Questa mattina la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, diretta da Valeria Li Vigni, ha effettuato il recupero dei rostri cosiddetti 21 e 22 nelle acque antistanti l'isola di Levanzo. Quest'ultimo rostro, verosimilmente punico, era stato già individuato da Sebastiano Tusa e porta a venticinque il numero dei rostri ad oggi individuati nello specchio d'acqua che ha visto svolgersi la famosa battaglia delle Egadi del 241 a. C. Adesso i due rostri si trovano presso l'ex stabilimento Florio dove verranno desalinizzati e posti a restauro, in attesa di essere esposti al Museo nell’area dedicata alla Battaglia delle Egadi.
«Prosegue con successo la collaborazione con le organizzazioni internazionali alla ricerca di testimonianze che documentano la presenza di reperti sui fondali marini», dichiara Alberto Samonà, assessore dei beni culturali e dell'identità siciliana. «L'attività della SopMare continua ad arricchire il mosaico dei ritrovamenti archeologici siciliani in una stagione di grande fermento ed entusiasmo per i risultati conseguiti».
Il recupero, come anche la documentazione del carico del relitto che si trova a 90 metri di profondità, è stato effettuato con l'utilizzo della Hercules, la nave di ricerca e indagine oceanografica della RPM Nautical Foundation, organizzazione statunitense no-profit nata con lo scopo di sviluppare la ricerca archeologica subacquea e al fianco della Regione Siciliana nella ricerca in mare. Il delicato e impegnativo lavoro subacqueo è stato realizzato con la collaborazione degli specialisti italiani di immersioni profonde della SDSS. La catalogazione, sulla base dei filmati subacquei, ha inoltre mostrato nel relitto profondo individuato da qualche giorno nell’area limitrofa, la presenza di differenti tipologie di anfore a testimonianza del trasporto di diversi prodotti: Vino, garum - una salsa liquida di interiora di pesce e pesce salato che gli antichi romani aggiungevano come condimento a molti piatti -, grano.
«Le Egadi sono un'inesauribile miniera di storia - fa sapere il sindaco Francesco Forgione - un patrimonio inestimabile del Mediterraneo e dell'intera umanità. È sempre un'emozione rivedere alla luce un pezzo di storia millenaria che custodiremo con cura nel museo dell'ex Stabilimento Florio con il contributo dell'Area Marina Protetta. Grazie alla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, agli archeologi e ai sub, alla RPM Nautical Findation per le loro ricerche e la loro attività, la loro passione e il loro impegno scientifico».