Italia-Libia, Conte e Di Maio ricevono Al Serraj; meno male che i pescherecci mazaresi si trovano ancora in porto…

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
09 Gennaio 2021 09:50
Italia-Libia, Conte e Di Maio ricevono Al Serraj; meno male che i pescherecci mazaresi si trovano ancora in porto…

Abbiamo appreso che nel pomeriggio di ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ricevuto il capo del consiglio di presidenza del Governo di accordo nazionale libico (Gna), Fayez Al Serraj, a Palazzo Chigi. All’incontro avrebbe partecipato anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio . Il premier libico, Al Serraj, è giunto ieri in Italia per poi recarsi in Turchia, suo grande alleato il cui intervento militare gli avrebbe permesso lo scorso anno di fermare l’avanzata dell’esercito del generale Khalifa Haftar  che era giunto alle porte di Tripoli.

Ad Ankara Serraj è stato preceduto fa 16 leader militari e della sicurezza del suo governo, guidati dal ministro dell'Interno e della Difesa, Fathi Bashaga e Salah Al-Din Al-Namroush. Nel corso dell’incontro a  Roma, il premier Conte ha ribadito il pieno sostegno al Governo di Al Serraj, al dialogo tra le parti in conflitto in Libia e l’importanza di procedere nell’ambito del processo politico sotto l’egida delle Nazioni Unite. (in foto di copertina Conte e Al Serray ieri a Roma, sullo sfondo Di Maio) Chissà che la sortita di Al Serraj a Roma non sia stata finalizzata a ricevere “rassicurazioni” dal Governo Italiano dopo che lo scorso 17 dicembre, senza nessun pre-annuncio, Conte e Di Maio si recarono nell’altra capitale libica, a Bengasi, ad incontrare il generale Khalifa Haftar dal quale ricevuti in pompa magna, probabilmente per dimostrare al mondo il riconoscimento formale ricevuto dall’Italia al fine di ribadire il ruolo primario nel processo di transizione della Libia.

Una “visita-lampo” quella di Conte e Di Maio ad Haftar, probabilmente preparata da una telefonata interlocutoria fra il presidente russo Vlad Putin con lo stesso Haftar (indiscrezione emersa da una telefonata di Silvio Berlusconi, dopo la liberazione dei pescatori, all’armatore Marco Marrone e mai smentita ufficialmente) per il rilascio dei 18 pescatori, insieme ai due motopesca mazaresi, “Antartide” e Medinea”, che era stati sequestrati lo scorso primo settembre a 35 miglia dalle coste libiche; in cambio Haftar avrebbe voluto quella visita formale le cui immagini riprese da una tv cirenaica sono state diramate in tutto il mondo.

Ricordiamo che all’indomani del sequestro (in acque internazionali) dei pescatori e dei pescherecci di Mazara del Vallo , in molti, e non solo giornalisti, legarono il grave atto di pirateria dei militari cirenaici (a bordo di una delle motovedette donate dall’Italia negli anni scorsi per contrastare l’immigrazione clandestina) alla visita avvenuta poche ore prima del Ministro Di Maio a Tripoli, dallo stesso Al Serraj, e a Tobrouk, senza passare a Bengasi dal generale Haftar.  Quella tragica sera del primo settembre 2020 in quell’areale di pesca (in acque ritenute dal 2005 dalla Libia, in maniera unilaterale, all’interno della ZEE che si estende 62 miglia oltre le 12 territoriali) fra i 35 e 40 miglia dalle coste libiche vi erano ben 9 motopesca di Mazara del vallo che stavano esercitando la tradizionale pesca a gambero rosso; a quanto pare, almeno dai racconti dei pescatori, quella motovedetta si aggirava da ore nella zona e all’improvviso (probabilmente dopo un ordine da Bengasi)  ha intimato l’alt a 4 pescherecci due dei quali sono riusciti poi a sfuggire.

Meno male, pertanto, che l’intera flotta peschereccia si trova al momento ancora ormeggiata per fermo tecnico nel porto di Mazara del Vallo in attesa di riprendere il mare per la prima bordata di pesca del 2021. Crediamo però che adesso il Governo italiano, al fine di non trovarsi nella stessa situazione imbarazzante di quel primo settembre e garantire la sicurezza dei lavoratori italiani, ed in attesa di risolvere una volta per tutte la questione della ZEE libica, debba predisporre la cosiddetta "vigilanza pesca" avanzando l'unità militare italiana preposta fino a 20 miglia dalle coste libiche Francesco Mezzapelle    

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