“Malasanità” – Due medici dell’ospedale di Mazara accusati di lesioni, uno di omicidio colposo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Novembre 2015 09:16
“Malasanità” – Due medici dell’ospedale di Mazara accusati di lesioni, uno di omicidio colposo

Le associazioni Codici Sicilia, Onlus e Salute non saranno parte civile nel procedimento penale che vede imputati due medici dell’ospedale di Mazara, Maria Assunta Canino e Francesco Quattrocchi, per lesioni colpose aggravate e un loro collega del 118, Pietro Valenti, per omicidio colposo.

Accogliendo le opposizioni delle difese, infatti, il gup Riccardo Alcamo ha respinto le loro richieste di costituzione di parte civile. Ammessa, invece, quella dei familiari della vittima del presunto caso di “malasanità”: il petrosileno Antonino Santo, ammalato di Sla e tracheostomia morto 56 anni il 17 gennaio 2013, vittima dell’ennesimo possibile caso di “malasanità”, e di alcune associazioni per i diritti del malato, si è aperta, davanti al gup di Marsala Riccardo Alcamo, la prima udienza preliminare per decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Procura per un medico del 118, Pietro Valenti, di 59 anni, accusato di omicidio colposo, e per due suoi colleghi dell’ospedale “Abele Ajello” di Mazara, Maria Assunta Canino, di 51 anni, e Francesco Quattrocchi, di 64, accusati di lesioni personali colpose aggravate.

Canino e Quattrocchi, il 9 settembre 2010, erano rispettivamente di turno al reparto di Pneumologia e al Pronto soccorso dell’ospedale mazarese, dove Santo, affetto da SLA e tracheostomia, fu trasportato d’urgenza perché non riusciva quasi più a respirare in quanto il ventilatore domiciliare era andato in tilt a causa una temporanea interruzione dell’energia elettrica.

Per l’accusa, i due medici non avrebbero proceduto “alla disostruzione della cannula tracheostomica, perseguendo l’errata ipotesi che ricollegava i disturbi respiratori al malfunzionamento del ventilatore”. E per questo, il paziente entrò in coma. Poi, fu riportato a casa e, oltre due anni dopo, il 16 gennaio 2013, a seguito di un’altra crisi, fu chiesto l’intervento del 118, che inviò un’ambulanza con medico a bordo, Pietro Valenti, che però, sempre secondo gli investigatori, nonostante le gravi condizioni del paziente, non ne avrebbe disposto l’immediato ricovero in ospedale.

E ciò sarebbe stato alla base di un “ritardo diagnostico terapeutico” con “conseguente decesso il giorno successivo”. L’indagine è stata svolta dal maresciallo Francesco Pellegrino, capo della sezione di pg dei carabinieri della Procura. Ad assistere legalmente i familiari di Antonino Santo è l’avvocato Ignazio Bilardello. Prossima udienza il 16 dicembre, quando il gup Riccardo Alcamo dovrebbe decidere sulle richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Procura per Canino e Quattrocchi. Valenti ha, invece, chiesto il processo con rito abbreviato.

A.P

28/11/2015

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