Tema: Il codice stradale nella mia città.

Redazione Prima Pagina Mazara

A Mazara, la mia città, vige un interessante codice stradale, che i cittadini hanno creato nel corso degli anni. LA PRECEDENZA. A Mazara, la precedenza in genere non esiste: passa sempre il più coraggioso. Ma che succede quando i due conducenti

si ritrovano con le proprie vetture a dover decidere chi sia a dover passare per primo? Ecco, la precedenza si dà talvolta per età. Il ventenne in segno di rispetto lascerà passare per primo il cinquantenne o l'anziano. In caso in cui i due contendenti siano coetanei o quasi, questi si guarderanno negli occhi attraverso il vetro; vincerà allora il più risoluto, che saprà lanciare uno sguardo di sfida convincente. L'altro, dal canto suo, riconoscerà la sconfitta e farà cenno di passare, aggiungendo frasi come "vai, và, lu capì, camina! Smoviti, avà!" (il vincitore riconoscerà il labiale) e accompagnando tutto con un movimento del braccio destro verso sinistra, con il palmo della mano quasi completamente rivolto verso il suo avversario.

È buon costume che il vincitore, prima di ripartire, ringrazi, muovendo il mento verso l'alto, con espressione compiaciuta e alzando il braccio destro quasi come a salutare (una specie di saluto romano con il braccio non disteso). Potrebbe aggiungere frasi come "ti ringrazio, compà/cucì/cummà/fratè/signò".

LO STOP. Il mazarese ha poche certezze riguardo la vita ed una di queste è: non ci si ferma mai, mai, MAI davanti ad uno STOP. Lui lo sa, lo ha appreso duramente: davanti ad un simile segnale bisogna al massimo rallentare. Succede così, quando hai 18 anni e finalmente prendi la patente e ti illudi di poter applicare quanto imparato nelle lunghe lezioni di guida, che non appena tu ti fermi davanti a quel dannato cartello rosso, quello dietro di te ti rimproveri, scatenando la sua ira sul clacson e dicendo frasi come "ma chi minchia fà chissu?". D'altra parte, si fermerà chi invece secondo l'obsoleto codice civile italiano dovrebbe passare.

I PEDONI. Attraversare una strada è qui una sfida ardua, che ciò avvenga sulle strisce pedonali o no. Bisogna essere coraggiosi, coraggiosissimi. Se pensate che arrivando qui possiate attraversare grazie alla benevolenza di un'auto che si ferma, vi sbagliate: questo non capiterà mai. Bisogna calcolare il tempo di arrivo dell'auto, guardare il conducente con un'aria che presupponga frasi come "cucì, fammi passare" e infine SCATTARE. Deve trattarsi di uno scatto felino, lanciato: l'immissione sulla strada qui è tutto per il pedone.

Ma una volta sulla strada, bé, sappiate che quello è il vostro momento. Il mazarese lo sa: attraversare una strada è come sfilare, è una di quelle cose che ti capita raramente; voglio dire: gli occhi del mondo sono su di te e tu hai l'opportunità di farti ammirare in tutto il tuo splendore. Per cui, il pedone mazarese, dopo lo scatto, rallenta con disinvoltura, si guarda attorno, mette le mani in tasca, se è in compagnia chiacchiera, saluta, si accende una sigaretta e, nel frattempo, nella sua mente fa partire una canzone coinvolgente.

Puoi decidere tu come attraversare, puoi scegliere la diagonale, andare a zig-zag, tornare indietro e ricominciare: è il tuo momento.

LA FERMATA D'EMERGENZA E LE QUATTRO FRECCE. L'uso delle "quattro frecce" è qui un'abitudine. Il mazarese vuole comunicare al resto della città che se si è fermato lì, in seconda fila, in terza fila, al centro della strada, c'è un motivo: c'è un'EMERGENZA. Le emergenze a Mazara differiscono da quelle che sono internazionalmente riconosciute come tali e a buon motivo. Avete mai sofferto la fame e desiderato un'arancina appena fritta sentendone l'odore invadere il vostro cammino? Avete mai visto un vostro caro amico camminare dall'altro lato della strada? Avete mai accompagnato vostra figlia a fare shopping in Corso Vittorio Veneto? Avete mai desiderato un gelato da Ciolla? Ecco, un'arancina, un ricongiungimento, un pomeriggio di shopping, un gelato: queste sono chiare emergenze mazaresi.

LE FRECCE.  Riconosciute come segno di inciviltà a causa del loro usuale utilizzo presso le tribù indigene, le frecce vengono sporadicamente utilizzate da queste parti. Non è raro, infatti, che si sentano frasi come "e chi sugnu un indiano ch'avissi a usari li frecci?".

LA BICICLETTA. Chi va in bici ha scelto di sperimentare nuovi ritmi, ha scelto la lentezza, ha scelto di tenersi in forma. Egli sa che un nuovo mondo è lì da esplorare con altri occhi, con il vento tra i capelli, con il sole sul viso. Egli sa che non esistono ormai regole ad intralciare il suo cammino: tutto gli è dovuto. Il ciclista vuole il suo nuovo spazio nel mondo e a Mazara lo trova quasi sempre al centro della strada o in controsenso. Il ciclista mazarese rallenta, prende fiato, ondeggia; e lo fa al centro della strada mentre dietro le macchine sono in coda.

È il mondo che sbaglia a vivere nell'ansia: bisogna rilassarsi, respirare e lui lo sa. Questi sono solo pochi punti di un codice stradale unico, affascinante, caleidoscopico, ma credo che ben rendano il senso.NB: le situazioni qui presentate si aggravano in periodi particolarmente stressanti per il cittadino, quali la settimana di Ferragosto e i week-end in generale. È consigliabile in quei giorni munirsi di ingenti dosi di coraggio e risolutezza. (in foto: parcheggio abusivo in piazzale G.B.

Quinci) 

Nadia Burzotta

31-03-2014 11,00

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