Ultime della sera: “Natale. Deve venire, verrà, se resisto”

Redazione Prima Pagina Mazara

Porto i miei alunni di Cittadinanza e Costituzione nell'atrio della scuola, li faccio sedere a semicerchio e chiedo loro che cosa regalerebbero per Natale a chi entrasse lì, cosa donerebbero a chi hanno più a cuore non tanto di beni materiali, ma immateriali.

Avevo chiesto loro già due settimane fa di creare dei presepi sostenibili con oggetti di risulta: colpisce come i più belli siano di chi è di altre fedi. Anche questi li mettiamo nell'atrio in bella mostra.

Vorrei completare gli addobbi con pacchetti riempiti di carta e che sul davanti abbiano la parola del dono che portano.

'Fiducia' mi risponde uno, 'Amore' gli fa eco un altro, 'Speranza, prof...' dice la più acuta.

Il Covid ha sfibrato molti, i ragazzi però sorprendono per la loro tenuta, il rilancio e la voglia di sentimenti forti, fortissimi: 'Famiglia, prof!', 'Gentilezza', 'Collaborazione', 'Felicità', 'Armonia', 'Desiderio', 'Passione!'... È un fiume in piena il loro e capisco che è spesso da loro che si riceve quell'energia vitale che ormai ai più manca, dopo quasi due anni di pandemia e il peggioramento in picchiata dei contagi con una zona arancione che non esiste più e la preoccupazione che da gialli si faccia presto a diventare rossi. C'è tensione in giro. E non è per la corsa sfrenata ai regali.

Dò e ricevo da questi ragazzi e senza che ci si renda conto l'ora passa in un lampo.

L'ultimo angolo da addobbare è sotto la scala. Stiamo pensando ad una forte luce verde, ai migranti sperduti nei boschi fra Polonia, Bielorussia e Lituania. Ecco la metteremo lì la scritta 'Siamo tutti stranieri'. E senza neanche che me accorga entra O., alunno cinese, uscito lo scorso anno: è passato a salutare e a fare gli auguri. Ha 10 in Matematica, ma ha bisogno di aiuto in Italiano. La sua venuta mi sembra la sintesi perfetta, l'incarnazione di tutto quel che abbiamo vissuto in quell'ora.

Viene l'altro verso di noi quando siamo pronti ad accettarlo, quando lui e noi ci si sente bisognosi d'affetto e quando finalmente guardiamo solo all'essenziale.

Ma deve venire, /Verrà, se resisto

A sbocciare non visto, /Verrà d’improvviso,

Quando meno l’avverto: /Verrà quasi perdono

Di quanto fa morire, /Verrà a farmi certo

Del suo e mio tesoro /Delle mie e sue pene,

Verrà, forse già viene /Il suo bisbiglio. ('Dall'immagine tesa' di C. Rebora)

di Rossella VIACONZI

La rubrica Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna.

Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com