Coronavirus, pronta ipotesi 4 date diverse per le riaperture della Fase 2. Dai parrucchieri ai ristoranti ai negozi

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Aprile 2020 09:25
Coronavirus, pronta ipotesi 4 date diverse per le riaperture  della Fase 2. Dai parrucchieri ai ristoranti ai negozi

Si avvicina il momento in cui il premier, Giuseppe Conte, annuncerà agli italiani le decisioni del governo sulla Fase 2 della lotta al Coronavirus: nel frattempo, si fanno sempre più insistenti le indiscrezioni secondo cui il calendario delle riaperture sarà suddiviso su ben 4 date. La task force guidata da Vittorio Colao, infatti, vorrebbe far ripartire alcuni specifici settori già lunedì 27 aprile, nonostante sia il presidente del Consiglio che il ministro della Salute, Roberto Speranza, abbiano manifestato scetticismo.

Dopodiché, anche in base all’andamento della curva dei contagi, per ogni lunedì successivo (fino al 18 maggio) si andrà per gradi, sbloccando altre attività. E’ soprattutto il  Corriere della Sera, stamattina, a insistere sulla teoria delle 4 date. Gli occhi dell’esecutivo e del Comitato tecnico scientifico, nelle prossime settimane, saranno puntati sull’indice R0 (che indica quante persone possono essere contagiate da un singolo paziente positivo e che al momento oscilla tra 0,5 e 0,7).

Nel nuovo Dpcm, il governo metterà a punto anche degli strumenti per ripristinare, almeno in parte, il lockdown se R0 dovesse risalire. Nonostante ciò, ripartire è necessario: lo dicono le preoccupanti stime sul crollo del Pil in Italia, ma anche le innumerevoli associazioni di industriali, lavoratori e aziende che hanno bisogno di tornare a fatturare per non fallire. Nel calendario delle riaperture della Fase 2, la prima data da cerchiare in rosso è quella del 27 aprile.

Quel giorno infatti, a meno di clamorosi ribaltoni, ripartiranno le fabbriche di macchine industriali per l’agricoltura e la silvicoltura. Nient’altro: a differenza di quanto filtrato nei giorni scorsi, il settore manifatturiero, il tessile e le costruzioni dovranno attendere un’altra settimana. Arriviamo quindi alla data del 4 maggio: è questo il vero giorno della ripartenza, come precisato qualche giorno fa dallo stesso Conte. Ci sarà la ripartenza dei settori sopracitati (tessile, manifatturiero), dei cantieri, della moda.

E’ stata anche annunciata per il 4 maggio la ripartenza di Lotto e Superenalotto, a sottolineare la voglia di ritorno alla normalità. Ma non sono soltanto i lavoratori ad avere grandi aspettative: tutti i cittadini attendono l’allentamento dei divieti di spostamento (nonostante l’obbligo di autocertificazione rimanga invariato), mentre gli appassionati di sport avranno il via libera per allenarsi all’aperto (con distanza di sicurezza maggiorata). Cosa succederà invece l’11 maggio? Sarà il turno, salvo sconvolgimenti dell’ultima ora, dei negozi di vendita al dettaglio.

Tutti i negozi (ad eccezione di quelli all’interno dei centri commerciali, che rimarranno chiusi ancora per un po’ di tempo, come anche i mercati rionali che non vendono generi alimentari) potranno rialzare le saracinesche. Anche quelli di abbigliamento, un settore di cui negli ultimi giorni si è molto parlato a proposito di come disinfettare gli indumenti una volta provati dai clienti. Rimarranno gli obblighi di distanziamento e di utilizzo dei dispositivi di protezione.

E i parrucchieri? Il governo è ancora incerto tra l’11 e il 18 maggio: ciò che è sicuro è che si potrà andare solo per appuntamento e che nel locale dovranno esserci solo il cliente e il parrucchiere. Con tutti gli obblighi di pulizia degli strumenti e di indossare guanti e mascherine. Infine, il 18 maggio: il governo per quel giorno vorrebbe garantire una parziale apertura di bar e ristoranti. Al momento, si tratta però ancora di un punto interrogativo.

Alle singole strutture, infatti, servirà del tempo per adeguarsi alle nuove, stringenti disposizioni: non solo mascherine e guanti per i camerieri e distanza obbligatoria di un metro dal bancone per i clienti, ma anche distanza tra un tavolo e l’altro e il solito discorso relativo ai separatori in plexiglass.  

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