Il coord. naz. Diccap interviene sulla querela del sindaco Cristaldi al sindacalista Giglio

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
26 Maggio 2016 16:14
Il coord. naz. Diccap interviene sulla querela del sindaco Cristaldi al sindacalista Giglio

Il coordinatore Generale Diccap Responsabile Settore Autonomie Locali, Domenico Maria De Grandis, interviene sul processo che vede imputato il 53enne sindacalista mazarese Donato Giglio con l’accusa di “molestie e disturbo” al sindaco di Mazara Nicola Cristaldi. I fatti contestati sarebbero stati commessi l’8 settembre e il 29 novembre 2014 dal coordinatore territoriale del Diccap-Confsal, appunto Donato Giglio.

Così scrive De Grandis in una lettera aperta sindaco Cristaldi:

"Ho avuto notizia che Ella ha presentato una articolata denuncia nei confronti del Donato Giglio, apprezzato dirigente di questa o.s. ed al quale ho già avuto modo di manifestare la solidarietà umana e sindacale mia personale e di tutto il settore aa.ll. del Diccap.II merito della vicenda, manco a dirlo, sarà definito dall'A.G. di cui attendiamo serenamente il giudizio. Tuttavia, senza entrare nel merito della vicenda, evidenzio alla Sua attenzione alcune considerazioni "a latere", ma non del tutto irrilevanti.In primo luogo l'incipit della denuncia-querela a Sua firma contiene un'inutile ripetizione, visto che spende il titolo di Onorevole e precisa al contempo di essere già stato deputato.Voglio sperare che non sia solo un'inutile ripetizione e non una sottolineatura rivolta al Giudicante.In secondo luogo e grave che Lei definisca il Diccap come "non meglio nota sindacato" .In quanto sindaco, dovrebbe sapere che i contratti collettivi nazionali del comparto regioni -aa.ll.

che trovano applicazione anche nei confronti del "Suo" Comune sono sottoscritti non da cento, ma da cinque oo.ss. rappresentative, tra Ie quali figura il Diccap.Inoltre dovrebbe sapere che il contratto collettivo decentrato per il "Suo" Comune è sottoscritto, tra gli altri, dal dirigente territoriale del Diccap. Se non conosce quanta precede, pazienza. Ma non e il caso che se ne vanti.Rilevo inoltre dalla Sua denuncia risulterebbe che il sig. Giglio l'avrebbe seguita l'8 settembre u.s.

(una data la cui significanza non Ie sfuggirà). Tale episodio e quelli altri indicati nella denuncia querela Le avrebbero cagionato "un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per L'incolumità propria o di prossimo congiunto" come prevede l'art. 612 bis c.p.: disposizione da Lei espressamente evocata nella denuncia querela.Mi consenta di dubitarne.Anzi sono certo che Ie denunce del Giglio di cui Lei si duole, soprattutto se infondate (e ben diversamente da quelle fondate), di solito non provocano un grave e perdurante stato d'ansia.Come sono certo che la Sua denuncia querela non indurrà Donato Giglio a rinunziare al ruolo di dirigente sindacale scomodo, a coltivare le battaglie per la sua gente, per l' interesse dei suoi iscritti.Ma, come e giusto che sia, attendiamo che la Magistratura faccia il proprio lavoro.In ogni caso, anche alla luce di quanta affermato nella denuncia querela in ordine alla sgradita attività sindacale, questa O.S.

ha dato mandato ai propri legali al fine di accertare che l' atto di denuncia querela in argomento risponda ad intenti intimidatori nel confronti di un dirigente sindacali, che ha la solo colpa di svolgere con passione il proprio ruolo che trova riconoscimento e presidio nella stessa carta costituzionale.Distinti Saluti".

Ricordiamo che lo scorso 17 maggio il processo è entrato nella fase di dibattimento, presso il Tribunale di Marsala. In quella sdata sono stati ascoltati davanti al giudice monocratico Iole Moricca alcuni teste dell’accusa: il vice sindaco Silvano Bonanno, e la segretaria particolare dello stesso primo cittadino, Rosa Di Giorgi. Sia Cristaldi che i due teste hanno ribadito le accuse a Giglio.

In aula, Nicola Cristaldi ha sottolineato che se l’attività di Giglio si fosse limitata a quella sindacale per lui non ci sarebbe stato alcun problema. (nel foto collage da sx Nicola Cristaldi e Donato Giglio).

L’avvocato Alessio Muscolino, legale di parte civile per Cristaldi, ha così spiegato: “Il reato per cui si procede è molestie e disturbo. E perché si configuri questo reato è sufficiente pedinare una persona in maniera insistente e più volte. Non è necessario dire qualcosa. E in aula i tre testimoni hanno confermato che Giglio ha pedinato il sindaco non solo a piedi nel corso di una uscita istituzionale, ma più volte anche in auto. E in una occasione fu anche identificato dalla polizia. Per altro, a ridosso di queste situazioni –ha aggiunto- nei mesi precedenti c’è stato anche un accanimento sindacale, un’attività fatta con una serie di esposti e denunce nei confronti del sindaco e del Comune. Tutto ciò per rendere difficile la vita al sindaco, non si capisce per quale motivo”.

Di altro avviso è invece Donato Giglio: “Questo processo –ha detto Giglio- si sta svolgendo per l’uso intimidatorio della querela. Anche se io ho continuato la mia attività sindacale allo stesso modo. La ricostruzione fatta dal sindaco appare frutto di fantasia e distante dalla realtà. Il sindaco Cristaldi, in aula, ha detto che io non ho detto nulla, né l’ho disturbato”.

Così ha commentato il suo avvocato difensore Vito Perricone: “Sarà provata l’insussistenza dell’accusa –ha affermato il legale- Sono fatti del tutto inconsistenti. Quando il sindaco cammina per strada, magari parlando di quello che c’è da fare per la città, spesso la gente si aggrega. E la stessa cosa ha fatto Giglio, che è un sindacalista molto combattivo. Per questo tra i due non corre buon sangue. Giglio non ha detto niente, non ha insultato, offeso o infastidito il sindaco, né l’ha inseguito in auto”. Il 20 giugno, intanto, verranno ascoltati altri testi.

Francesco Mezzapelle

26-05-2016 18,00

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