Triscina, fondi regionali e un progetto innovativo per fermare le ruspe

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
23 Dicembre 2017 22:50
Triscina, fondi regionali e un progetto innovativo per fermare le ruspe

Il litorale del territorio trapanese è uno dei posti più rinomati e gettonati dai turisti del Mediterraneo, ma anche uno dei più discussi e sotto i riflettori per svariate vicende burocratico- giudiziarie.

Uno dei suoi tratti che da anni appare costantemente nell’occhio del ciclone è il lungomare di Triscina. 6 km di spiaggia fatta di sabbia fine e dorata, sita a circa 10 km dall’area archeologica di Selinunte e ricca di lidi e impianti per la balneazione. Un territorio votato a fare il pieno di turisti nel periodo estivo, ma sul quale da tempo però è pronta ad abbattersi la scure per la demolizione delle 170 abitazioni costruite in zona con vincolo di inedificabilità assoluta in quanto erette a meno di 150 metri dal bagnasciuga. Il provvedimento da parte del Comune di Castelvetrano è ormai storia nota e i lavori inizierebbero subito dopo le vacanze di Natale per un costo che andrebbe dai 17.000 ai 60.000 € per ogni abitazione demolita.

Il tutto, per un totale di 3 milioni di Euro di cui a farsi carico sarebbero proprio gli inquilini delle case in questione. Spese che andrebbero a moltiplicarsi, se si pensa che all’abbattimento di queste 170 abitazioni, ve ne si potrebbero aggiungere altre nei mesi a seguire, in quanto per alcune era stata presentata istanza di sanatoria; talune con procedimento concluso con rigetto, altre con ancora un iter giudiziario in corso. Indecifrabili le proteste da parte degli abitanti, i quali stanno per vedersi privare di parte del proprio patrimonio immobiliare, dopo che, nei mesi addietro, l’Amministrazione dell’epoca (prima ovviamente del commissariamento avvenuto lo scorso anno dopo lo scioglimento della Giunta Errante per mafia), conscia dell’irregolarità delle strutture, avrebbe tralasciato la questione ricevendo un congruo finanziamento (parte della cifra complessiva di circa 20 mln di Euro) per completare la rete fognaria, nel quale sono comprese proprio le case prossime all’abbattimento in Gennaio, con gli abitanti di Triscina adesso, attraverso la costituzione di un comitato, minacciano querele e denunce nei confronti dello stesso comune.Ma mentre le ruspe, chiamate dagli stessi Commissari, starebbero per scaldare i motori, a salvare il litorale di Triscina e le sue abitazioni potrebbe palesarsi, proprio con l’entrata del 2018, un nuovo fondo regionale.

Sul piatto qualcosa come circa 77 milioni di Euro, da destinare per interventi di miglioramento e protezione del territorio ed in particolare delle zone costiere, volto ad agevolare anche la fruizione turistica. Una parte di essi infatti, potrebbero essere utilizzati dal comune castelvetranese (ma non solo), per attivare una proposta progettuale già in cantiere e che metterebbe d’accordo tutti: politici, abitanti, proprietari di lidi balneari e turisti. Uno dei punti di riferimento a livello planetario a cui Castelvetrano potrebbe rifarsi è Montecarlo (ma non troppo, visto che in quella zona sono sorti addirittura grattacieli, qui è già tanto tenere in piedi delle attraenti abitazioni a carattere estivo), dove è stato possibile dare vita ad una delle località più chic che caratterizzano la Costa Azzurra.

L’idea infatti, è quella di installare un sistema alternativo rappresentato da moderni attenuatori d’onda. L’attenuatore d’onda è una sorta di barriera di aderenza, posta in prossimità dell’arenile, che non solo proteggerebbe la spiaggia dall’erosione permettendo al moto ondoso di non agire sul tratto di spiaggia durante tutto l’arco dell’anno, ma anche, far ripristinare naturalmente quel tratto di spiaggia sommersa che, in questo modo, aumenterebbe la distanza delle stesse abitazioni dalla battigia, questa volta si, ad oltre 150 metri.

Un’idea cui a pensarci sembrerebbe di tipo futuristico, ma che invece è antica quanto l’esistenza del pianeta terra, in quanto, se si sposta l’attenzione sul lungomare Mazzini di Mazara del Vallo, a interpretare il medesimo ruolo sono le barriere composte da massi posti a circa 50 metri dalla costa i quali hanno permesso la realizzazione della famosa “spiaggia in città”.Materiale innovativo per costruzioni di lungo corso, ad un costo pari a quello previsto dalle tasche degli abitanti, che grazie ai suddetti fondi non intaccherebbe le casse del Comune e che nell’arco di circa 2 o 3 anni potrebbe rilanciare il turismo della zona castelvetranese.

Un progetto, che potrebbe essere esteso, insieme alla possibilità di attingere a fondi regionali, nei confronti di altre zone della costa trapanese, come per esempio il litorale di Tonnarella a Mazara del Vallo, da anni soggetto ad una perdurante erosione. Gli abitanti della costa e gli esercenti delle strutture turistiche attendono fiduciosi, mentre per i commissari del Comune, qualora realmente vogliano mettere mano una volta per tutte alla salvaguardia del litorale, resta solo una cosa da fare: capire come tenere lontano le grinfie della malavita che da queste parti, e specie in un comune come Castelvetrano, fanno sempre presto ad abbattersi.

Tommaso Ardagna

24/12/2017

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