Pd mazarese: rinnovamento o individuazione agenti patogeni? Forse…

Redazione Prima Pagina Mazara

Commentare lo sfacelo all'interno del Pd mazarese è come sparare sulla Croce Rossa. Vogliamo però correre questo rischio per spiegare soprattutto ai nostri lettori

(probabilmente alcuni anche elettori del Pd) una situazione certamente imbarazzante per i vertici regionali ed anche nazionali del primo partito del Paese, quello che oggi fa capo a Matteo Renzi che ha ricevuto pochi mesi fa l'investitura dai vertici dello stesso ( e non dal voto popolare) per guidare il Governo.

A "legittimare" Renzi alla guida del Governo sono state le recenti elezioni Europee che il Pd ha stravito raggiungendo addirittura il 41%. Attenzione a Mazara del Vallo però il Pd alle elezioni Europee è risultato il terzo partito in città preceduto da M5S e perfino da Forza Italia. Nello stesso turno elettorale, per le Amministrative, ha fallito il raggiungimento del ballottaggio del proprio candidato a sindaco Pino Bianco che ha totalizzato meno voti rispetto alle due liste di sostegno, Pd appunto ed Udc. Il Pd, che a livello nazionale ha il 41%, a Mazara del Vallo non può costituire un gruppo consiliare in quanto sono stati eletti soltanto due consiglieri: Teresa Diadema e Giacomo Mauro.

La debacle, al di là di proclami sul fatto che alle stesse Ammnistrative sia stato il Partito più votato, è evidente ma i sentori durante la campagna elettorale non sono certo mancati. Forse i vertici del Pd mazarese (fra i quali anche lo stesso candidato sindaco Pino Bianco) non hanno avvertito il pericolo di un'implosione interna oppure si sentivano troppo sicuri; fin troppo sicuri da non riuscire neanche a completare la lista (l'unica con 26 candidati rispetto ai 30 di tutte le altre 15 presentate alle Ammnistrative mazaresi) composta da alcuni soggetti, certamente rispettabili e volenterosi, che forse non hanno neanche la tessera del partito, e/o provenienti da altre aree.

Forse qualcuno durante la campagna elettorale si era illuso che il partito mazarese dopo diversi anni di crisi, probabilmente iniziata proprio nel 2004 quando molti suoi esponenti non votarono in quelle Ammnistrative Pino Bianco (forse già allora ignaro dei perversi meccanismi e giochi di potere interni al Pd mazarese) ma preferirono Giorgio Macaddino come sindaco ma soprattutto come rappresentante di un grosso sindacato e quindi potenziale serbatoio di voti. Da lì in poi il Pd mazarese, con il vecchio zoccolo Ds sempre più in minoranza ma "arricchito" di una forte componente dell ex "Margherita", diventò terreno fertile (o forse terra di conquista elettorale) per alcuni rappresentanti non mazaresi (ma della Provincia) eletti all'Ars e alla Camera dei Deputati.

In questi dieci anni, dal 2004 al 2014, nel Pd mazarese hanno albergato esponenti provenienti da aree politiche anche distanti ideologicamente. Il Partito ha sempre accolto tutti guardando sempre al valore quantitativo, numerico, funzionale per l'elezione degli stessi deputati e consiglieri comunali. Ha perso la sua anima divenendo una "creatura a più teste", una creatura che negli ultimi mesi è agonizzante tanto da essere costretta a stringere accordi, presumibilmente anche elettorali, con il sindaco Nicola Cristaldi (è indiscutibile che sia il più grande stratega politico che la città abbia mai avuto) che poi avrebbe, pochi giorni fa, aperto e garantito con la sua maggioranza la vice presidenza del Consiglio comunale non all'opposizione ma al Pd il quale ricambierà con il suo appoggio esterno.

Alla luce di quanto avvenuto il 25 maggio (e forse al Ballottaggio) si è appreso ieri, attraverso un nota, che il 30 giugno il direttivo del Pd mazarese si è riunito ed "ha esaminato con serenità e chiarezza i risultati conseguiti in occasione delle elezioni europee ed amministrative del 25 maggio scorso. Con grande responsabilità e condividendo gli errori e le debolezze della campagna elettorale, la dirigenza del Partito Democratico, riconoscendo di aver perso l'occasione di amministrare la città per i prossimi anni e di aver deluso le aspettative dei sostenitori –si legge nella stessa nota- ha valutato varie opportunità di rilancio del Partito.

In particolare è stata evidenziata la necessità di favorire la partecipazione dei tanti, giovani e meno giovani, che si sono proposti come candidati della lista o che hanno creduto nel valore e nella prospettiva che oggi rappresenta il Partito Democratico. Occasione importante sarà il tesseramento, che consentirà l'immissione di nuova linfa, fresche energie e ricambi necessari a condurre il Partito sulla lunghezza d'onda del PD di Matteo Renzi. Ritenendo di dover contribuire, seppure nel limite del ruolo, a creare una prospettiva di mutamento della situazione attuale, ho comunicato le mie dimissioni da Presidente del circolo di Mazara, con l'impegno di partecipare all'avvio di una nuova stimolante stagione politica".

A firmare la nota, e quindi ad annunciare le proprie dimissioni, è stata Rosanna Conti.

Certo si capisce che, al di là del passo coraggioso, questa sia una mossa per "incentivare" le dimissioni dell'attuale segretario comunale del Pd, Francesco De Blasi, e del giovane direttivo eletto pochi mesi fa. Forse si vogliono scaricare colpe trovando "agnelli sacrificali" in nome di un "rinnovamento" tanto propagandato in questi anni? Forse è un mezzo per rimescolare le carte per la riacquisizione di potere di una delle lobby interne allo stesso Partito? Poi magari rientreranno sempre le stesse facce, una vecchia logica gattopardesca.

Forse qualcuno (alla luce di quanto avvenuto in questi ultimi anni) ha pensato ad una prioritaria identificazione (con successivo allontanamento) di agenti patogeni responsabili dell'insorgenza della condizione di malattia dello specifico organismo partitico?

Francesco Mezzapelle

03-07-2014 10,30

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