Ore 8,10 di oggi 27 settembre, Matteo Messina Denaro è tornato, da morto, nella sua città natale, Castelvetrano dopo un lungo viaggio della sua salma da L’Aquila, lì dove era stato trasferito dopo la cattura il 16 gennaio scorso. Dalle 5 del mattino il cimitero comunale di Castelvetrano era presidiato dalle forze dell'ordine, tutte le entrate sono state chiuse e non si poteva accedere al perimetro. Fotografi e giornalisti, assiepati davanti all'ingresso del camposanto, sono stati tenuti a distanza dalle forze dell'ordine che presidiavano l'ingresso.
Per l'arrivo del carro funebre, inoltre, è stato scelto un percorso ad hoc, evitando così il passaggio del carro funebre, scortato dal Gom della Polizia Penitenzia, dal centro castelvetranese. La salma di Messina Denaro è arrivata al cimitero stamane alle ore 8,10. Il carro funebre ha fatto ingresso da uno dei due cancelli di via Marsala. Al seguito tre auto di parenti, tra i quali la nipote-avvocato Lorenza Guttadauro che ha seguito lo zio durante la malattia ed ha curato tutti gli aspetti burocratici legati al trasferimento della salma da L'Aquila.
Dietro il carro funebre sono entrati anche le sorelle del boss Bice e Giovanna e il fratello Salvatore che vive a Campobello di Mazara, il paese dove il latitante aveva trovato rifugio prima della cattura, avvenuta il 16 gennaio scorso a Palermo - che teneva in mano un mazzo di margherite gialle (in copertina vedi foto da noi scattata). Tra i parenti anche Vincenzo Panicola (marito di Patrizia Messina Denaro, che è in carcere insieme alla sorella Rosalia) e alcuni nipoti del boss. I parenti di Matteo Messina Denaro sono usciti alle ore 9 circa dal cimitero di Castelvetrano, dopo la sepoltura della salma del boss nella cappella di famiglia dedicata al padre Ciccio, anch’egli boss, ma morto da latitante nel 1998.
L'ultimo stragista di “cosa nostra” arrestato dopo 30 anni di latitanza è morto nell'ospedale dell'Aquila il boss Matteo Messina Denaro. Il capomafia, 62 anni, soffriva di una grave forma di tumore al colon che gli era stata diagnosticata mentre era ancora ricercato, a fine 2020. Era stato proprio il cancro al colon a portare i carabinieri del Ros e la Procura di Palermo sulle tracce del boss, braccato al suo ingresso presso la clinica “La Maddalena” di Palermo. Dopo la cattura, Messina Denaro è stato sottoposto alla chemioterapia nel supercarcere dell'Aquila dove gli è stata allestita una sorta di infermeria attigua alla cella.
Una equipe di oncologi e di infermieri del nosocomio abruzzese ha costantemente seguito il paziente apparso subito, comunque, in gravissime condizioni. Nei nove mesi di detenzione il padrino è stato sottoposto a due operazioni chirurgiche legate alle complicanze del cancro. Dall'ultima non si è più ripreso, tanto che i medici hanno deciso di non rimandarlo in carcere, ma di curarlo in una stanza di massima sicurezza dell'Ospedale di L’Aquila, trattandolo con la terapia del dolore e poi sedandolo.
Messina Denaro è morto poco prima delle ore 2 nella notte fra il 24 e 25 settembre.