Mazara, rinvenute parti di uno scheletro al porto nuovo, probabile di un animale. Continua l’incuria e il degrado

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Agosto 2017 09:00
Mazara, rinvenute parti di uno scheletro al porto nuovo, probabile di un animale. Continua l’incuria e il degrado

Lo stato di degrado in cui versa il porto di Mazara del Vallo, sembra non conoscere limiti. Lungo il braccio di terra che si estende a ponente, sono state rinvenuti dei resti ossei ad oggi di dubbia provenienza. A primo impatto sembrerebbero dei resti di animale, probabilmente di un cane.

Ma nulla vieta di ipotizzare che questi parti di scheletro possano provenire da un'altra tipologia di mammifero come un delfino o un cavallo. Ad accorgersi della presenza di questo tipo di materiale , che sembra proprio di tipo osseo, due ragazzi durante una battuta di pesca. Dalle immagini (vedi foto di copertina) si evidenzierebbero delle parti di una colonna vertebrale e di un torace che si mostrava come diviso in due.

Ad oggi, non è stata avvertita nessuna autorità e nessun esperto in materia per poter dare una spiegazione alla presenza di questi frammmenti e dunque appare quanto mai azzardato indicarne l‘esatta provenienza.

Resta poco percorribile l’ipotesi che possano trattarsi di resti di essere umano, anche se a molti potrebbero venire alla mente gli sfortunati naufraghi dei tanti viaggi della speranza che interessano le nostre coste, oppure, peggio ancora ma ci sentiamo di escluderlo a priori, di un cadavere inizialmente occultato.

Altre strade percorribili riguardo la loro provenienza, potrebbero essere l’abbandono di un mammifero marino di grandi dimensioni, come ad esempio un delfino, dopo essere stato pescato da una delle imbarcazioni presenti; oppure, peggio, l’essersi illegalmente disfatti della carcassa di un cavallo difficile da collocare. Le parti, non apparivano deteriorate al punto tale da trattarsi di una morte avvenuta moltissimo tempo fa e risultavano anche contrassegnate da una rimanenza di brandelli di carne che ha visto alcuni pesci avvicinarsi per cibarsene.

In attesa di capirne di più dagli eventuali interventi degli organi di competenza, rivolgiamo questa segnalazione ai nostri lettori, con l’intento di far seguire aggiornamenti per qualsiasi tipo di risvolto.

Ma al contempo, è da sottolineare come ancora, nel porto peschereccio un tempo conosciuto come il più importante d’Italia in quanto a numero di imbarcazioni, persiste lo stato di incuria e di abbandono, che a questi resti presenti in mezzo ai massi del braccio di ponente, si aggiungono a rifiuti, sterpaglie e ruggine che deturpano l’ambiente di un luogo appartenente ad una città definita da qualcuno, in un tempo molto vicina a noi, “Capitale della pesca”.

Tommaso Ardagna

28-08-2017 11,00

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