Oasi di Capo Feto, nelle scorse ore bruciate numerose lastre di vetroresina

Un’ulteriore segnalazione di un cittadino evidenza lo stato di degrado dell’area di grande interesse naturalistico

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
17 Maggio 2024 09:34
Oasi di Capo Feto, nelle scorse ore bruciate numerose lastre di vetroresina

Bruciate nelle ultime ore numerose lastre di vetroresina presso l’Oasi naturale di Capo Feto. Quanto ci ha segnalato un nostro lettore che ci ha inviato una foto del disastro (vedi foto copertina). L’area ove avvenuto l’incendio, un atto ignobile da parte di cittadini incivili, oltre che ignoranti, si estende per circa una cinquantina di metri quadrati e si trova a qualche centinaio di metri oltre il faro. Più volte ci siamo occupati in questi anni dell’abbandono nell’Oasi di Capo Feto di rifiuti di vario genere, anche pericolosi, cataste di rifiuti di ogni genere.

Capo Feto è una palude salata costiera, riconosciuta nel 1976 come Oasi di Protezione e Rifugio, nel 2000 come Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS), nel 2011 come zona umida d’importanza internazionale (convenzione RAMSAR) e nel 2017 come Zona Speciale di Conservazione (ZSC). Nello specifico, a farne un luogo di grande interesse e meritevole di tutti questi riconoscimenti, oltre alla ricca vegetazione, alle specie endemiche di insetti e alle diverse specie di uccelli (che utilizzano la zona come area di sosta durante le migrazioni da e per l'Africa), sono anche il mare cristallino, la lunga spiaggia selvaggia e le particolari specie di pesce.

Nonostante ciò, la zona ad oggi si trova in una situazione di grave incuria ed abbandono. La mancanza di cancelli, di personale addetto alla vigilanza e di cartelli di divieto, infatti, permette a chiunque di invadere la zona (con mezzi e attrezzature di ogni genere) per bivaccare o per altri intenti. Durante l’estate, in particolare, folti gruppi di persone si recano nella spiaggia all’interno dell'oasi, montando tende, ombrelloni, sedie sdraio, frigobar, tavolini e, addirittura, fornacelle per arrostire; mentre in mare si vedono numerosi motoscafi sostare oppure sfrecciare non molto distanti dal bagnasciuga.

La conseguenza di questa invasione è la presenza in tutta l’area di tantissimi rifiuti quali bottiglie, bicchieri e piatti di plastica, bottiglie di vetro, lattine, carbonella, pannolini, assorbenti, vestiti, materiale per la pesca, contenitori di prodotti chimici, finanche tettoie e recipienti in amianto, vedi i numerosi sacchi di spazzatura raccolti negli ultimi anni dai Circoli Legambiente di Mazara del Vallo e di “ Marsala – Petrosino” per celebrare la Giornata Mondiale delle Zone Umide (istituita nel 1997 e che ricorre il 2 febbraio).

In questi ultimi anni soltanto un gruppo di “kiter” ha cercato, quasi quotidianamente (ci sono le prove), di tenere pulita l’area di competenza in massima parte di competenza dell’ex Provincia di Trapani.

Più volte in questi anni ci siamo occupati come redazione delle problematiche relative all’area di Capo Feto Capo, situata sull’estremità sud occidentale della Sicilia, nei territori di Mazara del Vallo e Petrosino, che è una delle ultime zone umide esistenti della Sicilia e rappresenta una risorsa ambientale tra le più importanti, agendo, fra l’altro, da barriera alla penetrazione delle acque salate del mare nei pozzi d’acqua dolce, ma anche tra le più fragili del nostro ecosistema. L’intera area non può continuare ad essere aggredita da rifiuti e attività umane senza alcun controllo, è necessario che sia tutelata nel miglior modo possibile ed entrare in un circuito di tutela con la realizzazione (già in fase di definizione) della Riserva e, ancora meglio, del Parco Nazionale.

Crediamo che sia necessario, ora o mai più, l’avvio di una bonifica straordinaria dell’area di Capo Feto e la predisposizione di un regolamento per l’accesso ed un servizio di controllo; più volte il Circolo Legambiente “Fatamorgana”, attraverso attività congiunte con il Wwf, e l’Associazione Pro Capo Feto hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione di degrado dell’area, spesso luogo di abbandoni di rifiuti di ogni genere da parte di cittadini incivili. Andrebbero effettuati controlli effettivi (anche con videosorveglianza) da parte della polizia municipale e di tutte le forze di polizia, istallata cartellonistica esplicativa, istallati contenitori per i rifiuti; andrebbe effettuata una raccolta quotidiana dei rifiuti nel periodo estivo e settimanale nel resto dell’anno.

Francesco Mezzapelle 

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