Oltre l'intervento di ieri sera che ha visto il trasbordo dalla nave militare "Sirio" due donne colte da malore dovuto allo stato di gravidanza, la Capitaneria di porto di Mazara del Vallo ieri pomeriggio ha tratto in salvo due migranti tunisini. L'allarme è scattato nelle prime ore di ieri pomeriggio con la chiamata di soccorso lanciata da un locale diportista mazarese, il quale riferiva di aver individuato due giovani tunisini alla deriva su di un gommone a circa 8 miglia dalla costa.
A seguito del pronto intervento della motovedetta CP850, il gommone ed i suoi occupanti sono stati rimorchiati verso il porto di Mazara del Vallo.
I due ragazzi sono risultati in buono stato di salute ed affidati al locale Commissariato di P.S. per gli accertamenti in materia di immigrazione.
Il problema dell'immigrazione dai Paesi della sponda africana e medio orientale del Mediterraneo è ritornato prepotentemente alla ribalta favorito anche dalle buone condizioni meteo marine. In questi giorni si è registrato pertanto molto lavoro per le unità militari italiane impegnate nell'operazione "Mare Nostro".
Quello che però inquieta è la probabile presenza di una rete di scambio di questo traffico di vite umane, molte provengono da zone di guerra, che ha basi sia sui luoghi di partenza ma che probabilmente è alimentata anche dal business che nel territorio italiano vede in prima linea molte organizzazioni "non profit" (si fa per dire), alcune anche nate dal nulla, o semplicemente privati che si sono reinventati operatori dell'accoglienza sapendo di poter contare giornalmente di un contributo statale di circa 40 euro.
In questo scenario pertanto non fa notizia che nei porti di imbarco, in Libia, Tunisia ed Egitto etc, vengano distribuiti ai migranti in partenza alcuni volantini (vedi foto 1), circolano su facebook, che invitano gli stessi in caso di bisogno al largo delle coste siciliane di chiamare con i loro satellitari il su 1530, cioè il numero di emergenza della Capitanerie di porto
Ciò che purtroppo si dimentica è quella prima linea di lavoro ed accoglienza costituita dagli operatori delle Capitanerie di Porto, delle diverse forze dell'ordine, dei volontari del 118 e di altre organizzazioni e delle protezioni civili dei Comuni che devono prontamente mettere a disposizione risorse umane e finanziarie nonostante i tagli dei trasferimenti finanziari da parte di Stato e Regione.
L'accoglienza a queste persone sfortunate è innegabile, servirebbe però certamente un maggiore controllo da parte delle autorità competenti affinchè una volta arrivata in Europa (lo siamo solo quando ci chiedono di stringere la cinta? E di metter mano al portafoglio?) questa gente possa non cadere vittima di un sistema i cui confini fra legalità ed illegalità sono labili e spesso invisibili
Francesco Mezzapelle
29-08-2014 14,30
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