Pantelleria, “Per un domani migliore…cambiamo rotta” a partire dai giovani

Per creare consapevolezza sulla violenza contro le donne.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Novembre 2023 09:39
Pantelleria, “Per un domani migliore…cambiamo rotta” a partire dai giovani

In una Sala Consiliare gremita di pubblico si è tenuto il Convegno dal titolo “Per un domani migliore…cambiamo rotta”. L’incontro è stato l’ultima tappa di un ampio progetto fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale che ha messo al centro la violenza contro le donne con l’obiettivo di creare consapevolezza su questo problema dilagante. Sviluppato su due binari ha visto un deciso coinvolgimento dei più giovani con un programma di prevenzione e formazione in tutte le scuole dell’isola.

Perché cambiare rotta è possibile, ma bisogna farlo partendo dall’educazione delle nuove generazioni. “Coinvolgere i ragazzi è fondamentale. È fondamentale che sin da giovanissimi vengano a contatto con la realtà della violenza e del femminicidio che purtroppo non conosce differenze. Coinvolge tutti. E come purtroppo ci hanno detto le ultime notizie coinvolge anche molti giovani” ha sottolineato il Vicesindaco Adele Pineda. “Dobbiamo fare rumore su questo argomento. Dobbiamo parlarne.

Dobbiamo tenere lontano il silenzio perché il silenzio contribuisce a uccidere”.

Dopo i saluti del Sindaco Fabrizio D’Ancona e l’introduzione dell’Assessore alle Politiche Giovanili e Pari Opportunità Benedetta Culoma si è entrati nel vivo del convegno con l’intervento di esperti che a diverso titolo operano quotidianamente con le vittime di violenza. Psicologi, uno psichiatra forense, carabinieri, magistrati e una testimone si sono confrontati ripercorrendo, sotto diverse angolazioni e con diverse sfaccettature, il doloroso percorso che le donne vittime di violenza devono affrontare.

Senza tralasciareil focus sui carnefici, tra cui il tentativo di un loro “recupero”, e gli “orfani speciali”, cioè i bambini ai quali è stata strappata la mamma. In Sicilia, quindi anche a Pantelleria, è attivo un progetto finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che si chiama RE.S.P.IR.O. che segue tali orfani. “Nella Regione Sicilia stiamo attualmente seguendo 95 orfani speciali” ci dice Antonello Arculeo, psicologo e referente per la Sicilia del progetto. “Si dà supporto psicologico, con un sostegno psicoterapeutico a 360 gradi, ma anche supporto pratico per aiutare questi bambini a superareil trauma e potere riavviare un’attività educativa e professionale”.

Le domande alle quali gli esperti sono stati chiamati a rispondere in modo chiaro e diretto sono state due: “Cosa deve fare e a chi può rivolgersi una donna vittima di violenza” e “quali sono i segnali di allarme che possono fare riconoscere una situazione di rischio”. I segnali infatti ci sono e bisogna saperli riconoscere. Perché, a differenza di quanto si crede, la follia è un’eccezione. Chi commette femminicidio non è un folle. “Ci fa comodo pensare che si tratti di follia perché noi normali così allontaniamo da noi la possibilità di poter commettere un atto del genere” ci dice lo psichiatra forense Lorenzo Messina.“Invece molto spesso, come è stato dimostrato da una recente ricerca, la follia è un’eccezione.

Su 400 casi di femminicidio solo il 3,6% è causa di malattia mentale. C’entra invece l’incompetenza affettiva, l’incapacità di amare veramente.L’amore viene interpretato da questi signori, che poi diventeranno criminali e carnefici, come possesso. Possesso che serve solo a loro per colmare il vuoto interiore che si portano dentro. Per cui si arriva a commettere l’omicidio. Ti uccido perché senza di te non posso vivere, perché senza di te non sono niente e nessuno”. La follia quindi non c’entra e questi orrendi crimini rientrano nella più brutale normalità di un quotidiano malato.

Giuliana Raffaelli 

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