazione degli Stati Uniti: la Presidential Medal of Freedom.

  Corrado Sansone.

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