Mazara Calcio, l’esilio dai tifosi nella stagione dei veleni. Quali sono i motivi di un clima di odio?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
30 Gennaio 2019 16:38
Mazara Calcio, l’esilio dai tifosi nella stagione dei veleni. Quali sono i motivi di un clima di odio?

Si moltiplicano le ombre sul presente e sul futuro del Mazara Calcio. Come riportato in questi giorni sul Giornale di Sicilia e sul web attraverso i social, nel bel mezzo di una stagione tribolata è arrivata la decisione da parte del presidente Filippo Franzone che ha lasciato esterrefatti tutti gli appassionati di calcio mazaresi, legati ai colori della propria città: quella di portare ad allenarsi la formazione canarina lontano dal “Nino Vaccara” e da Mazara del Vallo. La scelta, secondo quanto riportato in un’intervista, sarebbe dettata dal clima ostile che una frangia di sostenitori, insieme ad altre persone che orbitavano intorno alla società, starebbero creando fra i componenti la rosa e lo staff.

Ciò che Franzone meglio definisce con l’appellativo di “zizzania” seminata negli spogliatoi, che starebbe minando il clima interno al gruppo e che porterebbe il presidente, se la situazione dovesse ancora peggiorare, a scegliere la strada di cambiare addirittura stadio per le prossime partite casalinghe. E’ vero, cercare di svolgere il proprio lavoro nel tentativo di fare calcio in una città dove dello sport a grandi livelli si è sempre parlato ma sempre poco si è messo in pratica, in un clima del genere, non è affatto facile e, per il bene del gruppo, chi avrebbe rivolto ingiurie e illazioni nei confronti della società, avrebbe fatto meglio ad evitare.

Ma è pur vero però, che, una squadra di calcio, oltre ad essere di proprietà di un presidente, è anche, e soprattutto, di proprietà del cuore dei tifosi, che nel colorare gli spalti e le casse della società con abbonamenti e biglietti danno comunque il loro contributo e spererebbero in uno spettacolo all’altezza di una grande piazza, come si è sempre detto sia quella di Mazara. Qual è dunque la reale entità dei torti e dei soprusi che starebbe subendo Franzone, in maniera tale da impedirgli il proseguo del cammino a capo della società? Forse perché una frangia di tifosi è stanca di chiacchiere e di rendimenti altalenanti di una formazione che in campionato quest’anno sembrava essere partita col piede giusto per poi naufragare nel limbo del girone A a -15 punti di distacco dalla seconda in classifica? Ad inizio campionato, le grane da affrontare sono state diverse, su tutte quella legata al caso-Settecase, giocatore che, già a Novembre, non vedeva l’ora di andar via.

Saranno dunque gli stessi i motivi che hanno portato l’ex attaccante canarino a prendere questa decisione? Anche perché, secondo alcune fonti vicine alla squadra, il problema fondamentale non sarebbe stato affatto il ritardo nella distribuzione degli emolumenti, poiché infatti, il tutto in autunno sarebbe stato adeguato fino al mese di dicembre. E’ anche vero però che, giocatori importanti come Settecase, per essere coinvolti e non lasciarsi ad andare a presunti “mal di pancia”, per rimanere, devono trovarsi di fronte un progetto che mostri continuità e solidità per il futuro.

Stessa cosa Rosella, giocatore mazarese doc e simbolo della tifoseria, che a dicembre ha preferito emigrare al Canicattì di “mastro” Terranova. Inoltre, se, così come dichiarato, vi siano effettivamente ex dirigenti a dare fastidio, quale sarebbe il reale interesse di costoro nel smontare il giocattolo marcato Franzone? Il problema si tratta forse di qualche vecchia ruggine nei confronti della società attuale dovuta a fattori economici o disaccordi sul piano gestionale? Oppure la voglia di riprendersi loro in mano la squadra, per cavalcare questo o quell’altro interesse personale? Oppure ancora, chi contesta Franzone, lo fa forse perché vorrebbe subentrare all’imprenditore palermitano per creare una squadra di mazaresi mista a promesse del calcio dilettantistico mondiale con un capitale degno di una scalata in Serie C nei prossimi 3 anni…? Misteri cui ad oggi, la decisione di far allenare la squadra al centro sportivo “Boncore” di Palermo, non fa altro che acuire insieme alla conseguente decisione da parte del direttore generale Davide Titone, come si legge da un comunicato inviato nelle ultime ore, di lasciare il suo incarico con queste parole: “Amo la mia città e amerò sempre i colori gialloblù, e non accetto i messaggi deviati emersi in questi giorni.

Chi mi conosce sa quanto amore nutro per questa maglia. Ho accettato l’incarico che mi è stato affidato mettendo passione, amore, per questi colori. Ho dato tutto me stesso facendo enormi sacrifici, affinché si potesse costruire un bel giocattolo calcistico con la speranza di poter fare divertire i nostri tifosi. Dal mio punto di vista mi sono adoperato al massimo delle mie forze affinché le cose potessero andare su un binario positivo. L’esperienza che ho maturato è stata sicuramente di crescita sia calcistica che personale.

Ho instaurato con i calciatori e tutto lo staff un rapporto di stima reciproca. Auguro a questi ragazzi tanto cari a me un futuro roseo. Ringrazio il Presidente per la fiducia che ha posto alla mia persona ma adesso è arrivato il momento, alla luce di quanto accaduto, di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni nella speranza che tutti i tifosi abbiano apprezzato il mio contributo. Mi rendo dunque disponibile per il passaggio di consegna come Direttore Generale a chi mi sostituirà. Desidero concludere augurandomi che il nostro amato Mazara nel futuro possa raggiungere le migliori fortune”.

Circostanze che addensano sempre più di nubi il cielo sul futuro della società gialloblù, che ad oggi è ben lontana da vedere Filippo Franzone al suo timone anche l’anno prossimo e che attualmente sembra far indirizzare sempre di più verso la rassegnazione l’animo dei suoi sostenitori più fedeli a fare altro nelle domeniche che verranno da settembre in poi. Tommaso Ardagna

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