Pesce fresco? No, al “cafodos”. Attenti al trucco ma senza allarmismi

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
22 Novembre 2013 16:41
Pesce fresco? No, al “cafodos”. Attenti al trucco ma senza allarmismi

Pochi giorni fa la Guardia Costiera di Mazara del Vallo, nell'ambito delle attività di controllo a tutela dei consumatori, ha scoperto e sequestrato una partita di gambero cinese scaduto in un locale del centro storico di Mazara. Al titolare dell'esercizio commerciale è stata elevata una multa di oltre 3 mila euro. L'operazione condotta dai militari ha riguardato anche altri esercizi e ristoranti della

città e, a parte il gambero cinese, tutto è risultato regolare e non sono state riscontrate altre anomalie, tant'è vero che qualche ristoratore si è già dissociato dall'attività di controllo. Il Comandante della Capitaneria di Porto, Davide Accetta, si è detto "sorpreso nel rintracciare gambero asiatico a Mazara del Vallo", "ma è ancora più grave - ha dichiarato - la constatazione che senza il nostro intervento il pescato sarebbe stato commercializzato oltre la data di scadenza, e verosimilmente venduto come pescato locale".

L'altra notizia freschissima - un po' come il pesce trattato con questo additivo - è che negli ultimi mesi si è diffusa fra i consumatori italiani, con evidente allarme, la notizia che il pesce fresco (o presunto tale) viene truccato, per farlo apparire freschissimo, con un additivo chiamato "cafodos". Sono ancora molti in realtà, specialmente dalle nostre parti, a non conoscere tale sostanza. Vediamo di cosa si tratta.

Il "cafodos" è una delle tante miscele di additivi utilizzati nei prodotti ittici ed è capace di far sembrare fresco, luccicante ed attraente, il pesce che fresco non è. E' di provenienza spagnola, fra gli additivi il più diffuso ed a basso costo, non è commerciabile in Italia, in parte illegale, e non è una sostanza nociva (contiene additivi quasi tutti ammessi dalla legge). Il problema è indiretto, può fare cioè sembrare fresco un pesce che in realtà è deteriorato, quindi marcio, con tutte le conseguenze tossiche che ne derivano per chi lo potrebbe consumare.

Il cafodos contiene una miscela di acido citrico, citrato di sodio e perossido di idrogeno (Quest'ultimo vietato nei prodotti ittici) e serve da sbiancante, conservante e battericida; potrebbe inoltre aiutare a far aumentare di peso il prodotto trattenendo l'umidità. In genere i pesci che potrebbero essere trattati con tale additivo sono il tonno, lo sgombro, sardine, acciughe.

Per il consumatore risulta complicato identificare un prodotto ittico trattato con cafodos, anche perché - specie se mescolato con acqua e ghiaccio - non lascia tracce nel pesce ed è difficile eseguire delle analisi specifiche per scovarlo. Tuttavia è possibile constatare lo stato di deterioramento del pesce dalla perdita di compattezza della carne (l'additivo rende il pesce brillante e fresco solo all'apparenza della vista), dagli occhi, appiattiti ed infossati, e dall'odore non fresco.

Recentemente la Procura di Torino, dopo varie segnalazioni di intossicazione, ha aperto un'inchiesta contro ignoti e si ipotizza il reato di frode in commercio. E' stato allertato il nucleo dei Nas per scovare in tutta Italia, fra i vari mercati e supermercati, la famigerata sostanza. Secondo Coldiretti:"E' necessario rendere obbligatoria l'indicazione della provenienza in etichetta per il pesce fresco e trasformato dopo che negli ultimi cinque anni di crisi sono quasi triplicate le frodi a tavola con un incremento record del 170 per cento del valore di cibi e bevande sequestrate perché adulterate, contraffatte o falsificate.

Più di due pesci sui tre consumati in Italia provengono dall'estero ma il consumatore non riesce a saperlo per la mancanza di un'informazione trasparente. Il rischio di ritrovarsi nel piatto prodotto straniero è tanto più forte nella ristorazione, dove spesso vengono spacciati per tricolori prodotti che arrivano in realtà dall'estero".

La notizia del gambero cinese sequestrato a Mazara, condivisa sulla pagina facebook dei "Pescatori di Mazara del Vallo", ha destato particolare stupore. Tanto che un cittadino mazarese che vive fuori, Francesco Gennaro, ha potuto osservare: "Che vergogna! Nella patria del gamberone rosso". E non si può che rimanere sorpresi effettivamente, così come è rimasto sorpreso, come dicevano sopra, il Comandante della Capitaneria di Porto. Ma c'è anche il rischio, con tutte queste notizie che si susseguono sui prodotti ittici, che si generalizzi troppo e si faccia confusione. Un conto è il pesce, fresco, altra cosa è il gambero di Mazara, congelato. Così, per fare chiarezza, secondo ultime notizie, sarebbe già pronta a venire a Mazara una troupe di giornalisti del programma televisivo "Ballarò" per scoprire se i nostri pesci sono al cafodos oppure no. Noi ci chiediamo: abbiamo proprio bisogno di Ballarò per fare chiarezza?

Vincenzo De Santi

22-11-2013 17,30

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