Domenica scorsa si è disputata la regata più importante della stagione velica della Perla Nera, il Trofeo Challenger “Francesco Valenza 2024”, regata della classe lance pantesche dedicata al maestro d’ascia. Da tutti conosciuta come la “Regata del Costruttore” è un appuntamento irrinunciabile per gli amanti della vela e per Pantelleria, la cui storia è indissolubilmente legata a quella di Francesco.
Organizzata dal Circolo Velico Isola di Pantelleria, ha avuto la collaborazione dell’Associazione Armatori Barche Pantesche e il Patrocinio del Comune.
Una giornata tutta dedicata allo sport della vela che ha visto gareggiare al mattino i ragazzi delle classi Optimist, 420 e Laser e nel pomeriggio le lance pantesche.
Una regata costiera, iniziata con un cancello e una boa di disimpegno, nel classico percorso che dall’Arenella va verso Satariaper fare il giro di boa davanti a Madonna delle Grazie, di fronte alla casa del costruttore.
Le imbarcazioni sono partite con un vento leggero e andature portanti. A metà percorso si è alzata una brezza molto impegnativa che ha reso la gara più avvincente e che ha esaltato le qualità tecniche delle imbarcazioni. Il ritorno, tutto di bolina, ha dato spazio alle strategie degli equipaggi. Non sono mancati i colpi di scena. Molto combattuta la fase finale: le due barche in testa, Andromeda e Claire de Mirò, si sono contese il podio fino alla fine quando un salto di vento ha premiato chi ha scelto il lato sinistro del campo di regata.
Vince la regata Claire de Mirò. Seconda classificata Andromeda. Terza Linda.
La premiazione è avvenuta, come da tradizione, al Castello alla presenza dei familiari del Maestro d’ascia Francesco Valenza che ogni anno conferiscono l’ambito trofeo, nato dalle mani dell’artista Michele Cossyro, fratello di Francesco.“Non possiamo non ringraziare il Maestro Cossyro intanto per l’opera” ha detto Daniele Alongi, presidente del CVIP.“Un’opera magnifica che ogni anno è motivo di orgoglio, di voglia di conquista e di stimolo per i nostri equipaggi. Un’opera che rappresenta il lavoro che ha fatto suo fratello, un’opera inconfondibile e unica. Così come lo sono le lance. Non c’è turista che passi in banchina senza fare una foto alle lance. Sia a livello tecnico che come eleganza sono opere d’arte che galleggiano”.
“Ogni volta che entravo in cantiere da lui c’erano degli stimoli nuovi” confessaMichele Cossyro “Quando vedevo un pezzo di legno, o un’altra cosa…mi scattavano delle molle incredibili. Non avete idea di quanto mi manca”.
E manca a tutti. Manca il suo ingegno. Manca il suo amore per queste imbarcazioni che per lui erano come delle “figlie”. Amore che si spera ritorni, un giorno o l’altro. E che ritorni anche l’entusiasmo per queste regate, che ancora vede la partecipazione di troppi pochi equipaggi.
Giuliana Raffaelli