Processo “Bonafede + 6”: risarcimento all’associazione antiracket mazarese. Incandela: “forse rivedere sistema custodia cautelare”

Redazione Prima Pagina Mazara
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08 Febbraio 2014 09:58
Processo “Bonafede + 6”: risarcimento all’associazione antiracket mazarese. Incandela: “forse rivedere sistema custodia cautelare”

Parti civili nel processo dove imputato per concorso in associazione mafiosa l'ex sindaco di Campobello di Mazara Cirò Caravà, assolto per non aver commesso il fatto, sono stati il comune

di Campobello di Mazara e le associazioni antiracket di Trapani, Marsala, Mazara e Alcamo ed il Centro "Pio La Torre".

Il Collegio giudicante del Tribunale di Marsala che ha emesso la sentenza ha accolto come unica richiesta di risarcimento (10.000 euro) fra le associazioni antiracket quella presentata da "Io non pago il pizzo...E tu?".

Si tratta dell'associazione antiracket mazarese presieduta dalla prof. Francesca Incandela (in foto) la quale, contattata dalla nostra redazione, ha così commentato il risultato: "ci siamo dichiarati parte civile contro il boss Bonafede. Siamo contenti che il giudice abbia accolto le nostre ragioni, ma praticamente quei soldi non li vedremo, almeno adesso. Mi sono consultata con il nostro avvocato Giuseppe Gandolfo il quale ci ha indicato di intraprendere una causa civile ad hoc. Ciò purtroppo è dipeso da un decreto, mi ha spiegato l'avvocato, approvato con il governo Berlusconi. Infatti il processo continua ed il boss ha i beni sequestrati e pertanto un risarcimento nella pratica potrebbe esserci solo alla fine. Comunque al di là dei soldi, la nostra soddisfazione è quella che attraverso questa decisione del Giudice la nostra associazione viene formalmente riconosciuta dopo 9 anni".

Sull'assoluzione del sindaco Cirò Caravà, la Incandela ha detto: "io penso che non si prenda un innocente e lo si butti in carcere, l'accusa nei suoi confronti era fortissima. Qualche prova dovevano averla nei suoi confronti. E' davvero ingiusto che qualcuno venga preso e buttato in carcere. E' una situazione paradossale, allucinante, prima messo alla gogna e poi completamente assolto. Inoltre un Comune per più di due anni è sotto commissariamento. Qualora venisse confermata anche in altro grado l'assoluzione di Caravà –ha concluso Incandela- ciò significherebbe il malfunzionamento della nostra giustizia. Forse bisogna rivedere qualcosa sull'istituto della custodia cautelare".

08-02-2014 10,45

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