Processo “Thetis”: condannati i due comandanti delle navi coinvolte nell’incidente

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
18 Luglio 2013 00:00
Processo “Thetis”: condannati i due comandanti delle navi coinvolte nell’incidente

E' stato condannato a 5 anni e 2 mesi di carcere Salvatore Esposito, 54 anni, comandante della portacontainer "Msc Eleni" che speronò, facendola colare a picco la "Thetis". Questo l'ultimo atto del processo per l'affondamento della nave oceanografica Thetis, che il 3 agosto 2007

, al largo delle costa di Mazara del Vallo, provocò la morte, per annegamento, del 53enne scienziato russo Petr Mikheychik e 14 persone sopravvissute al naufragio (vedi foto relativa al recupero dei naufraghi), sei membri d'equipaggio e otto ricercatori. Ricostruiamo quanto avvenuto quel tragico sabato del 3 agosto di quasi 6 anni fa. Erano le 9,45 quando 5 tra ricercatori e tecnici dell'Istituto Iamc-Cnr, 3 dell'Istituto russo Vniro di Mosca e 6 membri dell'equipaggio appartenente alla Sopromar, stavano svolgendo un'attività di ricerca scientifica a bordo della Thetis, l'imbarcazione si trovava al largo di Capo Granitola.

I ricercatori stavano effettuando studi utili alla gestione, all'incremento e alla modellizzazione delle fluttuazioni delle risorse biologiche al fine di comprendere le influenze dei fenomeni oceanografici sull'ecologia delle specie ittiche. All'improvviso, a circa 3 miglia dalla costa sopraggiunse, inaspettatamente, vista la presenza di una fittissima nebbia, la portacontainers "MSC Eleni" che centrò il lato di dritta della Thetis.

"L'impatto fu impressionante -hanno raccontato i superstiti- fummo trascinati e trattenuti sott'acqua ingerendo anche il gasolio fuoriuscito dalle cisterne della loro nave; tentammo di salvarci, rimanemmo quasi tutti in mare, feriti o svenuti, terrorizzati, dispersi alla deriva in mezzo alla nebbia nel Canale di Sicilia. Passarono alcune prima che venissimo tratti in salvo; all'appello purtroppo mancò solo il nostro collega Peter Mikheychik. Dopo averci investito la "Msc Eleni" non si è fermata e non ha prestato soccorso. Perchè? Cosa trasportava?”. Il corpo del ricercatore russo fu poi recuperato, da una squadra di sommozzatori, dopo qualche giorno nella cucina del Thetis adagiata sul fondo a circa 40 metri di profondità.

Al processo, che si è tenuto presso il Tribunale di Marsala, i naufraghi del Cnr e dell'Istituto Vniro di Mosca, i familiari di Petr Mikheychik e il direttore dell'Iamc-Cnr Salvatore Mazzola si sono costituiti parte civile. I reati contestati a Salvatore Esposito sono naufragio, lesioni, omicidio colposo e omissione dolosa di soccorso. "Il comandante della Msc Eleni –disse il pm Giulia D'Alessandro che aveva richiesto la condanna a 13 anni di carcere– ha avuto consapevolezza dell'impatto, ma non ha prestato soccorso e ha sviato la Capitaneria di porto di Mazara del Vallo. Non gli si possono concedere neppure le attenuanti generiche". Ad Esposito si è contestata anche l'alta velocità (20 nodi), l'aver cambiato la rotta prevista, avvicinandosi alla costa in una zona con parecchie imbarcazioni, e l'omessa segnalazione sonora in presenza di visibilità ridotta.

Per omicidio colposo, nel processo è imputato anche Angelo Barca, 60 anni, comandante della nave affondata (Thetis). L'accusa gli contesta di "non aver manovrato in tempo per togliersi dalla rotta della Msc Eleni". Per Barca il pm aveva chiesto la condanna a 7 anni di carcere; è stato condannato a 2 anni e 9 mesi di carcere 

 

18-07-13

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