Orestiadi. Omaggio a Franco Scaldati e a Leonardo Sciascia con Claudio Gioè

Le Orestiadi dedicano il prossimo week end a due grandi artisti Franco Scaldati e Leonardo Sciascia

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Luglio 2021 10:55
Orestiadi. Omaggio a Franco Scaldati e a Leonardo Sciascia con Claudio Gioè

In questa edizione storica e speciale, le Orestiadi dedicano il prossimo week end di incontri e spettacoli a due grandi artisti che hanno scritto la storia del Festival. Si parte venerdì 30 luglio (ore 21.00) con l’omaggio a Franco Scaldati con il debutto del suo storico “Totò e Vicè” in una versione nuova e inedita con la regia di Giuseppe Cutino, con Rosario Palazzolo e Anton Giulio Pandolfo e con la partecipazione diEgle Mazzamuto e Sabrina Petyx.

Ad anticipare lo spettacolo, alle ore 19,00 (Baglio di Stefano), si terrà un incontro sul rapporto tra il drammaturgo, attore e regista siciliano e Gibellina, a cura di Melino Imparato con la partecipazione di Umberto Cantone e Guido Valdini.

Totò e Vicè sono due straordinari personaggi nati dalla penna di Franco Scaldati: poetici clochard, nati e vissuti in un tempo altro, legati nell’anima da un’amicizia reciproca e assoluta. Testo poetico e commovente, offre innumerevoli spunti per riaffermare che il miraggio di un teatro esiste, il vero teatro, quello che ti toglie il fiato con un nulla.

Totò e Vicè è il teatro che mette in scena quella umanità che vive sempre in penombra, rappresenta una realtà che oggi più che mai ha la necessita di riappropriarsi della spiritualità della morte, in un momento in cui i morti si susseguono come non mai, distanti dagli affetti, scaraventati e rinchiusi in bare solitarie dopo un isolamento forzato in una terra di nessuno, tristi permanenze in luoghi privi degli affetti più cari.

Totò e Vicè sono creature senza tempo, sconcertate e sconfinate, che vagano tra memoria e sogno, in una notte magica. Si muovono come due nomadi, due apparenti scimuniti che vivono, con innocente leggerezza, il loro viaggio sulla terra per poterci restituire il vero senso della morte; essi, pur nella loro apparente inutilità, anche se rassegnati diventano testimoni dello scorrere della vita e, pur sempre nella loro apparente inutilità, con le loro riflessioni sono profondi conoscitori del significato dell’esistenza.

In questo tempo empio, effimero, d’individualismo e competitività; in questo tempo pandemico pieno di solitudini divorate dalla paura e di morti fagocitate dall’isolamento, i due personaggi spuntano, di notte, a dire e ridire attorno, con disorientata bellezza, parole, gesti, pensieri di una umanità infelice, scomoda e vera. Perché Totò e Vice siamo noi, con i nostri dubbi, le nostre incertezze, la nostra vita e le nostre morti. E mai come oggi questo testo si riafferma per la sua contemporaneità e la sua necessità.

“È una ardua scommessa quella di volere reinventare il mondo e la poetica di Franco Scaldati - spiega il direttore artistico Alfio Scuderi - uno dei più grandi autori del 900; ma essere di Palermo, vivere in questa città così piena di contraddizioni e così vivifica per gli artisti, ci ha smosso dall’interno questa necessità. Con umiltà ci accostiamo al Maestro per prenderne le distanze e riuscire, attraverso la nostra poetica e la costruzione delle Sue parole, ad unire mondi all’apparenza distanti ma i cui confini sono così labili da potere essere varcati con un semplice soffio.”

NOTA STAMPA

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza