“Un po’ di scuola”. CHE VALORE HA LA VITA UMANA?
Quando sento o leggo "si possono aiutare a casa loro" resto senza parole. Coloro che affrontano un viaggio in una bagnarola attraverso un mare in tempesta, pagando con i risparmi ottenuti con la vendita delle loro ultime cose, che si lanciano in un mare in tempesta, che preferiscono il "forse", al nulla… una casa non ce l'hanno, non hanno nemmeno più una minima speranza di poter sopravvivere nel loro paese. Chi affronta l'ignoto con figli piccoli, di pochi mesi o di pochi anni, con la speranza di offrire a questi ultimi una vita migliore, o forse semplicemente una possibilità di vita, non lascia una casa e un posto certo per l'incerto, lascia semplicemente morte, dolore, distruzione, schiavitù, terrore. L'incertezza diventa una luce in fondo al tunnel o più semplicemente una possibilità, per se’ e per i propri figli.
Come fanno tante persone a non rendersi conto di essere fortunate solo per essere nate al di qua del mare, come fanno a criticare, condannare, accusare chi non ha nulla, nemmeno, a volte, la possibilità di "poter vivere" nel paese in cui è nato? Quale preoccupazione possono provocare in noi fortunati Italiani pochi migranti disperati? Non faranno il nostro lavoro, non vivranno nelle nostre case, non mangeranno il nostro cibo, perché non lasciamo che chi vuole o può li aiuti a sopravvivere senza criticare, lamentarci, trattarli male?
Non posso nemmeno più giustificare chi critica i migranti con l’idea che sia un ignorante, perché molti non sono ignoranti, ma più semplicemente persone preoccupate solo di se stesse, senza un briciolo di umanità e/o empatia.
L’unica mia speranza è riposta nei giovani, in coloro che possono rendere il mondo migliore, se riescono a non seguire l’esempio dei padri.
Come diceva Giovanni Paolo II "Vedo in voi giovani il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna". Ecco queste parole mi danno ancora qualche speranza, anch'io cerco di incoraggiare i ragazzi a sviluppare l’empatia per rendere un domani la società più umana e fraterna.
Maria Teresa Carmicio.