Mazara, fra Quarara e Bocca Arena è allarme discariche abusive e rischio per la falda acquifera

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Marzo 2018 10:30
Mazara, fra Quarara e Bocca Arena è allarme discariche abusive e rischio per la falda acquifera

Scatta l’allarme inquinamento nella zona residenziale fra Quarara e contrada Boccarena a Mazara del Vallo. A preoccupare gli addetti alla tutela ambientale e gli amanti del verde sono le numerose cave presenti nella zona, diventate, da alcuni anni, delle vere e proprie discariche abusive a cielo aperto.

Quella che desta più di qualche perplessità è la zona di via Napoli, dove sono presenti diverse cave al cui interno è riversata una vistosissima quantità di rifiuti, alcuni dei quali anche pericolosi per la salute di chi vi abita vicino. Scarti dell’edilizia, tufo, pezzi di legno di vecchi mobili, vecchi infissi, plastica, materassi e anche qualche traccia di amianto sono le tessere di uno sconfortante mosaico che di certo non lascia tranquilli chi quella zona la occupa nei periodi estivi e non solo.

Secondo quanto trasmesso dalle Guardie Ambientali mazaresi, ancora oggi vi sarebbe chi, attraverso mezzi di trasporto di grosse dimensioni, accede nei pressi della cava per svuotare il proprio mezzo del suo contenuto. Il tutto, dopo la denuncia ai Carabinieri effettuata da parte delle stesse guardie ambientali nel 2009/2010 e che ha portato ad un successivo sequestro delle forze dell’ordine nel 2011. Nonostante tutto però, in questa cava continuavano nel corso di questi 7 anni a venir scaricati rifiuti e scarti dell’edilizia, che sarebbero stati trasportati in questa e altre cave adiacenti attraverso l’ausilio di camion di grossa cilindrata.  Sempre sulla via Napoli, ma spostandoci più verso la contrada Boccarena, si trova un’altra vecchia cava, la quale, secondo quanto trasmesso dai principali addetti alla salvaguardia ambientale, è stata quasi totalmente colmata attraverso lo sversamento per circa 10 anni di terra e rimasugli di lavori in muratura.

Una cava questa non completamente riempita e la cui parte rimasta ancora libera vede la presenza di rifiuti quali vecchi giocattoli, scatoloni e pezzi di vecchio antiquariato; per non parlare di resti dei contenitori di un tempo per il riempimento dell’acqua in amianto che frantumati rischiamo di liberare nell’aria sostanze nocive alla salute di chi vi abita vicino. Ma non solo, a pochi metri di distanza sorge anche l’acquedotto, le cui condutture rischiano di venir interessate dalla presenza di rimasugli nocivi.

Oltre l’aria, dunque, anche l’acqua, beni di primaria importanza, che spesso, per come viene trattato l’ambiente circostante (e non sarebbe soltanto il caso di Mazara) sembriamo volerci disfare troppo presto danneggiandoli attraverso la pigrizia e la mancanza di buon senso che contraddistingue un po' tutta la comunità. Perché dunque, nonostante la denuncia ai Carabinieri ed il loro tempestivo intervento, non si è riusciti a rispettare le regole? Perché si è continuato a riempire le cave con rifiuti di ogni genere, agendo come se nessuno se ne accorgesse? Ad oggi, una delle difficoltà che potrebbero emergere nell’adottare una procedura corretta per lo smaltimento di questi rifiuti, potrebbe risiedere nell’assenza di una vera e propria discarica autorizzata ad accogliere questo tipo di rifiuti e la promessa, rimasta tale di una realizzazione di una discarica destinata a sfabbricidi, che ha lasciato chi svolge il proprio lavoro producendo scarti di questo tipo, a non avere scelta riguardo a soluzioni per disfarsi di questo materiale secondo una giusta etica.  Una situazione incresciosa, che per essere risolta ha bisogno del buon senso di tutti, nel rispetto delle regole, e di un maggiore occhio di riguardo da parte di chi possa contribuire alla salvaguardia del territorio; su tutti da parte del sedicente "Gruppo Attila", fortemente voluto dal sindaco Cristaldi e di recente costituitosi in cooperativa ecologica, affinchè possa intervenire per salvaguardare queste ed altre zone della città soggette allo smaltimento scorretto di sfabbricidi, in particolare in questi mesi in cui proprio zone come questa fra Quarara e Contrada Boccarena iniziano a riempirsi di amanti della vita in mezzo alla natura.

Tommaso Ardagna

24-03-2018 {fshare}

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