“Appunti” sul catalogo e mostra di Salvino Catania

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
05 Agosto 2015 09:06
“Appunti” sul catalogo e mostra di Salvino Catania

Abbiamo ricevuto una nota da parte del prof. Giacomo Cuttone attraverso la quale si chiede al Comune e alla società Aurea L&G Trading di apportare una correzione al catalogo dell’esposizione dell’artista mazarese Salvino Catania. Questo è quanto scrive Cuttone: “vi è un’attribuzione di paternità sbagliata nel catalogo della Mostra di Salvino Catania “A volte mi dimentico di essere vivo”. Si tratta del mio scritto critico – “Passione delle forme” (mostra del le opere sacre di Salvino Catania) – che viene riportato sotto la firma di Antonino Cusumano. Quello scritto non appartiene a Tonino Cusumano, ma a Giacomo Cuttone.

Riporto qualche passo iniziale e finale di questo mio articolo (erroneamente attribuito al Cusumano):“Interessante idea quella di don Orazio Placenti, fatta propria dalla Diocesi, di aprire la Sala Ottagonale della Cattedrale di Mazara del Vallo, all’arte e, in particolare, a quella di Salvino Catania (…)”.“(…) Dalle opere di Catania il Cristo che ne viene fuori ha somatizzato il dolore e, nell’espressività dei suoi occhi, cogliamo soltanto meraviglia, stupore”.Ho pubblicato questo pezzo sul settimanale “Mazara c’è” (anno I, n.

6 del 28 aprile 2006), oggi “MazaraOnLine”, successivamente è stato ripubblicato sui blog “Mazaracult” (agosto 2007) e “Mazaraforever- parte seconda” (dicembre 2010 ) di Pino Catalano.A questo punto, mio rammarico a parte per l’indebita paternità attribuita a Tonino Cusumano, sia alla Società “Aurea” sia al Comune di Mazara del Vallo (che ha dato il patrocinio per l’edizione del catalogo (“A volte mi dimentico di essere vivo”, dedicato a Salvino Catania), chiedo ESPRESSAMENTE una ERRATA CORRIGE.

L’articolo (vedi foto n.1 della pagina del Catalogo) deve portare il mio nome e cognome (Giacomo Cuttone). Per le copie già edite si chiede un “segnalibro” che porti pagina/e e il mio nome e cognome. Se ci sarà una nuova edizione, o copie ancora da stampare per questa prima edizione, che si intervenga subito scrivendo il mio nome dove è opportuno che stia”.

Seppur lodevole l’iniziativa di una mostra organizzata, con relativo catalogo (acquistato secondo accordi dagli stessi privati che hanno messo a disposizione le opere di Catania per la loro mostra in diverse sedi, ed in particolare nella galleria Santo Vassallo, vedi foto n.2, e nel Collegio dei Gesuiti), dedicata al geniale artista tragicamente scomparso il 7 dicembre 2013, qualche appunto va fatto a seguito di riscontri con addetti ai lavori (s’intendono quanti organizzano mostre ed alcuni artisti). Crediamo che esprimere una propria opinione (e ciò non riguarda soltanto questo caso), e poterlo fare in piena libertà, in maniera educata e scevra da qualsiasi condizionamento, sia funzionale ad una crescita del dibattito democratico e culturale in Città.

Pur comprendendo l’obiettivo dei curatori, si può prescindere nell’organizzare una mostra e relativo catalogo dal dare organicità ad una vastità di opere? Mi spiego meglio, una raccolta di tale portata (517 tele) non doveva prevedere una “classificazione” cronologica (magari con il supporto di un amico ed artista che ha conosciuto Salvino fin dai suoi primi passi artistici) delle tele, suddividendole in periodi diversi della vita di Catania (immaginiamo: giovinezza/maturità/ultimo periodo)? A questo appunto non basterebbe rispondere che la scelta adottata sia conforme all’estrosità dell’artista.

D’altronde chi conosce bene l’arte di Catania saprebbe ben distinguere il periodo di realizzazione delle tele, l’attività artistica di Salvino Catania (ma ciò vale per tutti gli artisti) è stata segnata dal suo percorso umano e “spirituale”. Un altro tipo di “classificazione” poteva avvenire per soggetto, ad esempio una sezione dedicata a tutte le tele raffiguranti i “fiori” etc…

Vogliamo parlare dei loghi delle ditte locali (lodevoli anch’esse in quanto hanno sponsorizzato la mostra) posti sul fondo delle diverse pagine del catalogo, sotto le fotografie dei quadri (vedi foto n.3)? Una scelta discutibile anche questa, vogliamo sperare che le scelte adottate siano state condizionate dai tempi stretti per l’organizzazione sia della mostra e del catalogo.

Ad ogni modo ripetiamo che l’idea della realizzazione di una mostra di grande portata su Salvino Catania sia molto lodevole e che la stessa mostra (che da pieno riconoscimento post-mortem all’opera dell’artista) vada vista, in particolare segnaliamo anche la sede della stessa esposizione in una residenza privata in via XX settembre, una piccola esposizione ma ben organizzata.

Francesco Mezzapelle

05-08-2015

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