La prof.ssa Incandela riprende le redini dell’Associazione antiracket mazarese

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Gennaio 2014 19:22
La prof.ssa Incandela riprende le redini dell’Associazione antiracket mazarese

L'associazione antiracket di Mazara del Vallo "Io non pago il pizzo...e tu?" a gran voce ha chiesto il ritorno di Francesca Incandela in qualità di presidente legale della suddetta associazione. La professoressa Incandela, infatti,

qualche mese fa aveva assunto soltanto l'incarico di presidente onorario ma ciò ha comportato un cambio di presidenza che non si è rivelato idoneo né costruttivo, da ciò la necessità di riprendere un percorso di legalità che da circa 8 anni ha portato nella città di Mazara e in numerosi cittadini una nuova coscienza civica e la consapevolezza che per vincere la mafia occorre assumere un comportamento improntato al rispetto delle leggi e delle regole del vivere insieme.

Non si dimenticano le lotte a favore dei pescatori o dei ragazzi taglieggiati dal pizzo del motorino, così come le campagne mediatiche promosse negli anni precedenti, gli incontri nelle scuole, i convegni per diffondere la legalità o le costituzioni di parte civile, tra le ultime quelle nel procedimento contro Ciro Caravà ex sindaco di Campobello e contro l'ultimo boss del trapanese Matteo Messina Denaro.

"L'associazione antiracket deve trovare la forza di continuare ad operare nel nostro territorio ad alta densità mafiosa -dice la prof.ssa Francesca Incandela- e per questo ha bisogno dell'appoggio di quanti vogliono veramente agire per un ribaltamento della mentalità mafiosa, che risulta essere terreno fertile al consenso alla mafia.

L'incontro con il prefetto di Trapani, dott.re Leopoldo Falco, è stato molto significativo, egli infatti si è detto pronto e disponibile ad incoraggiare e sostenere le iniziative educative dell'associazione mazarese. Sulla sua disponibilità e sulle sue parole faremo affidamento, dopo la parentesi Trotta e Magno, sono finalmente ritornata a colloquiare e collaborare con la nostra prefettura." Altro, e non secondario, problema è riuscire ad aggregare giovani e meno giovani in questo percorso, il gruppo che avevamo costituito si è disperso a causa di impegni universitari che lo hanno portato lontano dalla nostra città.

E' vero, attualmente siamo in pochi ma è necessario anche ricordare le necessarie cautele nell'associare le persone poiché dobbiamo essere sicuri che su di loro non ci siano carichi penali e neppure condotte poco consone". Ricordiamo che l'Incandela aveva lasciato la carica effettiva per motivi lavorativi e professionali, nonostante tutto si è subito resa disponibile a fare crescere l'associazione.

24-01-2014 19,00

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