Processo bimbi contesi e rapiti: tutti assolti, anche il mazarese Antonino Barazza

Dopo dieci di processo la sentenza del Tribunale di Palermo: assoluzione perchè il fatto non sussiste. La vicenda

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Giugno 2023 19:11
Processo bimbi contesi e rapiti: tutti assolti, anche il mazarese Antonino Barazza

Vi è anche il mazarese Antonino Barazza, difeso dall’avv. Massimiliano Di Giorgi, fra gli assolti nel processo relativo ad un presunto sequestro di “bambini contesi” tra genitori norvegesi e svedesi e tunisini. Il Tribunale di Palermo, presieduto da Bruno Fasciana, ha assolto gli imputati perché “il fatto non sussiste”. Si tratta di Larysa Moskalenko, atleta ucraina trasferitasi a Palermo, il norvegese Maartin Vage, titolare di un'agenzia di sicurezza, il tassista Luigi Cannistraro e, appunto, lo skipper mazarese Antonino Barazza. La Moskalenko, medaglia di bronzo nella vela alle Olimpiadi di Seul 1988, era accusata di aver fornito appoggio logistico e mezzi a un'organizzazione internazionale che avrebbe rapito bambini contesi fra genitori separati.

La difesa ha invece sostenuto che l'agenzia, che sul proprio sito non faceva mistero della sua attività di “recupero” di bambini, si muoveva all'interno di confini legali, tanto che era in possesso di salvacondotti riconosciuti da autorità politiche e di polizia internazionali; faceva in pratica solo da scorta –secondo i legali- a genitori che volevano riabbracciare i figli. La vicenda inizia nel maggio del 2012 a seguito di un incendio che ridusse in cenere l’Hotel Porto Rais di Villagrazia di Carini e dalle cui indagini emersero altri fatti legati al proprietario dello stesso albergo, già sotto sequestro, che era compagno della Moskalenko. Da alcune intercettazioni gli investigatori ricostruirono la storia relativa al prelevamento di “bimbi contesi” e riportati indietro da alcuni Paesi rivieraschi attraverso l’utilizzo di barche a vela.

Così fu coinvolto il mazarese Antonino Barazza, che peraltro espletava occasionalmente l’attività di skipper essendo appassionato di nautica, il quale -secondo la difesa- dimostrando la sua estraneità ai fatti contestati, non avrebbe fatto altro che, in unico episodio dal 26 settembre al 6 ottobre 2012 , accompagnare alcune persone in Tunisia senza esser però a conoscenza dei fini dell’organizzazione e non avendo avuto contatto con i suoi membri se non con la stessa Moskalenko in quanto titolare di una società charter. La posizione di Barazza appariva attenuata rispetto all’accusa quando lo stesso avv.

Massimiliano Di Giorgi riuscì, dopo alcuni giorni dall’emissione della misura cautelare, a far annullare l’ordinanza relativa agli arresti domiciliari; adesso, dopo dieci anni, è arrivata l’assoluzione perché il fatto non sussiste.

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