Conferenza per la pace, Prem Rawat con le sue parole incanta Mazara, ”città di integrazione e di pace”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
31 Maggio 2015 12:12
Conferenza per la pace, Prem Rawat con le sue parole incanta Mazara, ”città di integrazione e di pace”

Termina con un lungo applauso carico di emozione l'intervento di Prem Rawat alla conferenza di pace organizzata a Mazara dall'ammini- strazione comunale in collaborazione con l'associazione Percorsi.Indiano, da 49 anni va in giro per il mondo a raccontare che la pace si può imparare, e si può costruire.

Un discorso, il suo, semplice ed immediato, pronunciato con parole chiare ed inequivocabili, che incanta il pubblico presente perché penetra le coscienze, dilegua i dubbi, annulla gli alibi, inchioda alla responsabilità di ognuno. Perché la pace è un concetto semplice, e spogliato di ogni orpello e sovrastruttura, ridotto al nocciolo della sua essenzialità, altro non è che '' un essere umano che abbraccia un altro essere umano per quello che è, senza chiedersi se sia uomo o donna, cristiano , musulmano o ateo.'' (in foto n.1 Prem Rawat durante il suo discorso).

La platea lo ascolta in silenzio, nel chiostro del Collegio dei Gesuiti di questa città che lui sente un po sua, di cui è cittadino onorario.Una città, Mazara, che tutti gli intervenuti in questa conferenza dichiarano città di integrazione e di accoglienza, dove da 30 anni i bambini tunisini giocano con quelli mazaresi.

Come Lampedusa isola che accoglie, Mazara città che integra. O che almeno ci prova. Ma fino a che punto la nostra è città di tolleranza e di pace? Tolleranza e integrazione sono concetti diversi tra loro e benché la convivenza tra le due etnie sia pacifica, siamo ben lontani dall'aver realizzato una vera integrazione. La ghettizzazione esiste, così come esiste la diffidenza e la cultura del sospetto, e ancora poche sono le vere occasioni di condivisione.

Eppure, il più grande esempio di pace e di generosità lo danno proprio i nostri pescatori, che tirano in barca le reti ogni volte che c'è un'emergenza, per andare a salvare i migranti in pericolo nel Mediterraneo, seguendo la legge del mare e della propria coscienza, eroi moderni di una tragedia che non ci sono più parole per raccontare.

E a tal proposito, oltre ad organizzare conferenze di pace e costruire processi di aggregazione che uniscano religioni, tradizioni e culture diverse, oltre a definire Mazara capitale del Mediterraneo, non sarebbe forse il caso, da parte del nostro primo cittadino, prendere le distanze, con parole chiare ed inequivocabili, da quei partiti e quei politici che sbandierato il razzismo e la xenofobia come un vessillo e un valore, che strumentalizzano le tragedie di uomini, donne e bambini che fuggono dalla guerra e dalla disperazione per far presa sulle paure degli italiani e rastrellare una manciata di voti in più? Politici che seminano odio, che di fronte ad un fatto di cronaca si chiedono di quale nazionalità o religione sia il responsabile. La costruzione della pace è un processo lungo e faticoso, un seme che va piantato, è un viaggio culturale in cui rispecchiarsi senza dubbi e senza ombre.

Molto belle ed intense, alla fine, le pagine di letteratura lette ed interpretate con straordinaria bravura dall'attore mazarese Rosario Lisma (in foto n.2), a dimostrazione che forse, più che la politica, rimangono l'arte e la cultura a tracciare il solco.

Catia Catania

31-05-2015 14,00

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