I pescatori di Mazara, “Angeli del mare”, in una fiction per la Rai con Claudio Amendola

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Luglio 2014 07:34
I pescatori di Mazara, “Angeli del mare”, in una fiction per la Rai con Claudio Amendola

Poteva essere la più grande tragedia dei morti per mare del Mediterraneo, come quella che avvenne realmente solo qualche anno dopo,

il 3 ottobre 2013, quando morirono annegati, a poche miglia da Lampedusa, 366 migranti, intrappolati in un barcone rovesciatosi a mezzo miglio dall'Isola dei Conigli. Ma la tragedia - (o le tragedie) che fu soltanto posticipata a data da destinarsi, visto il movimento ormai fuori controllo e senza limiti di esseri umani nel Mar Mediterraneo - quella notte del 2008 non si consumò. A volerlo, con coraggio e determinazione, furono degli uomini di mare come loro - i migranti - pescatori e uomini della Capitaneria di Porto, insieme. Come loro anche loro vanno per mare, ma ognuno con un destino diverso.

A "raccontare la parola mare", due anni fa, durante la seconda puntata del programma televisivo "Quello che (non) ho" di Fabio Fazio e Roberto Saviano, è stato lo stesso Tenente di Vascello, Achille Selleri, che quella lontana notte di novembre del 2008 era il Comandante della Guardia Costiera dell'Isola di Lampedusa. La mattina del 27 novembre ricevette una telefonata da parte della Guardia Costiera di Palermo che segnalava un barcone in difficoltà a 54 miglia a Sud Est dell'Isola delle Pelagie, con a bordo circa 254 anime.

"Il mare era in tempesta. Le nostre motovedette non erano nelle condizioni di uscire. Ho immediatamente convocato in capitaneria i pescatori di Mazara del Vallo per chiedergli se se la sentivano di uscire in mare con i miei uomini a bordo. Alle ore 18.25 i motopescherecci Twenty Two, Ariete, Giulia e Maria Pina lasciavano il porto di Lampedusa. A mezzanotte i motopesca hanno raggiunto il primo barcone. Nonostante la calca e la paura, il vento di burrasca e la forte risacca, dopo molti tentativi, tutti i 303 immigrati sono stati trasbordati sul Twenty Two.

Subito dopo il loro barcone si è spezzato ed è affondato. Il rientro è iniziato alle prime luci dell'alba. Alle 8.32 il peschereccio è entrato in porto. Dopo circa 25 ore l'operazione di soccorso poteva dirsi conclusa. Ma veniva segnalato un secondo barcone. A 30 miglia nautiche a Sud di Lampedusa, in acque maltesi. Stava imbarcando acqua a causa dell'eccessivo numero di persone - circa 300 - e del mare spaventoso. Alle 09.15 del 28 novembre i pescherecci hanno ripreso il mare. Si era alzato un forte vento da ovest.

Il mare era ancora molto agitato. Il Ghibli iniziava il trasbordo alle 17.45 e raggiungeva Lampedusa alle 22.27. Le operazioni di sbarco si concludevano alle 23.45 con un totale di 320 immigrati sbarcati. Ce n'erano tanti. Erano bagnati. Spaventati. Giovani. Donne. Una al nono mese di gravidanza. Tanti bambini. Ne ho preso in braccio uno appena nato. Dal primo avvistamento erano passate quasi 40 ore. Furono portate in salvo 623 persone. In quell'anno al largo di Lampedusa sono state salvate in mare 32 mila persone.

E sono i bambini che ti rimangono più impressi".

Gli equipaggi dei pescherecci mazaresi - Twenty Two, Ariete, Giulia, Maria Pina, Monastir, Kleos, Ghibli I - gli angeli del mare, che quella notte fra il 27 e il 28 novembre - assieme agli uomini della Capitaneria - hanno tratto in salvo oltre 600 migranti che stavano tentando la traversata di un infuriato Canale di Sicilia, in questi anni sono stati encomiati, premiati ed elogiati pubblicamente, divenendo simboli di rara e preziosa umanità, anche se forse il loro gesto non è stato ancora compreso fino in fondo.

Non ultimo il riconoscimento che è stato concesso dalla Presidenza della Repubblica e consegnato, il 4 dicembre scorso, nel corso delle celebrazioni di Santa Barbara in Capitaneria di Porto a Mazara, alla presenza del comandante Davide Accetta, del vescovo Domenico Mogavero, del Prefetto vicario Concetta Caruso e del Procuratore della Repubblica di Marsala, Alberto Di Pisa. In quell'occasione, nel corso della consegna delle medaglie al valore e al merito di marina, il Capitano del Twenty two, Salvatore Cancemi, raccontò alcuni attimi di quella burrascosa notte del 28 novembre 2008.

"Ogni volta che la barca si avvicinava, ne prendevamo trenta o quaranta. I miei si sono dannati. Quelli della Capitaneria sono diventati come leoni. Li afferravamo e li portavamo dentro. Alla fine erano in trecento. Sono andato nella mia cabina e ho cominciato a piangere".

Fu così che i marinai della flotta mazarese, sin da quel giorno, vennero soprannominati gli "Angeli del mare" e l'eco dell'emozione fu grande fra la gente, dal Sud al Nord Italia. Nacque così - piccola curiosità - una pagina facebook chiamata "I Pescatori di Mazara del Vallo" espressamente dedicata a quegli angeli. La fanpage fu creata per iniziativa di una donna genovese, Angela Firpo, ed oggi è gestita anche grazie alla collaborazione di un gruppo di mazaresi. Fra le sue informazioni si legge: "Questa pagina nasce per ringraziare i pescatori di Mazara del Vallo per il loro coraggio e per la loro umanità, 29/11/2008".

Oggi quella storica operazione di salvataggio, quella tragedia dei mari sventata, si appresta a diventare una fiction per la Rai. La sceneggiatura sarà firmata da Andrea Purgatori e Laura Ippoliti e il titolo provvisorio dovrebbe essere "Lampedusa". I protagonisti della fiction, le cui riprese inizieranno il prossimo autunno e che dovrebbe andare in onda nei primi mesi del 2015, saranno gli stessi migranti, gli uomini della Guardia Costiera dell'Isola, gli abitanti, gli operatori dell'accoglienza e - si spera - gli stessi pescatori. Al centro di questo progetto, fra gli ideatori, c'è l'attore Claudio Amendola (nella foto a dx), che potrebbe impersonare uno dei capitani dei pescherecci mazaresi che salvarono i migranti o proprio il Comandante Selleri, colui che "scatenò" gli Angeli del mare ad una salvataggio di esseri umani che è rimasto alla storia.

Vincenzo De Santi

29/07/14  09,30

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