Mazara, “giovani figli di immigrati a rischio di microcriminalità o di estremismo religioso, altro che integrazione”.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
11 Gennaio 2015 12:49
Mazara, “giovani figli di immigrati a rischio di microcriminalità o di estremismo religioso, altro che integrazione”.

"Serve una seria politica di integrazione. Il centro storico si è trasformato in vero e propri ghetto, molti giovani figli di immigrati a rischio microcriminalità o affascinati dall'estremismo religioso". Così il 34enne Mohammed Zitoun Soufien, ex consigliere comunale aggiunto, ha sintetizzato il suo pensiero sulla situazione degli immigrati e dei loro residenti a Mazara del Vallo alla luce di quanto accaduto negli ultimi giorni a Parigi

e che ha visto giovani francesi figli di immigrati maghrebini autori di un'efferata spirale di violenza culminata nella strage alla redazione di "Charlie Hebdo" e presso un supermercato ebraico. 

Mohammed Zitoun è nato in Italia, a Mazara del Vallo, il 23 settembre 1979 da genitori tunisini, ha frequentato la scuola tunisina, ed è stato il primo extracomunitario a frequentare la scuola media "Paolo Borsellino". Mohammed è sempre stato impegnato in politica occupandosi della questione dei moltissimi extracomunitari che vivono in città. Nel 2002 fu nominato, su segnalazione del consolato di Tunisia a Palermo, consigliere comunale aggiunto, il suo solo un potere consultivo all'interno dell'Aula consiliare ma senza la possibilità di votare gli atti.

Poi è stato è votato dai cittadini extracomunitari residenti nel territorio per ben due volte consigliere comunale aggiunto, sia sotto l'Amministrazione Macaddino che con la prima di Cristaldi; Mohammed Zitoun (che lo scorso febbraio, vedi foto n.2, ha ricevuto il decreto con il quale il presidente Napolitano gli ha conferito, dopo una lunga trafila burocratica, la cittadinanza italiana) lavora come mediatore culturale in una cooperativa sociale e presso un centro di accoglienza.

"Quanto avvenuto a Parigi –ha avvertito Zitoun- è la punta dell'iceberg di un malcontento che cova anche in molte città italiane, e a Mazara del Vallo in primis visto che presenta in rapporto alla popolazione la più alta percentuale di immigrati maghrebini che qui hanno creato famiglia. La crisi di valori della società occidentale, ed in Italia in particolare a causa della corruzione e delle malefatte dei politici, questa legata alla crisi economica degli ultimi anni, ha conseguenze molto negative sulle nuove generazioni di figli di immigrati. Molti di loro perseguono disvalori".

Zitoun ha parlato anche dei frequenti episodi di microcriminalità avvenuti in città e che hanno avuto come protagonisti, spesso, minori di origine maghrebina e slava. "Da consigliere comunale aggiunto, fin dal 2002 –ha detto Zitoun- ho avvertito il rischio di una generazione di figli di immigrati senza prospettive ed allo sbando. Purtroppo –ha spiegato- la crisi economica degli ultimi, soprattutto nel settore economico trainante la città, cioè la pesca, ha determinato un impoverimento della comunità immigrata; molti immigrati lavoratori sui pescherecci sono tornati in patria per fare gli armatori della pesca.

Tutto questo è stato accompagnato dall'assenza negli anni di una politica che permettesse una maggiore integrazione degli immigrati nel tessuto sociale cittadino; le due comunità, autoctona ed immigrata, vivono separate in casa, a parte nel lavoro sui pescherecci, mazaresi ed immigrati, sia maghrebini che slavi, nemmeno si sfiorano. Così è cresciuto il malcontento di questi giovani figli, fra i 18 ed i 30 anni, di immigrati; molti come me sono nati qua a Mazara ma in pochi sono riusciti ad integrarsi.

Molti giovani tunisini che vivono soprattutto nel centro storico soffrono la precaria condizione economico e sociale e provano un innato rancore nei confronti dei loro coetanei mazaresi. In questo contesto vi è il serio rischio che alcuni giovani siano affascinati dai messaggi estremistici che arrivavano da Al Aqaeda ed oggi dall'Isis. Molti giovani sono andati in Francia ed in Germania".

In merito al progetto dell'Amministrazione comunale della creazione di un centro culturale, in un immobile ristrutturato di via Bagno, in piena "casbah", denominato "Casa Tunisia" (vedi foto n.3), Zitoun ha dichiarato: "Inaugurata da più di un anno ma non si capisce quali attività si svolgono al suo interno, chi le gestisce? E nell'interesse di chi? Casa Tunisia –ha sottolineato Zitoun- è un luogo chiuso alla comunità immigrata, è stata mera iniziativa di propaganda politica da parte dell'Amministrazione. Doveva essere un centro aperto con attività a vantaggio di tutta la comunità tunisina. Servirebbe invece –ha avvertito Zitoun- un segretariato sociale con mediatori culturali al fine di indirizzare questi giovani disoccupati attraverso seri progetti di aggregazione che possano preservare dal rischio di fenomeni di devianza".

Continuando Mohammed Zitoun ha affermato: "nel quinquennio precedente l'Amministrazione comunale ha pagato annualmente 50.000 un esperto per le politiche dell'immigrazione, una professionista che venuto da fuori rimaneva soltanto qualche giorno in Città e poi andava. Cosa ha prodotto? Vi è una relazione del suo lavoro? Bisogna vivere quotidianamente in questo contesto –ha concluso- per comprenderne la complessità, altrimenti si rischia che la situazione sfugga di mano e che la convivenza pacifica lasci il posto a fenomeni di devianza, o addirittura di estremismo, che non hanno nulla a che fare con il vero Islam che è religione di pace; la stragrande maggioranza delle vittime del terrorismo sono islamici, dovrebbero saperlo anche i partiti estremisti presenti in Italia come "Fratelli d'Italia" e "Noi con Salvini". (in foto n.1 un momento della fine del Ramadan celebrato nel porto di Mazara del Vallo).  

Francesco Mezzapelle

11-01-2015 13,00

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