Mazara, la “movida”: ieri, oggi… e domani?
Al giorno d’oggi, se la sera si esce in centro e si cammina per le sue strade si può notare la quasi totale assenza di giovani, soprattutto adolescenti nella fascia d’età tra i 14 e i 18 anni. Un dato in controtendenza rispetto alle generazioni passate, rispetto a 30 anni fa le cose sono completamente cambiate: quando i ragazzi non avevano i telefoni, l’appuntamento era fisso in centro e tutti sapevano che si sarebbero ritrovati anche senza una precedente organizzazione. Ogni compagnia di ragazzi aveva un proprio “angolo”, tra piazza Mokarta, via San Giuseppe e piazza della Repubblica, ove ritrovarsi, bastava andare lì ad una determinata ora ed era molto facile aggregarsi a persone nuove sul momento, quindi anche se inizialmente eri da solo ciò non era un problema; le varie compagnie rimanevano “permeabili” a nuovi ingressi.
Oggi le cose sono molto cambiate, ma ciò non significa che siano peggiorate: gli adolescenti si incontrano nelle loro case e hanno dei gruppi stabili e definiti, enfatizzati dalle chat su whatsapp; preferiscono stare tra di loro piuttosto che uscire in un centro affollato e pieno di persone da cui potrebbero sentirsi giudicati. Nonostante questo, comunque i gruppi di amici spesso sono molto grandi e pieni di persone diverse, ma non è più facile come una volta entrare a far parte di essi.
“Ciò non va visto come qualcosa di negativo, d’altronde –sottolineano alcuni ragazzi- più grande è il gruppo più aumenta la possibilità che si formino sottogruppi più piccoli e che le persone inizino a comportarsi in maniera falsa l’una con l’altra. Invece, in un gruppo più piccolo dove non entra chiunque, si possono creare rapporti di amicizia più profondi e sinceri. Allo stesso tempo ciò non significa che bisogna chiudersi in se stessi e limitarsi solo a certe persone”.
Ma questo non è l’unico motivo per cui i ragazzi oggi non si incontrano più in centro: la criminalità e la nascita delle cosiddette baby gang preoccupa molto giovani e adulti, che a loro volta si sentono insicuri per paura di essere scippati, picchiati, molestati e stuprati. C’è da dire che la criminalità in realtà esiste da sempre, ma una volta i fatti di violenza rimanevano limitati, nella maggior parte dei casi, a “scazzottate” fra diversi gruppi di ragazzi, spesso due litiganti facevano poi amicizia.
Oggi invece si ricorre sempre più all’uso di coltelli o altre armi (mazze, tirapugni e qualche volta perfino alle pistole). In ogni caso non esiste un'epoca migliore o peggiore: esistono abitudini, paure e modi di vivere diversi che si sono evoluti nel tempo. Se un tempo il centro era luogo d'incontro per i giovani, oggi sono le case e i gruppi social. Ogni generazione si adatta alla propria epoca, ai propri cambiamenti culturali, sociali e tecnologici, per questo accettare che ogni epoca abbia luci e ombre permette di valorizzare ciò che c’è di buono in entrambe.
Quello che invece preoccupa sempre più e il crescente uso di droghe anche fra i giovanissimi, vedi in particolare il pericolosissimo “crack” acquistabile per pochissimi euro e che porta sovente ad aumentare l’aggressività e pertanto ad un a recrudescenza della microcriminalità; pertanto, in mancanza di serie politiche sociali e giovanili, oltre che l’attività di repressione, le prospettive per le future generazioni non si presentano certamente rosee…