Chiesa di San Vito in Urbe, vandalizzata la recinzione di sicurezza

La Chiesa dedicata al Santo Patrono della Città è chiusa da circa 4 anni dopo il crollo di calcinacci

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Agosto 2023 10:01
Chiesa di San Vito in Urbe, vandalizzata la recinzione di sicurezza

Oltre alla chiesetta quasi sul mare situata sul lungomare denominato appunto San Vito all’interno delle antiche mura ruggeriane che delimitano il centro storico di Mazara del Vallo vi è un’altra chiesa dedicata al Santo Patrono della Città: la chiesa di San Vito in Urbe, rettoria della Basilica Cattedrale. La chiesa di San Vito in urbe è inagibile, è chiusa da più di quattro anni a causa del crollo di calcinacci dalla cimasa del fronte esterno. Pertanto l’area circostante la facciata è stata chiusa con dei pannelli in attesa che si effettui un intervento di messa in sicurezza.

Purtroppo –come ci è stato segnalato da un cittadino qualche giorno fa- la recinzione in compensato è stata danneggiata da qualcuno creando un ingresso all’interno dell’area esterna della Chiesa. Bisognerebbe intervenire per sistemare la recinzione evitando che l’area non diventi “luogo di ritrovo” con rischi di ulteriori danneggiamenti o, peggio ancora, che qualcuno non forzi il portone di ingresso della Chiesa. Uno dei problemi della Chiesa è quello del tetto, la tenuta dei listelli è quasi venuta meno, non è da sottovalutare il fatto che quotidianamente moltissimi gabbiani si posano sul tetto della chiesa, questo a lungo andare ha contribuito a peggiore la situazione.

“Per il restauro e la riapertura di San Vito in Urbe servirebbero circa 300.000 euro - ci riferì qualche anno fa don Edoardo Bonacasa, parroco della Basilica Cattedrale”. Don Pietro Pisciotta, presidente dell’Accademia Selinuntina, spiega così la storia della Chiesa di San Vito in Urbe: “fu costruita nel 1558 da alcuni patrizi ed è sita nel luogo dove sorgeva la casa nativa di San Vito, nobile cittadino mazarese. Il 18 luglio 1667 i confrati di San Vito cedettero la chiesa ai Padri Carmelitani Scalzi o di Santa Teresa che nei locali annessi alla chiesa costruirono un convento per la loro congregazione.

Dopo circa un secolo di attività, lo stabile, convento e chiesa, dal 1818 al 1866 fu concesso ai Gesuiti”. Don Pisciotta così la descrive: “la chiesa, già ribattezzata chiesa di Santa Teresa, presenta nel suo interno un’unica ampia navata; sull’altare maggiore sovrasta una statua del Santo in legno dorato, mentre ai fianchi sono disposti le statue dei Santi Modesto e Crescenza in legno dipinto. Dietro l’altare si trova la sacrestia con il pozzo di San Vito ancora visibile. Sulla facciata spicca una statua bianca, opera giovanile di Pietro Consagra, l’artista mazarese riconosciuto internazionalmente (nel 2020 è ricorso il centenario della nascita).

Sulla stessa facciata è incisa la dedica Divo Vito Martiri Concivi et Patrono”. Oggi l’area adiacente alla Chiesa di San Vito in Urbe, sempre più soggetta al degrado in mancanza di un intervento (che potrebbe essere finanziato anche grazie a nuova sinergia con il Comune co-organizzatore del Festino di San Vito), si è trasformata in parcheggio. Si spera che al più presto possa esser avviato un restauro della splendida Chiesa affinchè sia finalmente riaperta al pubblico e ritorni ad esser importante tappa del Festino dedicato al Santo Patrono; la speranza è quella che altre chiese siano finalmente aperte alle migliaia di visitatori che tutto l’anno arrivano in Città desiderosi di ammirare il patrimonio artistico di quella che fu ben definita la “Città delle 100 chiese…”.

Francesco Mezzapelle  

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