Sono passati 10 anni da quel mercoledì 1 settembre 2004 quando nella tarda mattinata in via Domenico La Bruna si registrò la scomparsa, per rapimento, della piccola Denise Pipitone. In questi dieci anni, nonostante i tantissimi e forti appelli all'opinione pubblica (numerose volte il caso è stato affrontato da "Chi l'ha visto" in onda su Rai3), di Denise non si è saputo più nulla,
solo omissioni di verità, ricerche sbagliate, sedicenti personaggi, giustizia miope e lenta. Vi è il dolore e la rabbia di una madre, Piera Maggio, che ha lottato con tutte le sue forze, supportata dal padre naturale della piccola, cioè Piero Pulizzi, per riportare a casa la sua bimba che oggi avrebbe 14 anni a casa.
Abbiamo contattato stamattina Piera Maggio (nella foto n." insieme a Piero Pulizzi), è stata di poche parole, troppa l'amarezza, il dolore ed anche la rabbia in queste tristi ore: "io credo che Denise sia viva, il problema –ha detto Piera Maggio- è che non ci sono persone che operano per la verità, anzi hanno favorito il rapimento della mia piccola ed hanno cercato in tutti i mezzi di abbassare i riflettori sulla vicenda, per paura evidentemente di essere scoperti. Non credevo che potesse arrivare al decimo anniversario del rapimento di Denise, dicendo questo ognuno tragga le considerazioni sull'intera vicenda, per me sono stati 10 anni senza Denise e senza giustizia".
La vicenda relativa il rapimento di Denise Pipitone ha segnato questi 10 anni. Lo Stato è arrivato pure a penalizzare il reato di rapimento di minori, purtroppo non mancano i dubbi, anzi sono molto forti, che nelle prime ore del rapimento gli inquirenti non abbiamo fatto tutto il possibile per ritrovare Denise, poi il caso è diventato difficile, probabile che Denise sia passata da alcune mani ad altre mani che hanno fatto perdere le tracce della bimba.
Dicevamo della giustizia lenta e miope, un processo di primo grado risolto con l'assoluzione della parte accusata, cioè della sorellastra Jessica Pulizzi, che il 27 giugno 2013 fu assolta dal Tribunale di Marsala dall'accusa di concorso nel sequestro di Denise Pipitone. L'imputata, figlia dello stesso padre di Denise è stata assolta ''per non aver commesso il fatto''. Un'assoluzione che però ha non sciolto i molti dubbi sulla vicenda tanto che lo scorso 18 aprile è iniziato, presso la Corte d'appello di Palermo, il processo di secondo grado la cui prossima udienza è stata fissata al 3 ottobre.
Ritornando al triste decimo anniversario del rapimento di Denise Pipitone, il sindaco Nicola Cristaldi ha tramesso una nota attraverso al quale ha dichiarato: "non abbandonare la speranza. La Città di Mazara del Vallo ricorda Denise perché è nel cuore di ogni mazarese e nonostante siano trascorsi 10 anni dal suo rapimento la speranza che i suoi cari e tutti i suoi concittadini possano riabbracciarla non è mai venuta meno. Non abbiamo mai abbandonato la speranza di un ritorno della nostra concittadina alla vita di ogni giorno tra le vie della sua Città, tra la nostra gente. Il Comune ha deciso di istallare una stele in Piazza Macello, area nella quale ricade la scuola frequentata da Denise, che porterà il suo nome e che sarà dedicata a tutti i bambini scomparsi nel mondo".
Pertanto per domani 1 settembre non è stata organizzata nessuna manifestazione in particolare per la ricorrenza del decennale del rapimento di Denise ricordata anche con alberello ed un cartello che campeggia presso un'aiuola della centralissima Villa Jolanda. L'alberello ed il cartello, piantati il 26 ottobre 2006 in occasione del sesto compleanno della piccola, un ricordo voluto dai suoi compagni di scuola, si trovano sovente abbattuti dal vento o forse anche da giovani cittadini ignari del loro significato, chissà forse questa è una metafora di come la Città dimentichi spesso che una sua figlia è venuta a mancare.
La vicenda ha però segnato l'immaginario collettivo italiano quando viene citata la città di Mazara del Vallo: una ferita quella inflitta dal rapimento di Denise per molte generazioni di mazaresi.
Francesco Mezzapelle
31-08-2014 13,00
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