“Si intitoli una via adeguata al mitico com. Petralia (Vincenzo Modica)”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
19 Febbraio 2014 16:04
“Si intitoli una via adeguata al mitico com. Petralia (Vincenzo Modica)”

La sera dell'otto settembre del 1943, il maresciallo Badoglio, capo del governo rese uffi-ciale la notizia dell'armistizio firmato il tre settembre a Cassibile in Sicilia.Vincenzo Modica,

nato a Mazara del Vallo nel 1919, ufficiale presso il Nizza Cavalleria, quel giorno si trovava a Pinerolo in Piemonte.Partito volontario nel 1940, l'esperienza nell'esercito fascista e l'amicizia con Pompeo Co-lajanni, gli avevano fatto maturare una consapevolezza tale per cui, alla notizia dell'armistizio non ebbe dubbi e diventò partigiano.

Diciotto mesi durò la lotta contro tedeschi e fascisti. Dura e crudele, senza esclusione di colpi. Vincenzo divenne uno dei comandanti della Brigata partigiana Garibaldi in Piemonte assumendo come nome di battaglia "Petralia".

Partecipò a battaglie e scorrerie finché, alla fine del 1944, fu gravemente ferito. Un caso impedì che ricevesse il colpo di grazia. Ricoverato in ospedale, un altro caso impedì che fos-se riconosciuto come il comandante Petralia.

Il 5 maggio del '45, Vincenzo Modica, da Mazara del Vallo, il più meridionale dei partigiani, con ancora il braccio ferito legato al collo, fu l'alfiere porta bandiera della grande manifesta-zione partigiana che si svolse nella Piazza Vittorio Veneto di Torino.Ancora oggi dopo settant'anni da quell'otto settembre il suo nome rimbomba nelle vallate del cuneese suscitando rispetto ed ammirazione.Rimasto in Piemonte divenne un imprenditore di successo.In uno dei ritorni a Mazara consegnò i suoi scritti alla biblioteca comunale che non ebbe la cura di conservarli. Venne pure contattato da un politico locale il quale, dopo avergli dato un appuntamento, non lo rispettò senza avere avuto l'educazione di giustificarsi.

Nel 2002 pubblicò il libro di memorie "Dalla Sicilia al Piemonte, Storia di un comandante partigiano".

Nel 2003 il Comandante, come dicono gli alpini, andò avanti. Alle sue esequie furono pre-senti tutte le organizzazioni partigiane, partiti politici, i gonfaloni delle città piemontesi dove aveva combattuto e dopo la guerra svolto con successo le sue attività imprenditoriali. Il gon-falone del Comune di Mazara invece fu miseramente assente.

Nel 2004 venne pubblicato il mio libro "Petralia, il picciotto di Mazara del Vallo che diventò comandante partigiano in Piemonte".

Nel novembre del 2012 l'on. Novelli, ex sindaco di Torino, presidente dell'Anpi della Re-gione Piemonte e Vittorio Cimiotta, vice presidente della Fiap, sostennero la mia proposta di intestare una via, piazza o scuola al comandante e inviarono al Sindaco del Comune di Ma-zara una specifica richiesta.

In questi giorni di metà febbraio, trovandomi a Mazara, ho avuto modo di vedere la via che la Commissione Toponomastica ha intitolato al Comandante Petralia.Una anonima via di periferia senza asfalto (vedi foto), sommersa dall'immondizia. Una scelta chia-ramente inadeguata, persino provocatoria, addirittura offensiva, a fronte di un concittadino, personaggio di spicco della Resistenza Piemontese.

Deluso per come la città, ancora una volta, ha trattato il Comandante, senza peraltro ri-spondere come si conviene ai richiedenti (Diego Novelli e Vittorio Cimiotta), rinuncio a po-lemizzare con l'interlocutore sordo che lo ha rappresentato (presidente della commissione toponomastica, lo stesso che diede l'appuntamento al comandante senza rispettarlo e senza scusarsi).

Scrivo queste poche righe affinché quei pochi a Mazara che hanno seguito la vicenda del Comandante Petralia possano venire a conoscenza di come essa è stata conclusa.

Ignazio Bascone

19-02-2014 16,50

{fshare}

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza