E' iniziato stamattina al Tribunale di Trapani il processo sui 'fratelli' di Castelvetrano, imputati per aver violato la Legge Anselmi, lucrando sulle false pensioni di invalidità ai fini politici. Un'udienza breve, durante la quale alcuni dei legali dei 18 imputati hanno chiesto nuovamente il riconoscimento dell'incompetenza territoriale dei giudici di Trapani, invocando il trasferimento degli atti al Tribunale di Palermo. All'indomani del blitz "Artemisia" del marzo 2019 il Riesame aveva accolto le richieste dei legali, fino alla decisione in sezioni unite della Cassazione, che aveva riconosciuto la competenza del Tribunale di Trapani.
Oggi la richiesta è stata avanzata anche dal legale di Giovanni Lo Sciuto, ex deputato dell'Assemblea regionale siciliana, principale imputato accusato "quale socio promotore e occulto della loggia" di aver "costituito, organizzato e diretto l'associazione e, allo scopo di gestirne l'attività e realizzarne gli scopi, sviluppando una fitta rete di conoscenze nei settori della politica, delle forze dell'ordine, dei professionisti, dell'imprenditoria e della dirigenza pubblica".
Il blitz Artemisia dei carabinieri del comando provinciale di Trapani riguardava un centro di potere esterno e parallelo al comune di Castelvetrano, che riusciva a decidere le sorti dell'ente. A processo anche l'ex presidente dell'ente di formazione professionale Anfe, Paolo Genco, e il medico Rosario Orlando, operativo nella commissione invalidità civili dell'Inps, attraverso il quale, il gruppo di Lo Sciuto, otteneva false pensioni, in cambio del sostegno elettorale. I 18 imputati sono accusati a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio ed associazione a delinquere.
(Fonte AGI)