Mazara, Centro Studi “La Voce”: la casta colpita nei suoi affetti più cari, i gettoni di presenza vanno ricalcolati al ribasso

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Ottobre 2016 10:21
Mazara, Centro Studi “La Voce”: la casta colpita nei suoi affetti più cari, i gettoni di presenza vanno ricalcolati al ribasso

Molti amici seguono con interesse le nostre analisi, settimanalmente pubblicate su Social, spesso contenenti denunce di malfunzionamento, di incompetenza, di prevaricazioni; tutte indicative della tracotanza di certi politicanti senza ritegno, con scarso senso etico e pressoché nullo senso morale.

Una volta questi comportamenti si sarebbero definiti “borbonici”. Gli stessi amici così interessati alle nostre analisi, spesso concludevano, con un fatalismo affatto siciliano: tanto non succede nulla. Come a dire: denunciate pure, ma nessuno tocca la casta. Questa convinzione, che noi consideriamo antidemocratica e lassista, può forse (e noi ce lo auguriamo di tutto cuore) essere incrinata da un evento che ha diritto agli onori della cronaca. Per inciso non ci siamo accorti che le testate blasonate ne abbiano dato notizia.

Ecco i fatti essenziali. Alla fine del 2004, Sindaco Macaddino, il Consiglio Comunale di Mazara, su espressa direttiva del Presidente del Consiglio Giampiero Giacalone del Partito Democratico, ha ritenuto di incrementare il gettone di presenza da € 64,35, proposto dall’ufficio competente, a € 95,00, accogliendo la proposta del Consigliere Comunale Filippo Armata dello stesso partito , il partito di Berlinguer e della “questione morale”, quello dei duri e puri difensori del popolo, nonostante il parere negativo del Segretario Generale e l’opposizione di alcuni Consiglieri Comunali capeggiati dall’On.

Toni Scilla.

Grazie all’intervento di questo Centro Studi, dallo scorso 1 Aprile è stato bloccato il pagamento del gettone di presenza, in attesa della sua definitiva rideterminazione, a dimostrazione che non è vero che esistono intoccabili.Le risultanze dell’ispezione dell’Assessorato Regionale alle Autonomie locali, nata dalla nostra denuncia, dopo un confronto serrato con gli apparati comunali, in primis il segretario generale Dott. Antonella Marascia, sono le seguenti:

1) L’amministrazione comunale, priva di un regolamento, peraltro previsto dalla legge, che stabilisca i criteri di erogazione del gettone di presenza in funzione dell’effettiva partecipazione ai lavori, deve dotarsene nel più breve tempo possibile. In un paese civile questa mancanza di rispetto delle leggi e dei soldi dei contribuenti sarebbe stata severamente censurata. Noi proponiamo che nel redigendo regolamento sia inoltre previsto: a) la pubblicazione per tempo sul sito del comune dell’ora, del luogo e dell’ordine del giorno delle commissioni, perché il cittadino possa parteciparvi, se interessato, ancorché da puro ascoltatore, mentre la successiva pubblicazione del verbale sia obbligatoria per consentire un controllo dei lavori svolti; b) che i gettoni siano corrisposti solo se si supera il 75% della presenza rispetto alla durata della commissione stessa e che (siamo seriamente preoccupati per la salute degli stakanovisti delle commissioni) non si possa maturare più di un gettone al giorno; c) che i lavori siano circoscritti a pareri su atti del consiglio, proposte specifiche e, comunque, con la formulazione di un rigoroso ordine del giorno; d) che scompaia la figura del (sic!) “componente supplente”.

Come dire, se non posso andare io, non perdiamo il gettone e lo regalo ad un mio sodale.

2) L’ispezione inoltre sottolinea che va ricalcolato il valore del gettone di presenza, considerando che il calcolo su cui si basa il valore attuale nasce da assunzioni errate. Complicato, ma in soldoni, bisogna che si applichino le disposizioni di legge senza infingimenti e sotterfugi, puntando ad una effettiva contrazione di costi. Noi stimiamo che un congruo valore del gettone sia di € 64,35. Se così sarà determinato, il risparmio annuo per le nostre casse sarà di circa € 150.000. La cifra erroneamente incassata dai consiglieri, dal 2004 ad oggi risulterebbe di ben € 1.500.000. Tanti euro da permettere interventi importanti nelle nostre periferie, abbandonate dai politicanti e soltanto prese in considerazione dagli imbonitori vacui e infidi durante le campagne elettorali. Vergognoso non riuscire ad intervenire in quartieri condannati al degrado “per mancanza di soldi” mentre la casta incassa questa massa di denaro.

3) Infine gli ispettori sostengono che, pur in carenza di un regolamento che lo sancisce, non dovevano essere liquidati gettoni di presenza per sedute andate deserte per mancanza del numero legale e per sedute durate pochi minuti e rinviate ad altra data. Siamo alla comica finale: baciato dalla fortuna di essere stato eletto, magari con i voti del parentado che hanno voluto “sistemarmi”, cerco di prendere, senza remore e senza tentennamenti tutto il prendibile. Poveracci, questi politicanti in sedicesimo, costretti a elemosinare un gettone di presenza dall’amico per intascare qualche spicciolo. Ma ci rendiamo conto che parliamo di migliaia di € al mese? Mica bruscolini.

Signori, siate seri e, in un sussulto di dignità, approvate rapidamente il regolamento, che (è un preciso impegno da parte nostra) analizzeremo scrupolosamente e compareremo con le buone pratiche presenti nel nostro Paese.Centro Studi “ LA VOCE “Presidente Girolamo Pipitone12/10/2016{fshare}

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