“Una punta di Sal”. Salviamo le periferie…

Redazione Prima Pagina Mazara

Giorni fa un cittadino che risiede a Mazara, per la precisione a Mazara 2, mi ha detto: “ma perché non parla mai delle periferie, dello stato di abbandono che viviamo?” E’ vero bisogna occuparsi delle periferie non solo di Mazara ma delle città in genere. Le periferie urbane, siano esse alle latitudini nordiche o a quelle meridionali, mantengono inalterato il loro cliché esistenziale, marcato da violenza, abbandono, senso di frustrazione e rischio di guerra tra poveri. Il degrado, in ogni area, resta il tratto distintivo di queste parti urbane, alimentato da un micidiale cocktail, in cui primeggia la dimensione soffocante e dilagante della microcriminalità, la pervicace e indisturbata operosità degli spacciatori, il senso di abbandono, nutrito e sostenuto dalla scarsa cura degli spazi comuni, dalla mancanza di illuminazione dall’esistenza di edifici in stato di abbandono e dal dilagare di rifiuti abbandonati.

I residenti alzano la testa e richiedono interventi massicci sul fronte della sicurezza, azioni di controllo e integrazione dei flussi migratori, investimenti poderosi per la manutenzione, cura e pulizia degli spazi pubblici, ma anche progetti per aree verdi, per il recupero di spazi ed edifici abbandonati. Dalle periferie arriva forte la richiesta di ricucire le cesure, di potenziare i trasporti pubblici, per rendere queste parti urbane più vicine al resto della città, di interventi per limitare le forme di marginalizzazione sociale, di incentivi alle attività economiche, per far nascere nuove opportunità. 

Il quadro che emerge dalle periferie è sicuramente sconsolante. E lo è ancor di più se si guarda al futuro, con i residenti, anche quelli di Mazara che non prevedono alcun miglioramento per il quartiere in cui vivono e si prefigura una permanente realtà di disagio e sofferenze. In tutto questo manca anche la relazione con la politica che si fa vedere soltanto nel periodo elettorale per il solito rito dell’acchiappa voti. Miserie su miserie. Ma quando finirà questo teatrino e si comincerà a fare sul serie nelle nostre periferie? Non bisogna mai dimenticare che centro e periferia sono gli elementi imprescindibili della città, che appare come un organismo vivente, come specchio di chi la vive e di tante altre variabili, che ne modificano volto e conformazione.

La città non è immobile, ma dinamica e in continua trasformazione. La città, giorno dopo giorno, cambia e si evolve. L’obiettivo è ripartire dalle periferie già esistenti, senza costruirne altre, e far sì che quelle esistenti possano essere nuovi centri autosufficienti, e non spazi in cui ci si senta soli e “fuori”. Le periferie dovranno poter essere nuovi centri, collegati al centro originario, perché solo una comunicazione efficiente tra i vari centri sarà in grado di offrire benefici agli abitanti della città. 

Mazara centro sembra lontanissima dalle sue periferie, eppure sono a poche centinaia di metri, a volte di pochi chilometri raggiungibili in pochi minuti, eppure sembrano così distanti dal centro urbano, faticoso a raggiungerle e ciò perché chi governa e ha governato l città, non ha saputo collegare la popolazione del centro con quello delle periferie, dove gli abitanti faticano spesso per sbarcare il lunario, dove non ci sono presidi culturali, associazionismo, dove i giovani devono trasferirsi in città per praticare discipline sportive ed in questo deserto nascono “gli ultimi” per la fame, la miseria, nasce la delinquenza.

Salvare le periferie è salvare la città. Si deve intraprendere un viaggio nelle periferie di Mazara. Un viaggio che ha il fine di capire le ragioni profonde di un disagio che da troppo tempo gli amministratori di qualunque colore politico hanno rimosso, dimenticato, ignorato. Accendiamo ancora una volta i riflettori su mondi che non possono restare di serie B. Perché Mazara è una sola. E chi la vive, in qualunque quartiere abiti, ha il diritto di poter usufruire dei servizi e di muoversi in un ambiente degno di una città moderna.

Ecco il sogno: concedetevi di immaginare la città del futuro coesa, attrattiva, sana, ricca di spazi verdi, meno inquinata e capace di dimostrare che la diversità culturale, etnica e generazionale rappresenta la loro forza e la loro bellezza. (in copertina foto del viale principale del quartiere Mazara 2 scattata da noi alcuni giorni fa).  

Salvatore Giacalone